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La risposta pubblica

Livorno, «Rafforzare i controlli a Shangai»: il prefetto in aiuto di via Nino Bixio

di Stefano Taglione
Il cosiddetto "anfiteatro", l'edificio di alloggi popolari di Shangai all'angolo fra via Nino Bixio e via Niccolò Stenone
Il cosiddetto "anfiteatro", l'edificio di alloggi popolari di Shangai all'angolo fra via Nino Bixio e via Niccolò Stenone

Giancarlo Dionisi, dopo le proteste dei residenti del cosiddetto "anfiteatro" delle case popolari, dispone operazioni mirate nel rione nord. Allo stesso tempo, chiede ai cittadini di denunciare: «Dall'anno scorso ad oggi da lì nessuna segnalazione di reati all'autorità giudiziaria»

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LIVORNO.«Ho già disposto che polizia e carabinieri intensifichino i controlli in via Nino Bixio, così come stiamo facendo in altri quartieri della città, con operazioni mirate per contrastare fenomeni di microcriminalità e illegalità diffusa. Non posso non rilevare che il degrado urbano, spesso correlato al disagio sociale ed economico, contribuisce a una maggiore percezione di insicurezza tra i cittadini. Su questo fronte, il confronto costruttivo con gli enti preposti al miglioramento di questi aspetti, in particolare il Comune, è sempre aperto. Ringrazio il sindaco Luca Salvetti e l’intera giunta per il prezioso contributo prestato nel rafforzare la percezione di sicurezza e la vivibilità dei cittadini onesti. Rinnovo quindi l’appello ai residenti onesti di via Nino Bixio: le istituzioni sono al vostro fianco, ma abbiamo bisogno della vostra collaborazione attiva per contrastare e sradicare queste situazioni di illegalità».

A parlare, dopo le proteste delle circa 60 famiglie che abitano nel cosiddetto “anfiteatro” fra via Nino Bixio e via Niccolò Stenone, nel rione di Shangai, è il prefetto Giancarlo Dionisi. Il massimo rappresentante territoriale del Governo interviene dopo l’appello di uno dei residenti del condominio di case popolari, il quarantatreenne Thomas Moltomoli, che a nome degli abitanti dei civici 10-12-14-16-18-28 di via Bixio ha chiesto a Casalp (e, anche se indirettamente, anche alle istituzioni) di intervenire perché, con cadenza quasi quotidiana, le persone che abitano nell’edificio Erp si trovano a far fronte a danni alle auto, sbandati che si ubriacano nelle cantine, dove sono state sorprese pure coppie a fare sesso e a consumare cocaina.

Dopo il grido d’allarme di Moltomoli il prefetto – che già nei mesi scorsi aveva disposto nel quartiere un’operazione ad alto impatto, con pattugliamenti e controlli intensi – ha subito verificato se, fra l’anno scorso e i primi mesi del 2025, vi fossero stati esposti o denunce in tal senso. Ma, ufficialmente, non risulta inviata alcuna segnalazione all’autorità giudiziaria. Un aspetto, questo, che senz’altro lo ha sorpreso. «Desidero ribadire con fermezza che le forze di polizia sono assolutamente al fianco dei cittadini onesti e operano costantemente per garantire sicurezza e legalità su tutto il territorio – le parole di Dionisi –. Tuttavia è fondamentale sottolineare che, affinché le forze dell’ordine possano intervenire in maniera mirata ed efficace, è necessario che vi siano denunce formali o, quantomeno, segnalazioni dettagliate e circostanziate. Non basta parlarne sui giornali: servono elementi concreti che permettano di indirizzare al meglio l’azione investigativa e repressiva. È dovere di ogni cittadino onesto, che vuole migliorare la qualità della vita nel proprio quartiere, collaborare con le autorità fornendo informazioni utili attraverso esposti o denunce. Segnalo, infatti, che nel corso dell’intero 2024 e nei primi mesi del 2025 non risultano denunce presentate su episodi di spaccio, degrado o criminalità in quel perimetro. Come si può pretendere un intervento risolutivo se manca il primo e più importante passo, ovvero la segnalazione diretta alle forze dell’ordine?», conclude Dionisi.

Proprio in questi giorni Moltomoli invierà una prima mail a Casalp con le foto del degrado nel palazzo e un appello scritto a installare dei cancelli all’ingresso dei garage, dove sono stati sorpresi varie volte sbandati e, due giorni fa, addirittura trovati degli escrementi umani. Cancelli che, ovviamente, i residenti sono disposte a pagare a rate nelle bollette, «non li pretendiamo gratis», le parole del quarantatreenne. Moltomoli, che è padre di due figli, aveva inoltre raccontato che diversi abitanti, in particolare le donne e gli anziani, la sera hanno paura a uscire di casa, proprio per il timore di imbattersi degli uomini che si radunano fra le cantine al quarto piano del palazzo e nei garage sottostanti, strutturati un po’ come quelli di un centro commerciale, un “open space” che si trova al pian terreno e con le scale è poi collegato ai pieni, all’altezza della strada, senza divisioni interne. A tal proposito, sulla pagina Facebook del Tirreno, un abitante del civico 14, Christian Piscopo, ha spiegato di aver trovato «più volte i danni alle auto e feci umane. Ragazzini con le canne e droga buttati fuori a mali parole. Siringhe. E va avanti da mesi. Nessuno ci ascolta, nessuno fa niente. È percezione? Cosa aspettiamo, un’auto incendiata?». 

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