Livorno, cannibalizzano un’Alfa Giulietta e la incendiano in un campo
L'auto era stata rubata poche ore prima a Cascina: è stata distrutta lungo via della Cerreta, a Nugola, nel comune di Collesalvetti. A bordo mancavano i sedili, i display e perfino il motore
COLLESALVETTI. Hanno rubato un’Alfa Giulietta parcheggiata per le vie di Cascina. Poi l’hanno letteralmente cannibalizzata – smontando tutti i sedili, togliendo il motore e rimuovendo i display dalla parte anteriore – e data alle fiamme vicino a un casolare e a un vigneto lungo la strada provinciale della Cerreta, non lontano dall’abitato di Nugola, nel comune di Collesalvetti. Nottata choc, quella fra venerdì 4 e sabato 5 ottobre, per gli abitanti della zona, con le fiamme alte visibili da distanza. Numerose, e immediate, le chiamate al 112, con l’arrivo sul posto di una squadra dei vigili del fuoco e di una pattuglia del nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri, diretto dal tenente Gianraffaele Di Risi, per le indagini.
Rogo domato
La benzina incendiata e le lamiere incandescenti hanno costretto i pompieri a un duro lavoro per domare le fiamme, ma nel giro di qualche decina di minuti l’operazione è riuscita senza problemi. Gli “angeli in divisa”, con il loro intervento tempestivo, hanno evitato che il rogo si propagasse alla vegetazione circostante, in alcuni punti abbastanza fitta, dato che a poca distanza dalla berlina c’erano degli olivi, e più in là, un vigneto.
Proprietario ignaro
Il proprietario dell’auto, fino a ieri mattina, era ignaro dell’accaduto. Sono stati i militari dell’Arma, attraverso il numero di targa, a rintracciarlo. L’intestatario, un cascinese che aveva parcheggiato la macchina a bordo strada, non si era ancora accorto della sua sparizione e i carabinieri lo hanno informato del fatto che era ormai andata a fuoco. Dopodiché ha sporto denuncia per furto.
L’ipotesi
I militari, nel corso degli accertamenti, hanno scoperto che prima di essere data alle fiamme a bordo dell’auto mancavano i sedili, i display e perfino il motore. L’ipotesi è che sia stata prima cannibalizzata e poi distrutta. L’obiettivo? Rivenderne i pezzi più pregiati, con ogni probabilità. Più difficile, invece, che si sia trattato di un agguato ad personam. L’Alfa, stando a quanto appurato dagli investigatori, non sarebbe stata utilizzata per compiere altri reati, dal momento che nella notte in zona non si sono verificate “spaccate” nei negozi o altri episodi simili.