Livorno, rissa di Natale a cinghiate a Calafuria: discoteca chiusa un mese
Almeno quattro persone, anche dopo altre liti, quella notte sono rimaste ferite. La polizia spiega che dal locale le chiamate al 112 «sono state tardive»
LIVORNO. Dopo la rissa a cinghiate nei bagni della discoteca chiusa per 30 giorni “Precisamente a Calafuria”, sul Romito. Lo ha stabilito la questora di Livorno, Giusy Stellino. «Il provvedimento è scaturito in seguito ai fatti avvenuti la notte fra Natale e Santo Stefano all’interno e nelle pertinenze esterne del locale – spiegano da via Fiume – che, durante festeggiamenti per le festività, è divenuto lo scenario di una serie di violenti disordini fra i giovani frequentatori».
Uno di loro, infatti, mentre si trovava nell’area dei bagni interni «è stato aggredito, apparentemente senza alcuna ragione – ricostruiscono gli agenti – da un coetaneo e subito dopo da altri compagni dell’aggressore, anche con l’utilizzo di una cintura. Il ferito veniva poi soccorso da un’ambulanza chiamata da un amico e il personale sanitario, ravvisandone la necessità, ha avvisato le forze dell’ordine, il cui intervento invece non era stato richiesto dal gestore e dagli addetti ai servizi di controlli, nonostante fossero al corrente di cosa fosse accaduto».
Il ferito è stato dimesso con una prognosi di sette giorni. «Nel frattempo, gli agenti delle due volanti della polizia di Stato e i militari del radiomobile dei carabinieri – spiegano da via Fiume – arrivati all’ingresso della discoteca erano stati avvicinati da un altro ragazzo sanguinante alla testa, che ha poi denunciato di essere stato aggredito da un gruppo di giovani nel contesto di un’altra lite avvenuta poco prima nella pista da ballo». Per lui dieci giorni di prognosi: quest’ultimo sarebbe stato aggredito nella terrazza esterna del locale.
«Tutto personale di polizia intervenuto, vedendo i numerosi avventori che usciti dal locale spaziavano all’esterno in modo frenetico occupando pericolosamente anche la strada, peraltro non ben illuminata – prosegue la questura – si è visto costretto ad adottare ogni misura per tutelare la sicurezza pubblica».
Anche una ragazza, chiamando il 112, poco dopo ha raccontato «di essere stata malmenata». «Solo dopo una faticosa opera di mediazione le forze dell’ordine sono riuscite a ripristinare l’ordine pubblico – prosegue la polizia – sebbene taluni giovani, mostrando un atteggiamento minaccioso e aggressivo e noncuranti della presenza di poliziotti e carabinieri, avevano dichiarato di voler attendere l’uscita dalla discoteca delle rispettive parti antagoniste, determinati a esercitare le proprie ragioni».
Il giorno dopo, in ospedale, è stato curato anche un altro «frequentatore della discoteca – spiegano sempre i poliziotti – poi dimesso con 15 giorni di prognosi». A scoprirlo sono stati gli agenti del posto fisso del pronto soccorso, informati dal personale sanitario di viale Vittorio Alfieri. «Le tardive chiamate al 112 – conclude la questura – sono state effettuate dai responsabili soltanto dopo aver realizzato la totale incapacità di fronteggiare i disordini avvenuti all’interno e all’esterno della discoteca. A ciò si aggiunga la scarsa efficienza dell’impianto di videosorveglianza, che non ha fornito elementi utili idonei per la ricostruzione dell’esatta dinamica dei fatti ad eccezione del dato relativo al sovraffollamento registrato, quella notte, all’interno della discoteca».