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A Livorno tra le gallerie segrete della Fortezza e i camminamenti lungo le mura

di Francesca Suggi
A Livorno tra le gallerie segrete della Fortezza e i camminamenti lungo le mura

Alla scoperta dei “luoghi inaccessibili” del monumento di fine Cinquecento. La società: «In cerca di partner per aprire al turismo queste belle aree visitabili»

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LIVORNO. In quota, lungo le mura storiche, tra merli e torrette. E poi giù, dentro la pancia della Fortezza Nuova. Da una parte il camminamento, ripristinato, accessibile ma ancora non aperto alle visite, da cui si gode un panorama pazzesco sui tetti del centro città. Dall’altra un labirinto di gallerie “segrete”, una sorta di tempio sotterraneo dove le mura cinquecentesche delle origini sono lì a riavvolgere il filo. A raccontare quel fortilizio del tardo cinquecento per immaginare le operazioni militari dei tempi con tanto di feritoie per i fucilieri.


Essere là dentro è come sfogliare la storia, una parte di storia della nostra città ideata da Bernardo Buontalenti insieme alla città pentagonale, su esplicita richiesta del Granduca Ferdinando de Medici. E la volontà di Fortezza Village è proprio quella di aprire anche queste meraviglie. Di cercare partner per valorizzarle, per incrementare turismo e visitatori.

«Stiamo cercando di ampliare queste aree sistemate e visitabili, attualmente non fruibili al pubblico, proprio per creare nuovi percorsi turistici: è per questo che auspichiamo il coinvolgimento di realtà dedicate per svolgere un servizio di visite in sicurezza», a fare la premessa è Barbara Milioni, event manager di Fortezza Village e consulente del Pnrr. È, infatti, con questi fondi, ben 1 milione e 300mila euro investiti sotto l’egida del Ministero della Cultura tramite la Sovrintendenza, che la Fortezza Nuova sta per rinascere a prova di barriere architettoniche, all’insegna del verde e dell’inclusione. A fine mese, inizio aprile la riapertura dopo un lungo periodo di lavori che ha portato alla chiusura del parco pubblico da parte di Fortezza Village che gestisce il bene dal 2019.


La società, infatti, si è aggiudicata un finanziamento per la rigenerazione dei parchi e dei giardini storici (coordinatore del progetto è l’architetta Chiara Ciampa). Adesso ci siamo. Con tutto un carico di storia su cui schiacciare l’acceleratore: percorsi in grado di trasporterà nei secoli di vita della Fortezza, con le sue trasformazioni, fino alle baracche degli sfollati della II guerra mondiale. Per arrivare a oggi.

Sui vecchi camminanti

Con Milioni alla scoperta di meraviglie storiche in quota. Dal Bastione sud, che ai tempi del degrado di quell’oasi verde era il luogo per eccellenza aimé di drogati e siringhe, si apre un cancelletto.

E soprattutto si apre un lungo camminamento, oltre 500 metri, lungo merli e torrette. «Questo camminamento è meraviglioso - dice Milioni - è sistemato, in sicurezza, aspetta solo di essere valorizzato attraverso visite e percorsi dedicati». Per ovvie ragioni di sicurezza la società non può consentire un libero accesso a queste aree.

«È per questo che cerchiamo realtà con cui creare collaborazioni ad hoc per questi tesori della storia livornese», continua lei che arriva da Roma.

Una volta terminato il camminamento si torna indietro. Si passa da quelle che erano le ex celle: locali recuperati, rinnovati, utilizzabili. Dal degrado a una nuova vita che sarà, a breve, all’insegna di spazi per coworking, associazioni, magari start up. Come ha sottolineato anche Massimiliano Frasca a nome della società: «La Fortezza deve rappresentare un teatro a cielo aperto contenitore di eventi per persone da 0 a 99 anni, tutto nel rispetto delle norme e di chi abita in zona». Contaminazione, interazione, sistema: sono tre pilastri della gestione di Fortezza Village.

Tra gallerie e fucilieri

Passata la galleria d’ingresso, prima di girare a sinistra per andare verso il giardino delle mura, ecco che due cancelli nascondono un mondo sotterraneo sconosciuto ai più. Un mondo sotterraneo che è tornato a vivere anche grazie al lavoro di tanti volontari che nel 2021 hanno contribuito a far rivivere questi tasselli di storia. «A quei tempi mi ricordo bene che trovammo di tutto là sotto, da materiali di risulta a ingombranti e anche centinaia di siringhe: venivano buttate da dentro le feritoie che altro non sono che le antichissime fucilerie, un sistema di difesa che permetteva ai soldati da dentro la Fortezza di sparare verso l’esterno», a raccontare questa imprese firmata anche da Reset, in un video datato 2021 è il presidente Giuseppe Pera, insieme al vice Mirco Mirabelli. Un’impresa portata avanti anche dai volontari di Acchiapparifiuti insieme ad altre realtà come Sons of the Ocean e le guardie ambientali di Aeza. Ovviamente con l’ausilio di Aamps a rimuovere e smaltire i materiali. E Barbara Milioni ancora ringrazia il lavoro fatto da questi gruppi di cittadini. «La sala del Forno, infatti, diventerà una galleria d’arte permanente a cura di Fidanda», ricorda. Un lavoro che permette oggi di avere pronte per essere visitate e ammirate, queste meraviglie sotterranee. Che collegano la Fortezza con la Falsa Braga. «Noi la chiamiamo la via di fuga», continua Milioni. Metri di gallerie. Con le mura di fine cinquecento, quelle autentiche delle origini. Guardare le feritoie in pietra da dove sparavano i fucilieri e immaginarsi come si viveva e si combatteva all'interno di questo possente baluardo, dall'uso delle artiglierie alle gallerie di sortita, alle leggende e tradizioni tramandate da secoli.

«Fucilerie, nicchie, un pozzo circolare: erano gallerie inaccessibili e noi siamo riusciti a liberarle», continua Giuseppe Pera nel suo video del maggio 2021 (in quelle operazioni di pulizia inclusero anche la vicina sala del forno). E si chiudeva con un’esortazione. «Sono luoghi di una bellezza unica: riprendiamoci la Fortezza Nuova».

Dal 2021 ad oggi sono passati 4 anni. E di strada la rinascita della Fortezza ne ha fatta. E ne sta facendo tra ritardi, impegno e investimenti. All’insegna sia delle novità che arriveranno da aprile là dentro, ma soprattutto valorizzando quel mondo sommerso di fine Cinquecento che dal dopoguerra delle famiglie sfollate a oggi è diventata oggetto di studi e anche protagonista di infinite leggende. Come la settima galleria, o galleria di contromina, che corre sotto al parco, lungo le mura difensive, lato scali del Teatro e del Pontino. l

 

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