Livorno, vende pesce abusivamente ai Quattro Mori: maxi-sequestro
Capitaneria di porto e municipale hanno tolto dal mercato 60 chili di prodotto ittico, donato alla Caritas. Scoperto tonni sotto peso, multa per 5.000 euro all'esercente irregolare
LIVORNO. Stava vendendo il pesce abusivamente davanti ai Quattro Mori. Per questo, un esercente albanese, è stato multato per cinquemila euro e a lui, la guardia costiera e la polizia municipale, hanno sequestrato 60 chili di prodotti. Nella mattinata di mercoledì scorso, infatti, «è stato fatto un nuovo blitz per il contrasto dell’attività di commercio dei prodotti della pesca da parte dei cosiddetti abusivi che, camuffandosi tra i pescatori professionali, continuano a vendere sui banchi prodotti ittici di dubbia provenienza, lasciando intendere all’ignaro consumatore che trattasi di pesce appena pescato a Livorno dai pescherecci locali», scrive la capitaneria di porto, che ha agito in maniera congiunta con gli agenti locali.
«Ma non è tutto – proseguono i militari – perché nascoste sottobanco in mezzo ai contenitori sono state rinvenute decine di esemplari di tonno rosso (“thunnus thynnus”) allo stato giovanile della lunghezza media di 25 centimetri e quindi ben al disotto dei 115 centimetri previsti dalla normativa in vigore ai fini della riproduzione e la salvaguardia di questa specie». Tutti i tonnetti sono stati sequestrati. «Parte dei prodotti, previa valutazione di idoneità al consumo umano da parte dell’autorità sanitaria, anch’essa intervenuta sul posto – riepilogano dalla direzione marittina della Toscana, diretta dal contrammiraglio Gaetano Angora – è stata successivamente donata in beneficenza alla Caritas».
Era successo, in occasione di altri sequestri, che i militari donassero il pesce sequestrato all’ente confessionale che nella nostra città ha sede in Corea, in via La Pira. «La guardia costiera – si legge in una nota – rinnova il messaggio ai consumatori a diffidare dalla vendita abusiva di prodotti ittici effettuata da soggetti non autorizzati che non offrono alcuna garanzia di salubrità del pesce esposto».