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Livorno, caos in un locale di viale Italia: vigile urbano preso a pugni

di Stefano Taglione
Il Kalypso club
Il Kalypso club

La polizia municipale era al Kalypso club per un controllo sul volume della musica dopo le segnalazioni. Ma il lavoratore accusato di aver colpito l'agente, Daniele Fabbrizi, si difende: «Prima sono stato spinto e provocato, mi ha pure chiamato "Rambo"»

26 agosto 2024
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LIVORNO. Avrebbe preso a pugni un agente della polizia municipale: «È colpa tua se è scoppiato questo casino», le sue parole prima di colpirlo durante il controllo. Caos fuori dal locale Kalypso club di viale Italia, accanto alla Terrazza Mascagni, dove un vigile urbano nella notte fra sabato 24 e domenica 25 agosto è stato aggredito dopo un alterco con uno dei dipendenti del locale, il livornese Daniele Fabbrizi: «Io sono stato spinto e gli ho tirato una botta, però non gli ho fatto male, prima fra l’altro sono stato provocato: 200 testimoni hanno assistito alla scena», spiega il lavoratore. Il pubblico ufficiale, che si trovava lì insieme a cinque colleghi, è stato poi accompagnato al pronto soccorso e dimesso con pochi giorni di prognosi.

Cosa è successo

La polizia municipale, attorno alle 2 della notte fra sabato 24 e domenica 25 agosto, era stata chiamata da alcuni abitanti della zona, infastiditi dai rumori provenire da locale. Per questo tre pattuglie si sono recate sul lungomare per verificare la segnalazione. «Mi hanno svuotato il locale, c’erano 300 persone dentro – le parole di Fabbrizi – e nel mentre è scoppiato un casino, ho dovuto tenere a bada un sacco di persone che avrebbero voluto ribellarsi. Due ragazze sono pure venute alle mani (una è stata portata in ospedale con un’ambulanza ndr) e a un certo punto uno dei vigili mi ha chiamato “Rambo”. È a quel punto che mi sono arrabbiato e sono stato pure spinto. In ogni caso, la confusione è successa fuori. Dentro non è accaduto niente, c’erano anche dei bambini a ballare con i loro genitori, era una serata tranquilla fino a quel momento. Io per altro ho la licenza per stare con la musica accesa fino alle 4». Nel frattempo, in supporto della municipale, sono sopraggiunte diverse volanti della questura e le pattuglie dei carabinieri, che hanno riportato la calma.

Lo sfogo

Sulla pagina Facebook del locale, nelle prime ore di ieri, è comparso un messaggio di sfogo proprio contro l’operato della municipale. «Stasera – si legge nel post del ristorante-discopub “Da qualche parte”, che ora si chiama Kalypso – avevamo il locale strapieno. Ci siamo impegnati. Tutto credo perfetto. Ballava il bimbo di sei anni con il nonno, questo è il nostro locale. Non c’è quasi mai una discussione. Ce l’avete svuotato... arrivano sei della polizia municipale, mi provocano, ho i filmati, sbaglio sicuramente, ma invece di venire da me che ho le licenze e l’impianto tarato da un professionista, perché non andate a rompere le palle dagli abusivi? Vergognatevi: andremo fino in fondo». Lo sfogo ha ricevuto diversi “Mi piace” da parte degli utenti che lo hanno letto nel corso della giornata. Il Kalypso, due sere fa, stava festeggiando “La febbre del sabato sera”: dopo una cena a menù fisso (antipasto di terra, tagliata di manzo con rucola e grana, vino, acqua e caffè a 27 euro a persona) era infatti prevista l’esibizione di Giò Dj Rombolini, con il maestro Lusiano. «Serata meravigliosa come non mai – è il commento sui social di Rombolini – tantissima gente fra cena e dopo, anche se l’epilogo è stato imprevedibile e di fatto non è successo niente di eclatante, grazie a tutti. Grazie allo staff del locale, ormai abituato a certi numeri, che dà sempre il meglio di sé con ottimi risultati, superandosi di sabato in sabato, di giorno in giorno».

Le indagini

La polizia municipale, dopo l’aggressione, è ora al lavoro per ricostruire nel dettaglio i fatti e ufficialmente i vertici del corpo non commentano l’accaduto. Il vigile, per fortuna, sta meglio ed è tornato a casa. Ieri mattina è stato fatto un primo tentativo per acquisire le telecamere private installate all’interno del locale, mentre saranno scaricate anche quelle pubbliche del Comune, ammesso che abbiano inquadrato la scena, avvenuta a qualche metro dall’ingresso del discopub. Da valutare se possano essere utili anche gli impianti di videosorveglianza degli altri locali della zona, se puntano all’esterno, dove appunto sono avvenuti i fatti. «I testimoni chiariranno tutto, hanno visto ciò che è successo – rimarca Fabbrizi – sono stato provocato e all’agente ho tirato una botta dopo essere stato spinto. Ho reagito dopo essere stato provocato, mi ha chiamato “Rambo”».

 

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