Addio a Mauro Donati, anima del Ciucheba. Neno Vinciguerra: «Abbiamo vissuto anni spettacolari»
L’imprenditore è morto a 79 anni nella sua casa livornese dove viveva con la moglie. Il ricordo del pianista e amico: «Mauro sapeva guardare lontano»
CASTIGLIONCELLO. A passi svelti lungo la discesa fin quasi a toccare le onde, col suono del vento tra i pini secolari e la luna di una serata che sembrava dovesse non finire mai. Eccola, la casetta vista mare, immersa nelle note di una musica che sapeva di vita. Una lunga fila, abiti allacciati e via, ad abbracciare la notte, tra divanetti bassi e luci danzanti. Certi che in quel momento, davanti al Ciucheba, era come trovarsi in vetta al mondo. Il passo da discoteca di provincia a fucina di talenti c’è stato perché Mauro Donati ne ha coltivato il mito, vestendolo da palco delle grandi occasioni. Poi il Ciucheba ha chiuso, il suo patron è tornato a dipingere e l’edificio sede di mille notti rampanti prima è finito in stato d’abbandono e poi è stato demolito. Ma il mito è rimasto. E anche il nome di Mauro Donati, morto ieri mattina nella casa di Livorno dove viveva con la moglie Maria Romana (Romy) Clara, rimarrà per sempre inciso nella storia di tutto il nostro territorio.
L’addio
La notizia, in città, ha cominciato a circolare nella tarda mattinata di ieri. Il patron del Ciucheba ha avuto un arresto cardiaco a due mesi da un malore da cui non si era mai ripreso completamente. È morto nella sua casa di via Di Franco, in centro. Aveva 79 anni e lascia la moglie, i figli Mia, Mattia e Michelangelo e vari nipoti. La salma è stata trasportata ieri pomeriggio dall’abitazione alla saletta Svs di fronte al cimitero dei Lupi e oggi alle 16, 45 ci sarà la cremazione, senza rito religioso, per dare l’addio a chi ha creato ricordi indelebili.
«È stato un pioniere»
È stato un uomo lungimirante, Mauro Donati. Un imprenditore vecchio stile che ha saputo cavalcare un’epoca. Quella in cui la vita notturna ruggiva lungo una costa in fermento. E a Castiglioncello arrivavano giovani da tutta la regione. «Il Ciucheba era uno spettacolo. E Mauro era un grande uomo. Oltre che un pioniere nel suo campo». Quello che Eugenio “Neno” Vinciguerra fa del suo amico scomparso è un ricordo accorato, in cui il passato indossa il mantello dell’emozione. «A quell’epoca ero in giro con Milva quando Mauro mi chiese di andare da lui a fare piano bar. “E cosa devo fare? ” , gli domandai. Lui fu perentorio, mi rispose: “Suoni e canti”». E da qual momento iniziò un’inossidabile collaborazione.
«Locale spettacolare»
«Il Ciucheba – racconta Vinciguerra – era uno spettacolo. Da lì sono passati tutti i grandi nomi. C’era Loredana Berté, per esempio. E poi Franco Califano, Alba Parietti, Renato Zero. Ma anche tanti altri. La gente prima andava alla Bussola, invece da un certo punto in poi era sempre il Ciucheba a essere stracolmo di persone». Gli anni d’oro sono stati i Settanta. «Era tutto incredibile, sconvolgente. La gente veniva da ogni parte della Toscana ed era fantastico». E Mauro Donati era sempre lì, a fare da padrone di casa. «Gli volevo molto bene, sa. Era un grande uomo oltre che un pioniere in grado di vedere lontano».
Il post Ciucheba
Del resto l’epoca del Ciucheba firmato Mauro Donati è rimasta nel cuore di tutti i ragazzi di allora. Quell’edificio bianco con scorcio sul mare è stato per molti segno di vita vissuta e rappresentazione dell’energia giovane di un’epoca che fu. Poi lo storico locale ha chiuso. Era l’inizio degli anni 2000 e da quel periodo è iniziata la parabola discendente della vita notturna. Non solo a Castiglioncello, con una tendenza che si può dire sia stata generale. Tutto è cambiato e, dopo qualche anno di abbandono, l’edificio che un tempo ospitava la discoteca più famosa della costa è stato demolito e presto farà spazio alle case. Nel frattempo lì, oltre la pineta, c’è una voragine. «Per me è stato un colpo al cuore», dice Vinciguerra. Ma i sogni non scompaiono, si tramandano. Dopo la dismissione del Ciucheba, d’altra parte, Mauro Donati si è trasferito a Livorno, tornando a dipingere circondato dall’amore dei suoi familiari. Fino a ieri mattina, quand’è morto nella sua casa del centro. «Ma nessuno – conclude il pianista “Neno” Vinciguerra – potrà mai dimenticarlo».