Livorno, il viaggio in Spagna e i 31 chili di droga nascosti in auto: «Torno domenica, c’è meno gente». Le intercettazioni
Bruno Bugliesi, 67 anni, di Quercianella è l’uomo di primo piano di “Mexal”. È stato arrestato al ritorno da Barcellona per l’hashish trovata sotto la ruota di scorta
LIVORNO. «Torno la domenica…di solito il sabato o la domenica torno. Arrivo mercoledì sera, giovedì mi riposo…eh. Venerdì guardo tutto…o sabato… ma sabato sera c’è tanta gente che gira…la domenica sera è bono. C’è solo la gente che lavora che rientra a lavorare. Che rientra, capito? ». Sono le 18 del 3 marzo di quest’anno quando viene intercettato Bruno Bugliesi, 67 anni, di Quercianella e ora in carcere alle Sughere, accusato di aver spacciato a Livorno cocaina, eroina e hashish. Parla di un imminente viaggio in Spagna che è al centro di numerose conversazioni con Bernardo Bartoletti, anche lui in cella. Gli inquirenti non hanno dubbi: i controlli di cui Bugliesi parla nella conversazione telefonica si riferiscono alla verifica del carico di droga una volta “al sicuro” in auto, scegliendo la sera della domenica come giorno per riprendere l’aereo e tornare in Italia perché ci sarebbero meno controlli e più gente che rientra. Tradotto: meno occhi addosso.
È Bugliesi il personaggio di primo piano nell’ambito dell’operazione “Mexal” che, lunedì scorso, ha portato all’arresto da parte dei carabinieri di altre otto persone fra Livorno e provincia. Bugliesi, difeso dall’avvocato Nicola Giribaldi, è accusato di aver spacciato cocaina, eroina e hashish anche all’imprenditore Bernardo Bartoletti, 38 anni, di Castiglioncello, nella cui abitazione sono stati sequestrati tra l’altro allucinogeni che, secondo la procura, sarebbero stati utilizzati per dei riti sciamanici. E sempre Bugliesi è ritenuto responsabile dell’importazione, nel marzo scorso, di 31 chili sempre di hashish dalla Spagna e per questo è stato arrestato e ha un procedimento penale separato mentre, nel gennaio precedente, 20 chili della stessa droga leggera suddivisa in 200 panetti per 38mila euro nel Ravennate. In cella, oltre a Bartoletti e Bugliesi, il livornese Massimo Scotto, 57 anni, che insieme al 67enne avrebbe acquistato i 20 chili di hashish, mentre sempre con lui ne avrebbe importato altri 31 chili da Barcellona.
È il 12 marzo quando Bugliesi passa a prendere Scotto e in auto parlano dell’imminente viaggio in Spagna: il secondo chiede al primo se “gli spagnoli” siano stati contattati e Bugliesi riferisce di non averli più sentiti ma che comunque non ci sarebbero stati problemi. I due si accordano su come organizzarsi per il viaggio di andata verso la Spagna ed evidenziano la necessità di partire presto la mattina in modo da essere a Barcellona prima di cena, di procurarsi un navigatore del tipo Tom Tom in modo da non utilizzare il navigatore del telefono cellulare e di trovare una sistemazione in albergo, concordando però di andare in hotel diversi. Il 14 marzo Bugliesi – come è emerso dagli accertamenti svolti dalla polizia giudiziaria – acquista in un’agenzia di viaggio due biglietti per la tratta Firenze-Barcellona con partenza il 21 marzo alle 13,50 e rientro il 23 marzo alle 23,25 a nome di Massimo Scotto e Alessandro Simone Pini, livornese di 36 anni. Anche Bugliesi raggiunge Barcellona ma con un giorno di anticipo rispetto ai due – il 20 marzo – partendo alle 15,05 dall’aeroporto di Bologna.
Il 22 marzo è previsto il rientro in Italia di Bugliesi che però, durante un controllo, viene fermato a bordo della sua auto poco prima del casello di Rosignano Marittimo. Ed è allora che nel bagagliaio, sotto la ruota di scorta, vengono trovati 31 pacchi avvolti con nastro marrone del peso di un chilo ciascuno (ognuno contiene dieci panetti di hashish da 100 grammi). Bugliesi viene dunque arrestato in flagranza di reato.
La sera del 23 marzo – quindi il giorno successivo – è fissato il rientro in Italia di Scotto e Pini: atterrano all’aeroporto di Firenze intorno alle 23, 30 e salgono in macchina. Le “cimici” nascoste nell’auto non rilevano alcuna conversazione, nessun commento su Bugliesi: per gli inquirenti i due sono a conoscenza «dell’esito negativo dell’importazione della droga dalla Spagna in ragione dei mancati contatti con Bugliesi dal giorno del suo rientro in Italia». La mattina seguente Pini parla al telefono con un amico. «Sono tornato da Barcellona. A parte vabbè un viaggio del c…».
«Perché? », chiede l’amico. «È andata di m…, di m…, di m…, di m…. Poi te lo spiego».