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Livorno, sacchi di carbone all’amministrazione appesi al gazebo della Terrazza Mascagni

Livorno, sacchi di carbone all’amministrazione appesi al gazebo della Terrazza Mascagni

L’idea è stata portata avanti da nove comitati cittadini per esprimere malcontento e delusione per l’andamento dell’anno che si è appena chiuso: «L’auspicio è che questo possa essere da stimolo per un 2025 migliore»

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LIVORNO.  Nove sacchi di carbone, appesi al gazebo della Terrazza Mascagni la mattina della befana, 6 gennaio 2025, e indirizzati al sindaco e all’amministrazione comunale della città di Livorno. È l’iniziativa, dal forte impatto simbolico, di nove comitati cittadini per esprimere il malcontento e la delusione dei cittadini per l'andamento del 2024, definito come "un anno da dimenticare".

La consegna dei sacchi di carbone è stata accompagnata da un breve discorso dei rappresentanti dei comitati, che hanno sottolineato le annose criticità irrisolte e le scelte fallimentari di questa amministrazione.

Il Coordinamento Mare Libero LIVORNO ha denunciato la scarsa disponibilità di spiagge libere a Livorno, occupate principalmente da stabilimenti balneari che richiedono un pagamento per l'accesso. La richiesta fatta al Comune è quella di garantire l'accesso gratuito alla battigia e un migliore equilibrio tra aree private e libere, per preservare il diritto pubblico al mare.

Orti Urbani e Loghino, Comitato Alluvionati e No Cubone hanno criticato Salvetti e l'amministrazione per la scarsa attenzione alle problematiche ambientali accusandoli di aver perseguito con ostinazione e di continuare a perseguire una cementificazione evitabile di ampie aree verdi del perimetro urbano, con il conseguente aumento del rischio idrogeologico. Hanno denunciato il consumo del suolo, portato avanti in maniera scellerata per il profitto e il beneficio di pochi, la distruzione di habitat naturali e il disinteresse verso ritrovamenti archeologici, come quelli emersi durante gli scavi al Cubone in via San Marino. Il Comitato Alluvionati ha segnalato, inoltre, il mancato impegno nel rispondere a un dossier consegnato al Comune quasi un anno fa, nonché il disinteresse per la scarsa qualità e per le tempistiche fuori controllo dei lavori in città da parte del Genio Civile. Gli Orti Urbani e il Loghino hanno anche avviato una raccolta firme per salvare l'area verde di via Goito, considerata fondamentale dai cittadini, e si sono impegnati a difendere il terreno dalla costruzione di nuove palazzine. «Le nostre sorelle e fratelli palestinesi ci insegnano che la terra è sacra e va difesa a tutti i costi», ha dichiarato la portavoce, aggiungendo che è proprio ciò che il collettivo degli Orti Urbani farà se dovesse continuare il progetto di costruire palazzine di edilizia privata su quel terreno.

Il Comitato Zona Nord ha espresso indignazione e delusione  per la mancata chiusura dell'impianto Ireos, che continua a bruciare rifiuti tossici vicino alle abitazioni, causando gravi problemi di salute. Inoltre, denuncia il traffico intenso e pericoloso in via Nord, aggravato dall'assenza di semafori o rotatorie, nonostante le ripetute richieste.

Il Coordinamento per la tutela dell’ospedale ha criticato l'Accordo di programma del 2020 per il nuovo ospedale, finanziato con 245 milioni di euro, ora lievitati a 315 milioni. I lavori non sono iniziati e i fondi regionali sembrano spariti. Si apprende dai media che i livornesi dovranno indebitarsi con l’INAIL per coprire i costi. Il Coordinamento ha chiesto trasparenza sul destino dei fondi e la ristrutturazione degli attuali padiglioni degli Ospedali Riuniti, unica certezza rimasta.

Il coordinamento sanità pubblica ha denunciato le lunghe liste d'attesa a Livorno, che penalizzano i cittadini meno abbienti, impossibilitati a pagare per cure private, e sottolineato la necessità di assumere personale per garantire una sanità universale e rispettare il diritto alla salute, come previsto dalla Costituzione. Solo così si potrà alleviare lo stress del personale sanitario e garantire l'accesso equo alle cure per tutti.

Per l’associazione Porto Pulito il 2024 è stato un anno negativo per il porto, con navi che continuano a utilizzare carburanti altamente tossici e una stagione turistica che ha peggiorato l'inquinamento e il traffico. L'apertura di un hub per croceristi in via Cogorano ha aggravato la situazione, mentre il comune ha seguito la decisione della regione di non installare centraline di monitoraggio ambientale. L’associazione Porto Pulito è determinata a ottenere giustizia e seguirà con attenzione la petizione che verrà discussa a breve in consiglio comunale.

Un anno da dimenticare anche per l’associazione Vedette per l’ambiente per la tutela del Limoncino. L’associazione ha denunciato l’assenza di supporto da parte del Comune che ha lasciato soli i cittadini a fronteggiare le gravi problematiche ambientali che minacciano il territorio. Un’area particolarmente fragile e a forte rischio smottamento continua a essere oggetto di preoccupazione per la salute pubblica a causa del possibile inquinamento delle acque e dei terreni circostanti l’impianto industriale della discarica del monte La Poggia. 

L’auspicio dei promotori è che questo gesto simbolico sproni l'amministrazione a riflettere e ad adottare misure concrete per garantire un 2025.

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