Il Tirreno

L’intervista

Darsena Europa, il prefetto Dionisi: «Aprirà a lotti. Msc sola? No, avrà un competitor»

di Giulio Corsi

	I primi piazzali di Darsena Europa (foto Stick)
I primi piazzali di Darsena Europa (foto Stick)

«Anche Grimaldi interessata a quelle aree, e servirà una gara Presidente dell’Authority: sul nome c’è condivisione tra ministero e Regione»

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Prefetto Giancarlo Dionisi, dieci giorni fa c’è stato il tavolo per far partire la cabina di regia per la Darsena Europa. La macchina si muove?

«È partita un minuto dopo che l’abbiamo istituita. I soggetti che ne fanno parte lavorano quotidianamente: la cabina è un luogo sia fisico che virtuale in cui sostanzialmente gli attori principali, dall’Autorità di sistema alle aziende che eseguono i lavori alla capitaneria al Ministero alla prefettura, devono scambiarsi informazioni per monitorare il procedere dei cantieri e al tempo stesso devono individuare quali soluzioni mettere in campo per rendere produttivi i primi due lotti».

Dunque sulla partenza della Darsena a lotti non ci sono più dubbi?

«Assolutamente, la volontà del governo è chiara e io la condivido».

Ma in che modo si possono rendere operativi quei lotti?

«I piazzali che si libereranno, come diceva il viceministro Rixi con cui sono costantemente in contatto, vanno messi a reddito. Resta da capire quale sia la scelta migliore, non per favorire un gruppo ma per generare quella capacità reddituale degli spazi che sia la più proficua e produttiva per gli interessi collettivi».

Dunque come vi muoverete?

«La cabina deve tener conto delle dinamiche economiche e commerciali di grande imprese che hanno le loro strategie».

Dunque vi relazionate anche col privato in questo momento?

«Nei limiti dell’aspetto normativo. Non regaliamo niente a nessuno, tutto dovrà avvenire secondo le regole e le normative per l’affidamento delle concessioni, seppur transitorie. Ma sentire gli imprenditori è importante per orientare le scelte tecniche finalizzate a portare i piazzali a reddito».

Ad ora, per la concessione definitiva della Darsena Europa si è fatto avanti soltanto un soggetto privato – la joint venture formata da Msc, Neri e Lorenzini -. Quanti sono i soggetti che finora registrate interessati alla Darsena a lotti?

«Più di uno, e questo è facile capirlo. D’altra parte su Darsena Europa c’è l’interesse di Msc Neri e Lorenzini, su Tdt quello di Grimaldi. Dunque i competitor per quelle aree ad ora sono almeno due e stiamo parlando di due colossi. Vedremo gli interessi specifici sui due lotti che saranno liberati: è facile ipotizzare l’interesse anche di altri».

Dunque di fatto si apre all’ipotesi di rendere disponibili i primi piazzali intanto per un traffico diverso da quello dei container?

«Sicuramente si tratta di spazi che possono essere destinati ai ro-ro ma anche ad altri tipi di attività. Non possiamo porre alcun limite».

Diversi operatori avevano mostrato perplessità rispetto alla concessione temporanea a lotti, ritenendo che essa potesse in qualche modo rallentare le operazioni del concessionario finale, danneggiandone gli interessi e magari limitando l’appetibilità della piattaforma.

«Non condivido l’analisi di chi dice che l’apertura a lotti andrà a frenare l’operazione. L’unico soggetto che ha manifestato interesse per ora è un player di livello mondiale con cui le istituzioni stanno ragionando. Non c’è motivo da parte di questo gruppo di preoccuparsi per il fatto che intanto due lotti possano essere dati in concessione temporanea magari a un suo competitor».

L’obiettivo di rendere i piazzali disponibili prima possibile, già entro il 25 è realizzabile secondo lei?

«Così aveva annunciato il presidente Guerrieri dicendo che il primo lotto sarà a disposizione a fine 2025 e il secondo a inizio 2026».

Quali saranno le formule giuridiche per le concessioni provvisorie dei primi lotti realizzati?

«Ci sta lavorando l’Adsp, che è il deus ex machina di questa partita anche per competenza. Ma il problema principale è tecnico: bisogna correre per realizzare i primi due spazi, il tema economico sarà vedere come andranno messi a reddito e infine affronteremo il problema giuridico».

Dopo la manifestazione d’interesse della cordata Msc-Neri-Lorenzini non ci sono state più notizie: lei ritiene ancora che il bando sia il modo migliore per la concessione di un’infrastruttura da mezzo miliardo di euro di investimenti pubblici?

«Il bando di gara ad evidenza pubblica è l’unica via e lo vado ripetendo da sempre».

Ma esistono anche altri percorsi previsti dalla legge per velocizzare.

«Si può accelerare anche col bando».

Qualcuno sostiene che l’Antitrust potrebbe presto accendere un faro sulla Darsena Europa rispetto alla proposta di Msc, sulla stregua di quanto era già successo quando Msc stava prendendo Tdt.

«Non ho riscontri in questo senso. L’Antitrust entra in gioco quando ci sono le carte ufficiali per l’assegnazione. Per ora non è stato intrapreso nessun percorso giuridico, è arrivata solo una manifestazione d’interesse, in ragione della quale Msc e i suoi soci hanno chiesto elementi in più sul progetto per capire se poi partecipare alla gara».

Sono giorni molto caldi sul fronte portuale anche per il rinnovo della presidenza. Dal suo osservatorio come vede la partita?

«Come dicevo sono in costante contatto col viceministro Rixi ma anche col presidente Giani. La procedura prevede che decida il ministro sulla base di un’intesa che deve essere raggiunta col presidente della Regione. Posso confermare che c’è piena collaborazione tra Mit e Regione: il nuovo presidente sarà un nome assolutamente condiviso da entrambi. C’è grande serietà collaborativa che fa onore a questi enti, perché si deve scegliere una persona giusta per fare il meglio per il porto».

Ritiene che sarebbe opportuno accelerare per dare forza all’Authority rispetto alla debolezza che può esserci con un incarico scaduto?

«Non vedo alcuna debolezza: finché rimane in carica l’attuale presidente ha le stesse prerogative di sempre. Sicuramente i tempi saranno brevi, ma adeguati alla necessità di fare una scelta consapevole estremamente ragionata».

I sindacati e i lavoratori l’hanno chiamata in causa per la vertenza Ltm, ennesima crisi del lavoro.

«Hanno avuto un incontro con Porto 2000, poi andranno in Adsp e infine in prefettura per capire gli spazi sulla tenuta occupazionale. Sono consapevole che le scelte imprenditoriali che sta facendo Ltm sono dovute a logiche commerciali, ma quello che interessa a me è che siano mantenuti i livelli occupazionali, sia quantitativi che qualitativi, perché essi incidono sulla coesione sociale e sull’equilibrio del sistema portuale. Ogni strategia deve esser valutata alla luce delle tutele dei lavoratori, ma mi pare che il dialogo instaurato sia ben avviato».