Il Tirreno

Livorno

Il caso

Livorno, arrestato un quarantaduenne: «È il picchiatore degli autisti dei bus». Chi è e le violenze

di Stefano Taglione

	I poliziotti durante un intervento per una aggressione su un bus (foto d’archivio)
I poliziotti durante un intervento per una aggressione su un bus (foto d’archivio)

È accusato di aver aggredito due dipendenti di Autolinee: il racconto dei due episodi

27 ottobre 2024
4 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Avrebbe picchiato prima un controllore, poi un autista di Autolinee toscane dopo averli insultati, minacciati, presi a sputi e rotto perfino le divise. Per questo il quarantaduenne brasiliano Alexsandro Andrade de Araujo è stato arrestato dalla Squadra mobile della polizia e trasferito ai domiciliari.

Uno dei dipendenti aggrediti, nelle scorse settimane, era stato intervistato dal Tirreno e aveva raccontato la sua disavventura: «Gli avevo semplicemente risposto che, se fosse voluto scendere in piazza della Repubblica – le sue parole, ricordando quei drammatico momenti – avrebbe dovuto prendere un bus urbano, perché il mio lì non si sarebbe fermato. Ma anziché darmi ascolto mi ha insultato, sputato e tirato due pugni in faccia». Ma Maurizio – questo il nome della vittima, 60 anni, che ha chiesto di non comparire col cognome – non è stato l’unico a essere pestato dal passeggero violento, visto che qualche giorno prima la stessa sorte era capitata a un suo collega, controllore su una tratta urbana, mentre a lui il fatto è successo mentre stava iniziando il viaggio sulla Livorno-Collesalvetti, la corsa scolastica che riporta gli studenti a casa dopo la scuola.

Le accuse

Il primo dei due episodi contestati risalirebbe allo scorso 26 settembre, quando un controllore della compagnia sale a bordo della linea cittadina 1+ e chiede ad Andrade de Araujo il biglietto: «Mentre si accingeva a fargli la sanzione – si legge nell’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Marco Sacquegna – l’indagato lo ha minacciato con espressioni quali “Ti ammazzo, ti mando all’ospedale, ti metto le mani addosso. Io sono brasiliano e non pago il biglietto”, colpendolo immediatamente con pugni al viso e, dopo avergli sputato, graffiandolo al torace e al collo fino a rompergli la camicia». A causa di quest’aggressione, il dipendente, è stato dimesso dal pronto soccorso con tre giorni di prognosi con una contusione allo zigomo destro e un ematoma nella regione cervicale anteriore.

La seconda aggressione, nei confronti di Maurizio, è poco più recente: dello scorso 2 ottobre. «Dopo avergli chiesto in modo aggressivo di fermarsi in piazza della Repubblica (nonostante lì il bus non fermasse ndr) – si legge sempre negli atti – ha dato in escandescenze minacciando il conducente con espressioni come “Vecchio, chi sei? Devi fare quello che ti dico io, mi scendi in piazza della Repubblica o ti faccio un c**o!”, iniziando al contempo a sputargli in faccia, dopodiché lo ha afferrato per il collo e lo ha strattonato più volte fino a strappargli la polo della divisa aziendale. Infine lo ha colpito con un paio di pugni al volto e, in testa, con una borsa che portava al seguito». Per questo, il sessantenne, è stato dimesso con un giorno di prognosi: una sua richiesta al medico di turno al triage, come lui stesso ammette, visto che ha espresso il desiderio di poter tornare immediatamente al lavoro «perché tutto sommato stavo bene, la mandibola non era rotta – spiega il dipendente aggredito – e non c’erano problemi dal punto di vista infettivo derivanti dallo sputo. È stata una mia decisione personale per stigmatizzare l’episodio e farmelo scivolare addosso il più velocemente possibile».

L’ordinanza

Il quarantaduenne è indagato per lesioni, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale. Secondo il tribunale «la reiterazione di analoghi fatti in un così breve tempo» da parte dell’indagato «suggerisce appieno la sussistenza di un concreto e attuale pericolo di reiterazione di analoghe fattispecie di reato, suggerimento avvalorato dai precedenti, anche specifici, i quali testimoniano un’indole violenta e del tutto refrattaria alle regole di convivenza civile». Per questo, accogliendo la richiesta della pm Sabrina Carmazzi, Andrade de Araujo è agli arresti domiciliari. Fondamentali, ai fini della decisione adottata, le denunce dei dipendenti, il doppio intervento della Squadra volante della questura e il lavoro dei colleghi della Mobile, diretti dal vicequestore Giuseppe Lodeserto.

«Sono soddisfatto»

Maurizio, al Tirreno, esprime la sua soddisfazione dopo l’operazione conclusa nei giorni scorsi: «Mi auguro che questa persona – le sue parole – realizzi di essere stata completamente fuori di sé e irrazionale. Io rivendico il diritto di poter lavorare serenamente, lui ora si deve assumere le responsabilità di fronte alla giustizia italiana».  

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
Politica

Sanità, è scontro Giani-Schillaci sui finanziamenti: le frasi al centro delle polemiche

di Cristiano Marcacci
Sportello legale