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Lavoratori Ltm, il vertice a palazzo Rosciano

di Maurizio Campogiani

	Luciano Guerrieri (foto Stick)
Luciano Guerrieri (foto Stick)

Il presidente dell’Adsp, Luciano Guerrieri: «L’incontro ci ha permesso di inquadrare la problematica e di tracciare un percorso»

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LIVORNO. La vicenda dei 51 lavoratori della LTM per i quali le organizzazioni sindacali hanno lanciato l’allarme relativamente alla decisione dell’azienda di avviare una riorganizzazione interna è stata al centro di un vertice svoltosi a Palazzo Rosciano, organizzato dal presidente dell’ente portuale, Luciano Guerrieri e al quale hanno partecipato rappresentanti dei sindacati e i massimi esponenti dell’azienda, ovvero il presidente Giuseppe Savarese e l’amministratore delegato Matteo Savelli.

«Abbiamo ascoltato con attenzione le preoccupazioni espresse dai lavoratori tramite le loro rappresentanze sindacali – ha dichiarato il presidente Guerrieri al termine dell’incontro – il tavolo ci ha permesso di inquadrare la problematica e di tracciare un possibile percorso di sviluppo che nel breve periodo ci consenta di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali, con un occhio parimenti attento agli equilibri operativi dello scalo».

«Da questo punto di vista – ha aggiunto il massimo esponente dell’Adsp – non possiamo non registrare la disponibilità del gruppo armatoriale che compone LTM a dare piena continuità occupazionale, come peraltro è stato già fatto nel recente passato, quando si sono presentate le prime difficoltà a causa della contrazione dei traffici. Ci assicureremo quindi che i lavoratori non vengano lasciati soli». L’obiettivo di lungo termine rimane però quello di inquadrare soluzioni compatibili con la scelta dell’amministrazione rispetto al futuro utilizzo delle aree oggi in concessione a LTM. «Bisognerà comprendere bene le dinamiche – ha concluso Guerrieri – avendo a mente la duplice priorità della salvaguardia occupazionale e di un mantenimento di assetti sostenibili dell’organico del porto nel suo complesso». Il presidente dell’Authority ha poi precisato che le soluzioni saranno individuate e condivise con il cluster in sede di Organismo di partenariato.

La vicenda

L’incontro, come detto, è stato originato dalle preoccupazioni espresse dai sindacati in seguito alla decisione dell’azienda terminalista di chiudere i battenti e di creare una newco che si occupi soltanto di operazioni portuali in cui trasferire tutti i suoi dipendenti. Le organizzazioni sindacali avevano sottolineato le ricadute negative che la scelta avrebbe avuto sugli equilibri già precari del sistema portuale livornese e chiesto all’ente portuale di «farsi garante degli equilibri sociali in porto bloccando la proliferazione di nuovi soggetti economici».

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