Il Tirreno

Livorno

L’inchiesta

Livorno, il medico dell’ospedale arrestato per violenze è indagato anche per corruzione

di Stefano Taglione

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L’ingresso del reparto di malattia infettive dell’ospedale di Livorno (foto d’archivio)

All’infettivologo gli sarebbero state offerte tre cene e regalati tre libri e un computer portatile

21 settembre 2024
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LIVORNO. È indagato anche per corruzione Claudio Pantini, il medico sessantaduenne del reparto di malattie infettive di Livorno (originario di Orbetello, in Maremma) arrestato poco più di un mese fa per violenza sessuale. L’infettivologo, secondo l’accusa, oltre ad aver abusato di alcuni pazienti durante visite ospedaliere risalenti a cinque-dieci anni fa – con gli esposti giunti prima alla direzione del reparto guidato dal primario Spartaco Sani e poi in procura solo recentemente – avrebbe beneficiato (cioè gli sarebbero state offerte o regalate stando sempre alla tesi degli inquirenti) di tre cene, tre libri per Natale e di un computer portatile. A regalarglieli sarebbe stata una delle presunte vittime, che ha poi sporto denuncia.

L’interdizione

È il quadro che emerge dall’inchiesta, diretta dalla pubblico ministero Alessandra Fera e delegata ai carabinieri del Nas, che il 9 agosto scorso ha portato all’arresto del dottore, ora ai domiciliari nella sua abitazione. Pantini è stato anche interdetto dalla professione per un anno (in questo ambito si tratta della misura cautelare massima in termini di durata) e, di conseguenza, l’Ordine grossetano (al quale era iscritto) lo ha sospeso, così come l’Asl Toscana nord ovest che, dopo aver ricevuto la comunicazione dell’esistenza del procedimento penale da parte della procura, ne ha disposto la privazione della retribuzione (in realtà metà stipendio, come da contratto nazionale). L’azienda sanitaria, fin dal primo momento, ha collaborato attivamente con gli inquirenti, fornendo loro gli esposti scritti ricevuti in merito alle accuse mosse nei confronti del medico, che lavora nel reparto livornese da oltre 20 anni e nel corso del tempo ha assistito oltre tremila pazienti.

Chi è il medico

Il sessantaduenne, nato a Orbetello il 10 marzo del ’62, ha frequentato le scuole in Maremma, si è laureato nell’aprile del 1990 in medicina e chirurgia all’Università di Siena, dove ha anche ottenuto l’abilitazione, e sempre nell’ateneo della città del Palio, l’8 novembre del ’94, si è specializzato in malattie infettive. Da oltre 20 anni si è trasferito a Livorno e, gli addetti ai lavori, lo considerano un medico molto preparato nel suo campo.

Parla l’avvocato

Nei giorni scorsi al Tirreno, attraverso il suo avvocato Renato Luparini, Pantini si era detto estraneo alle accuse. Negando, quindi, di aver commesso abusi nei confronti dei pazienti. E dicendosi pronto a fornire la sua versione dei fatti. «È una contestazione, quella della presunta corruzione, che riguarda tre cene in ristoranti normali non certo stellati, tre libri e un computer portatile che sarebbero stati offerti o regalati da una presunta vittima al medico – spiega il legale livornese –. Ho il massimo rispetto verso la magistratura, ovviamente, ma ritengo che queste siano semplici cortesie di un paziente grato nei confronti di un dottore con il quale ha avuto un rapporto professionale. Certamente non sono regalie a scopo corruttivo, ma rientrano nell’ordinarietà e nella consuetudine: si tratta di piccoli omaggi e cortesie, che chiunque può aver fatto al suo medico di fiducia. I libri, ad esempio, erano stati regalati per Natale. In ogni caso, il mio assistito, all’inizio della prossima settimana verrà ascoltato dal pubblico ministero e chiarirà tutto, parlando anche di quest’accusa, oltre che della contestata violenza sessuale. In questo momento siamo in una fase di indagini preliminari e ritengo che ogni accusa possa anche essere ritirata o comunque modificata».

L’interrogatorio

Subito dopo l’arresto, avvenuto a seguito dell’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale su richiesta della procura, Pantini insieme al suo avvocato Renato Luparini aveva scelto la linea del silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia. Nei giorni scorsi, dopo una valutazione più complessiva delle accuse mosse dagli investigatori, il medico si è detto pronto a parlare, fornendo la sua versione dei fatti. Sarà ascoltato all’inizio della prossima settimana dalla pubblico ministero Alessandra Fera.  

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