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Livorno

La maxi operazione

Allucinogeni in Toscana, chi è il “gelataio” arrestato: il locale, la famosa cassatina e la casa alla baia

di Claudia Guarino

	La droga sequestrata
La droga sequestrata

Droga a chili in “volo” dal Messico fino a Castiglioncello: l’imprenditore 38enne finito in carcere viene da una famiglia di storici imprenditori

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CASTIGLIONCELLO. Quel pacco proveniente dal Perù alla Baia del Quercetano non c’è mai arrivato. Nessuno smarrimento. Ha finito la sua corsa all’aeroporto di Parigi dove è finito sotto sequestro perché conteneva la pistola fumante dell’operazione Mexal. Forse in quel momento “il gelataio” era in via del Sorriso a guardare il mare. Non lo sapremo mai. Quel che è certo è che adesso Bernardo Bartoletti è in carcere con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Perché nel pacco – che aveva come destinataria la madre ma che secondo gli investigatori era indirizzato a lui – c’erano due chili di mescalina in polvere. E perché a casa dell’indagato i carabinieri hanno trovato del “sudore di rospo”, un veleno che causa effetti allucinogeni.

“Il gelataio”

“Il gelataio” è il nome con cui Bartoletti viene indicato in alcune delle telefonate intercettate dagli investigatori. Per via della professione sua ma, in particolare, per via dell’azienda fondata dalla sua famiglia, che a Castiglioncello è molto nota. In tanti si ricorderanno il nonno Marcello, che rese celebre il Tennis Club in pineta Marradi aprendo le porte a nomi del calibro di Marcello Mastroianni a Paolo Panelli per poi inaugurare, successivamente, il ristorante discoteca Il Poggetto, alla Baia del Quercetano.

Il Dai Dai

Fu poi il padre Antonio – prima di morire d’infarto mentre si trovava al cinema col figlio – ad aprire la gelateria Dai Dai dove prima c’era il Poggetto, locale che è stato poi ereditato dai figli e alla cui amministrazione aveva per un periodo partecipato anche Bernardo Bartoletti. «Il Dai Dai non aprirà mai più al pubblico, ma rimarrà a disposizione solo per eventi e cerimonie», così disse l’indagato al Tirreno nel corso di un’intervista del 2019.

L’arresto
Pare che per un periodo Bartoletti non si sia visto a Castiglioncello, ma ultimamente era tornato in zona. Ed è proprio qui che è stato arrestato dai carabinieri, che l’hanno prelevato dalla sua casa vicina al Quercetano per portarlo in carcere eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare disposta nei suoi confronti dal giudice. Questo perché, secondo l’accusa, avrebbe importato (ordinando per posta o nel bagaglio che si portava dietro durante i viaggi) varie tipologie di droga: cocaina, la più conosciuta. Ma anche sostanze chiamate mescalina, kratom e ayahuasca che, sempre secondo l’accusa, avrebbe utilizzato anche per «riti di purificazione». Elemento, questo, ancora al vaglio degli inquirenti, così molti altri. Bartoletti è anche accusato di aver spacciato hashish a un rosignanese, fra il settembre e il dicembre dell’anno scorso, e in varie occasioni sarebbe stato lui l’acquirente nello scambio. A Castiglioncello la notizia dell’arresto a opera dei carabinieri contestualmente a un’inchiesta del genere è stata accolta con stupore. Adesso si trova con una misura cautelare firmata a suo carico sulla base di plurimi elementi d’indagine. E nei prossimi giorni sarà sentito dal giudice insieme al suo avvocato.

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