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Livorno, protesta all’Isis: «Muri pericolanti e secchi d’acqua come sciacquoni»

di Luca Balestri
Livorno, protesta all’Isis: «Muri pericolanti e secchi d’acqua come sciacquoni»

Gli studenti del Niccolini Palli hanno scioperato e occupato il giardino

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LIVORNO. «Niccolini Palli in rovina». È questo il grido di dolore degli studenti dell’Isis di via Maggi e via Rossi, questi ultimi in sciopero con l’occupazione del cortile.

In un comunicato, firmato non solo dagli studenti del liceo ma anche dal collettivo Scuola di Carta, gli alunni elencano le criticità della scuola. «Da svariati giorni gli studenti del liceo soffrono condizioni precarie all’interno della scuola, la stessa scuola che finge sia tutto sotto controllo da mesi – si legge nella nota –. Purtroppo la lista dei problemi del Palli è diventata troppo lunga per essere ignorata». Scopo del comunicato, che è stato postato sulla pagina Instagram degli studenti liceali, è far sì che tutti i liceali si occupino della situazione scolastica, bene pubblico per eccellenza. E questa, dice la nota, «è una situazione che si riflette sul Palli in questo, ma ha una profonda correlazione con tutte le altre scuole e gli alunni, con l’indifferenza di chi dovrebbe salvaguardare gli studenti ma non fa nulla».

L’attacco alle istituzioni, soprattutto alla Provincia, è frontale. In primis, si specifica la sempiterna questione degli spazi inadeguati o mancanti: «Le problematiche comprendono una gestione abilista degli alunni con disabilità, poiché una gran parte di questi studenti sono situati in via Maggi, senza spazi e strumenti adeguati alla loro gestione». Annosa per chi protesta anche la questione delle «classi pollaio da più di trenta studenti, in cui si trovano costretti a ricorrere alle soluzioni più disparate, in classi non idonee che non erano state pensate per essere classi, come i laboratori di scienze e la biblioteca». E sulle infrastrutture i manifestanti elencano: «Porte che non si chiudono, termosifoni non funzionanti, nei bagni gli studenti sono costretti a tirare lo scarico con un secchio d’acqua». E concludono parlando del «muro del corridoio pericolante al secondo piano di via Rossi, dove è stato posto un nastro rosso per prevenire il passaggio degli studenti e in definitiva lasciato a marcire».

Dalla provincia risponde il consigliere con delega alla scuola Pietro Caruso: «In via Rossi i lavori finiranno dopo le vacanze natalizie, verrà messa una parete di cartongesso, ma ora non è pericolante», dice. Del problema dello scarico nei bagni la Provincia non è al corrente. Sulle altre infrastrutture sì invece: «Quest’anno per le finestre abbiamo messo centomila euro, ma con questi pochi soldi se ne aggiustano sì e no un centinaio. E questi soldi, che speriamo di investire anche il prossimo anno, sono per tutta la provincia – dichiara Caruso-. Per quanto riguarda gli educatori, noi siamo l’ultima ruota del carro. Tutti i soldi che ci sono stati arrivati dallo stato, li abbiamo distribuiti alle scuole, secondo le richieste che ci sono arrivate».

Invita ad abbassare i toni la preside del liceo Teresa Cini. «Preme invitare a un dialogo costruttivo – dice –. La dirigenza e il suo staff considerano il tema della sicurezza essenziale, e nelle loro responsabilità segnalano tempestivamente alle istituzioni competenti quanto necessario». Cini, poi, sottolinea l’importanza della collaborazione tra istituzioni per risolvere i problemi: «La collaborazione con le istituzioni è fattiva e costantemente rimodulata, al fine di affrontare al meglio le criticità che possono emergere. Tali questioni investono delle tematiche altamente sensibili, la cui competenza non è afferente solo all’istituzione scolastica e che pertanto non possono essere semplificate in un post». 
 

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