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A Livorno in 64 hanno già fatto cent'anni: «Ecco condizioni e profili della longevità»

di Martina Trivigno
A Livorno in 64 hanno già fatto cent'anni: «Ecco condizioni e profili della longevità»

Ma anche in città è afflitta dall’inverno demografico La nostra popolazione è più vecchia rispetto a quella regionale.Il dottor Angeletti: «È soprattutto questione di genetica ma il clima della nostra città allunga l’esistenza»

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Livorno Le passeggiate sul lungomare, poi un tuffo nell’acqua limpida, uno stile di vita sano con una dieta semplice ma corretta e, soprattutto, una buona genetica. Oggi a Livorno ci sono quattro centenari ogni 10mila abitanti, 64 in totale in città, perlopiù donne (52). È questo il rapporto dei centenari rispetto alla popolazione totale (153.186 abitanti, lo 0,4% in meno rispetto al 2023). L’ultima in ordine cronologico a spegnere 104 candeline è Severina Arcolini, vedova Cappagli, nata a Massa il 30 agosto 1920 e stabilitasi in città nel dopoguerra.

Il quadro complessivo

Come il resto d’Italia, anche Livorno è afflitta dall’inverno demografico, ossia un rallentamento nella crescita della popolazione. La pandemia poi ci ha messo lo zampino, accentuando il declino demografico già in atto. Così secondo i dati dell’Irpet, l’Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana, il risultato è che nel 2024 la popolazione del comune di Livorno conta 21.756 in meno rispetto a 40 anni fa. Di conseguenza – spiega l’Istituto – la popolazione in età da lavoro è ormai sotto la soglia delle 100mila unità, mentre si è quasi dimezzato il numero di chi ha tra 0 e 14 anni ed è aumentata di oltre il 50% quella di chi ha più di 65 anni.

Tradotto: la popolazione livornese è diventata più vecchia in misura superiore a quanto accaduto a livello regionale. L’età media della popolazione, infatti, è di 48,7 anni, un anno in più di quella regionale. Ogni 100 persone in età da lavoro ci sono 63,9 persone “dipendenti”, di cui 45,4 con più di 65 anni e 18,5 con meno di 15. E ogni 100 persone con meno di 15 anni ce ne sono 246,3 che ne hanno oltre 65.

Le previsioni per il futuro

Per il futuro – sottolinea l’Irpet – queste dinamiche demografiche negative continueranno ad accentuarsi. «Attraverso il modello demografico dell’Irpet è possibile elaborare scenari sull’evoluzione della popolazione toscana, scendendo a livello comunale, in un orizzonte temporale che arriva fino al 2060 – sottolinea nello studio – . Il tasso di fecondità è ipotizzato in aumento, le aspettative di vita sono supposte in crescita e il saldo migratorio, da e verso l’estero e le altre regioni, è assunto in aumento per i primi anni del periodo di previsione e in attenuazione negli anni successivi». Questo l’esito: la popolazione livornese diminuirà ancora fino ad arrivare a 120mila persone nel 2060. «La gran parte di questo decremento sarà dovuto alla diminuzione della popolazione in età da lavoro, che passerà da poco più dalle 90mila unità di oggi a 75mila nel 2040 e 65mila nel 2060. Diminuirà, invece, di 3.400 persone il numero degli under 15 che arriverà a 12mila nel 2060. L’aumento della popolazione con più di 65 anni sarà di sole 700 unità», sottolinea l’Irpet.

La medicina

Il dottor Massimo Angeletti, segretario generale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) della provincia di Livorno, ha 1.600 assistiti e di questi 450 sono over 65, 145 over 80 e 36 over 90 (di cui 8 over 95). «Sgomberiamo subito il campo da facili entusiasmi – sottolinea il medico di famiglia – : la longevità dipende soprattutto dalla genetica. In altre parole, i nostri genitori sono, nel bene e nel male, gli artefici della nostra aspettativa di vita. Esistono però delle buone pratiche che possono aiutare: l’astensione da abitudini voluttuarie (fumo e alcol) e seguire una dieta mediterranea che incide sul controllo delle patologie. Va poi ricordato che è anche grazie al clima, in particolare alla ventilazione che allontana gli agenti inquinanti, e all’ambiente sociale che abbiamo a Livorno, se i nostri anziani vivono di più e meglio».

«Dal punto di vista medico non dobbiamo dimenticare che alcuni farmaci possono diventare dannosi per gli anziani ed è nostro compito rimuoverli quando non necessari – conclude Angeletti – . Mi riferisco, ad esempio, alle terapie per il controllo del metabolismo (vitamina D o colesterolo): sono importanti in giovane età ma negli anziani possono avere effetti negativi». l

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