La guida
In 50 da Livorno alle Paralimpiadi di Parigi per Christian Volpi: «Faremo un tifo da stadio»
Alle 10,10 del 6 settembre il debutto nelle batterie di paracanoa. L'amico Federico: «Ho la sua foto tatuato, abbiamo magliette a tema per spingerlo verso il sogno, ma comunque vada la sua è già un'impresa»
LIVORNO. Uno di loro, Federico Bartorelli, è suo amico dai tempi dell’asilo. Ha pianto e gioito per lui, si è tatuato perfino la sua foto mentre mostra i bicipiti. E già la notte stessa dell’incidente, quella fra il 12 e il 13 maggio del 2021, insieme al gruppo del cuore sperava che suo “fratello” riuscisse a sopravvivere al dramma, immaginando un futuro a “tre agitos”: «Ce la farà, lo rivedremo alle Paralimpiadi di Parigi 2024», diceva convinto insieme ad altri sei amici mentre attendeva notizie fuori dal pronto soccorso.
Quel giorno è arrivato. Il 6 settembre, alle 10,10, il livornese Christian Volpi, tre anni dopo la tragedia in scooter di via di Levante in cui ha perso le gambe, debutta in paracanoa alle Olimpiadi e si gioca l’accesso alla semifinale (ma se vince la batteria vola direttamente in finale) nel bacino artificiale di Vaires-sur-Marne, alle porte di Parigi. La sua categoria è la KL2 200 metri, nella quale è vicecampione europeo in carica, ed è l’unico italiano in gara. In Francia lo hanno seguito in 50: 30 amici da Livorno e altri fra familiari, fidanzata e parenti di quest’ultima. Una folla che dagli spalti urlerà il suo nome, vestita con una maglietta speciale, con la scritta «0586 Fly to Paris» davanti e «The Italian Ferrari», il soprannome che ha dato un telecronista in passato al venticinquenne, dietro. Il 5 settembre, sul volo Ryanair Pisa-Beauvais decollato dal Galilei alle 10,26, erano in 17. Ma altri sono partiti il 4: «Siamo orgogliosi di Christian, ha già fatto qualcosa di epico – le parole di Bartorelli – e anche a noi sta dando una bellissima opportunità, quella di essere qui per tifarlo alle Paralimpiadi. Non abbiamo mai fatto una vacanza in così tanti, tutti insieme, ci ha riunito. Lui è speciale, ha fatto un’impresa, noi ci abbiamo creduto fin dall’inizio, fin dalla notte dell’incidente. Lo conosciamo, sapevamo già quanto fosse forte e tenace».
Il gruppo labronico ha comprato sia i biglietti aerei che quelli delle Paralimpiadi subito dopo la conquista del pass, nel maggio scorso. «Abbiamo subito chiesto le ferie e acquistato voli, hotel e ticket per assistere a batterie, semifinale e finale – spiega Bartorelli – e rimarremo in Francia fino a domenica, toccando ferro. Per noi è già un motivo di orgoglio che sia arrivato qui, ora dobbiamo tifarlo tutti insieme e sperare che arrivi in finale, poi una volta lì vedremo cosa succederà. Se dovesse conquistare una medaglia saremmo in estasi...».
Appena atterrati a Parigi, Bartorelli e compagni, si sono scattati una foto davanti alla stazione dell’autobus. Poi sono saliti a bordo del pullman, e sulla metro, raggiungendo l’hotel. Sempre in treno, stamani, raggiungeranno l’impianto sportivo per urlare “Forza Christian”. «Gli abbiamo mandato la foto dopo l’atterraggio – confida Bartorelli – e ci ha risposto con poche parole. L’ho sentito teso, è comprensibilmente molto concentrato e non so se riusciremo a vederlo prima della gara. Ma non importa: l’importante è che stia sul pezzo e dia il meglio. Noi saremo in tribuna a spingerlo ancora più forte, cercheremo di creare la stessa atmosfera che ci potrebbe essere a Livorno, speriamo che in televisione sentano solo il nostro tifo. È una persona speciale, siamo veramente tanto orgogliosi di lui, ha fatto qualcosa che anche solo a raccontarlo è incredibile, visto che in due anni si è qualificato alle Paralimpiadi e ha vinto tante gare contro atleti formidabili».