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Livorno

Il caso

Botte al liceo Cecioni, le scuse della madre: «Inammissibile il gesto di mia figlia»

di Claudia Guarino e Luca Balestri

	L'uscita del liceo dove si sono verificati i fatti (foto d'archivio)
L'uscita del liceo dove si sono verificati i fatti (foto d'archivio)

La mamma della ragazza che ha picchiato una compagna, che spiega il motivo di quella reazione violenta

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LIVORNO. «Il gesto di mia figlia è inammissibile. Ha reagito così ad alcuni insulti girati nelle chat di gruppo, ma le mani non vanno alzate. Quindi adesso è in punizione. E vorrei poter parlare con la famiglia dell’altra ragazza affinché possa chiedere scusa». A intervenire è la mamma della ragazzina di 15 anni che, qualche giorno fa, ha colpito una 16enne fuori dal liceo Cecioni facendola in questo modo finire al pronto soccorso con alcune ferite al volto.

Le chat

«Il problema – racconta la mamma – è nato perché questa ragazzina (la 16enne, ndr) aveva mandati degli audio in un gruppo (WhatsApp, ndr) della scuola in cui insultava mia figlia. Lei non è in quel gruppo ma i vocali le sono stati girati, così le ha scritto in privato per chiedere spiegazioni ma questa ragazzina l’ha bloccata». Da qui, è scattata la reazione della giovanissima. «Mia figlia è andata fuori dalla scuola perché voleva chiarire questa situazione. Non so poi che cosa le sia scattato nella testa, non era mai successa una cosa simile, fatto sta che ha dato uno schiaffo all’altra ragazza e le ha tirato i capelli. Poi qualcuno è intervenuto e le ha separate».

«Le mani non si alzano»

La madre della 15enne racconta l’accaduto dicendo che «le mani non vanno alzate e se un adolescente non è in grado di gestire una situazione è bene che si rivolga ai genitori. Adesso mia figlia è in punizione e credo che quanto è accaduto le servirà come lezione per il futuro». Le due ragazzine si conoscevano da qualche tempo e in passato erano state compagne di scuola, «ma non c’era un gran rapporto tra loro e i genitori non so chi siano. Però se ci contattano sono sicuramente pronta a parlarci. Mi farebbe anzi piacere avere un confronto con loro anche affinché mia figlia possa chiedere scusa perché, ripeto, il suo gesto è inammissibile». Per quanto riguarda d’altra parte i risvolti legali dei fatti al centro della questione, le botte (e dunque le conseguenti ferite) sono procedibili a querela di parte non essendoci una prognosi tale da far scattare la procedibilità d’ufficio.

La scuola

Resta il fatto che l’accaduto ha scatenato una reazione nella comunità scolastica, con la provveditrice Cristina Grieco che ha sottolineato l’importanza di intervenire per prevenire casi simili di aggressività. E una reazione c’è stata anche da parte del liceo Cecioni, col dirigente scolastico Rino Bucci che adesso guarda alla possibilità di installare le telecamere. «Stiamo facendo una verifica di eventuali preventivi – dice il preside – per alcuni nuovi impianti di videosorveglianza. Valuteremo anche la possibilità di percorrere questa strada». Il preside spiega inoltre che «la scuola si sta muovendo insieme alle forze dell’ordine per verificare quali possibili strategie portare avanti per combattere episodi di violenza e per tenere sotto controllo situazioni simili».

«Prevenzione»

La prevenzione di fenomeni di bullismo e, quindi, dalla violenza in genere per il dirigente scolastico Rino Bucci deve essere a tuttotondo. «Abbiamo chiesto l’intervento della psicologa per alcune classi della scuola – dice il preside –. E abbiamo chiesto anche l’intervento tecnico per quanto riguarda la polizia postale, per verificare le responsabilità sui social network». Ed essendo gli edifici del Cecioni posizionati anche vicino a strutture che non fanno parte della scuola, la collaborazione richiesta dal dirigente scolastico è massima.

Altre scuole

«Tenendo conto che la scuola insiste su un complesso molto grande, che riunisce non solo i chilometri del Cecioni, ma anche il conservatorio e la palestra, ci saranno anche dei colloqui con il collega del Buontalenti, per capire come muoversi a fronte delle aperture». Bucci, ancora una volta, ci tiene a specificare che «il Cecioni è quello dove i ragazzi trasformano la scuola in brand, non quello dove ci sono violenze. Episodi come quello successo pochi giorni fa sono un’eccezione nella nostra comunità». 


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