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Livorno

L'intervista

Tramonti sull'estate livornese, critiche e futuro:«Effetto Garibaldi crea comunità. Costi alti? Eventi pagati dai turisti»

di Federico Lazzotti
Tramonti sull'estate livornese, critiche e futuro:«Effetto Garibaldi crea comunità. Costi alti? Eventi pagati dai turisti»<br type="_moz" />

Il responsabile eventi e programmazione del Lem: «Creiamo potenzialità. Siamo diventati un modello per molti. I crocieristi? Sono escursionsti, chi arriva in centro deve restarci e non andare a Pisa e Firenze»

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LIVORNO. Il 29 settembre compirà 40 anni, nato lo stesso giorno di «Bersani e Silvio (Berlusconi)» ricorda sorridendo. I vecchi amici di scuola lo chiamano ancora “Taffe” (la festa di compleanno l’ha intitolata usando il suo soprannome), mentre i detrattori lo hanno ribattezzato «il capo villaggio», o «il gavettonaro dei bagni Fiume» per il legame con lo stabilimento dove ha inventato le Fiumiadi, muovendo i primi passi nell’universo dell’organizzazione di eventi.

Oggi Adriano Tramonti ha una società che lavora in questo mondo – “Smile” – fa politica (è iscritto al Pd) tanto da essere uno dei teorici del “modello Livorno” ispirato da Giorgio Kutufà insieme «a Rocco Garufo, Alessio Ciampini e Andrea Romano». Ma da quattro anni è soprattutto il volto «dell’estate più lunga del mondo a Livorno»: responsabile eventi e programmazione turistica della Fondazione Lem che organizza per il Comune manifestazioni di piazza e non solo.

Tramonti, partiamo dalla fine : il risultato dell’ultimo evento, “Effetto Garibaldi”, ha diviso tra chi sostiene sia stato un successo e chi dice un mezzo flop. Cosa ne pensa?

«Si tratta di strade che, quando ci sono questi eventi come Garibaldissima, vengono vissute in maniera allegra da tutta la comunità, sia quella straniera che quella italiana. In queste occasioni si mescolano, com’è giusto che sia, creando unità».

Al d là dell’aspetto sociologico?

«Il clima non ha certo aiutato. Ma la soddisfazione da parte dei ragazzi del Frankie pub, del negozio del riuso e la risposta del pubblico ai concerti ci rende felice».

Forse è mancata la collaborazione dei commercianti di via Garibaldi, visto che era tutto chiuso?

«Forse va corretto il tiro pensando a qualcosa di diverso, magari al pomeriggio con le bancarelle sul modello di via Grande. Ma su questo non è colpa di nessuno. Basta mettersi al tavolino e cercare una soluzione».

Ora che l’estate più lunga del mondo è finita possiamo fare un bilancio?

«Intanto una cosa: nell’anno delle elezioni non abbiamo cancellato nessun evento. E non era facile. Poi le dò due numeri visto che fondazione Lem si occupa di promozione turistica. Perché su questo abbiamo fatto un lavoro enorme. La campagna pubblicitaria sulla Nove ha avuto 500mila contatti unici con la tecnica dell’Addressable tv, la pubblicità mirata. Mentre il portale Visit Livorno ha avuto numeri enormi. Siamo secondi dietro solo a “Visit tuscany”».

Ma questi numeri poi come vengono messi a reddito per la città?

«A breve inseriremo le strutture ricettive livornesi sul nostro portale per abbattere costi di commissione che fanno Booking e Airbnb agli imprenditori. È il primo piano di marketing turistico fatto a Livorno e adottato dal Comune. È un’unicità che ci contraddistingue nel panorama toscano».

Quindi lei vede il bicchiere mezzo pieno nonostante le critiche?

«Livorno è in una fase di educazione al turismo. I crocieristi ad esempio, sono escursionisti, non turisti».

Cosa intende?

«Che hanno un maggiore impatto ambientale sulla città, ma un ritorno economico inferiore rispetto al pernottamento».

Dunque dove sta il punto di caduta?

«Dobbiamo fare un balzo in avanti nel pernottamento e dare ai croceristi servizi affinché restino a Livorno senza usare la città come hub per andare a Pisa e Firenze. Insomma: chi scende in via Cogorano deve restare in centro e non andare altrove. E questo è possibile anche grazie ai percorsi pedonali che sono stati ideati con le associazioni di categoria».

Quindi è dalla parte dei residenti del centro che si lamentano dell’inquinamento causato dai pullman dei crocieristi?

«Mettiamola così: chi decide di andare a Pisa e Firenze deve deciderlo sottobordo. In questo modo avremo meno pullman in centro. Questo potrebbe essere il compromesso da mettere sul piatto con i residenti. Perché su una cosa siamo tutti d’accordo: il centro di Livorno non può essere una stazione di partenza per Pisa e Firenze».

Restiamo sulle polemiche che vengono mosse alla Fondazione: la prima riguarda il presunto aumento del finanziamento da parte del Comune di Livorno, l’altro che «il modello della ribotta» con concerti e cene alla fine non dia vero lavoro.

«Comincio dalla prima: la Fondazione prende dal Comune circa 1,2 milioni di euro. Un milione arriva dalla tassa di soggiorno che pagano i turisti e 150 mila euro da sponsor privati. Tre anni fa erano 350mila euro. Questo per dire che gli eventi non li pagano i livornesi, come insinua qualcuno, ma sono i turisti a pagarli ai livornesi. Sulla seconda, invece, noi creiamo la potenzialità, le condizioni. Poi sta al piccolo, medio e grande imprenditore fare i giusti contratti ai lavoratori».

Senta, facciamo un gioco, ci dica la manifestazione che funziona meglio e quella da migliorare?

«Straborgo si è consolidato anche perché è il primo della stagione. Ma anche la scelta artistica di un pubblico giovane ci ha premiato. Addirittura per i discografici portare un cantante a giugno a Livorno è diventato una specie di porta fortuna: è successo con Rosa Chemical, Tananai, e Rose Villain. Merito anche del Cage che ci supporta nelle scelte. Su Effetto Venezia, invece, stiamo tornando alle origini e nella quarantesima edizione ci sarà una formula che torna al passato».

E quella da migliorare?

«Parlerei di potenzialità. E credo che in questo la “Settimana velica”, quando sarà finito il porto turistico, potrà diventare un evento come la Barcolana a Trieste».

Lei sarà ancora al timone della nave del Lem?

«Non nego che è un viaggio che vorrei proseguire». l

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