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Palazzo de Larderel sfregiato, monito di Salvetti: «Chi sciupa Livorno fa male a tutti»

di Federico Lazzotti
Palazzo de Larderel sfregiato, monito di Salvetti: «Chi sciupa Livorno fa male a tutti»

La condanna unanime anche sui social: «Un segno che i cittadini vogliono partecipare al processo di crescita». L’idea del sindaco: «Creare spazi dove sia possibile fare graffiti e murales».

25 agosto 2024
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LIVORNO. Luca Salvetti è appena tornato da alcuni giorni di vacanza trascorsi in Inghilterra dove tra le altre città della Cornovaglia – ironia della sorte – ha visitato Bristol, una delle capitali britanniche della street art, diventata tale grazie al talento e ai murales realizzanti nel corso del tempo da Banksy (sì, quello visto al Museo della Città). «Quella – dice il primo cittadino – è arte urbana che qualifica e riqualifica un luogo. Lo abbiamo fatto anche a Livorno nel corso degli anni e ce ne sono testimonianze in tutta la città. Quello che invece prende la bomboletta e deturpa un muro, una panchina oppure un’opera d’arte fa altro. Che non c’entra nulla con il bello e l’arte».

Quindi sindaco ha visto cosa hanno fatto l’altra notte al Palazzo de Larderel: scritta a caratteri cubitali lungo la facciata inaugurata appena due anni fa?

«Sì, ho visto. Come amministrazione ci mettiamo a disposizione. Chiamerò il prima possibile il presidente del tribunale per capire quali intenzioni ha. Per noi non è un problema dare una mano e ritingere per togliere la scritta. Per quanto riguarda il resto mi voglio informare meglio».

Riguardo alla presunta firma degli autori?

«Sì, esatto».

Il giorno dell’inaugurazione della facciata del tribunale disse: «Noi livornesi abbiamo spesso difficoltà ad apprezzare la nostra città. Cosa che invece non succede per chi arriva da fuori. Guardare la città con gli occhi di chi viene da fuori è una scommessa che sto portando avanti. Mi auguro che questa sia una fase di assoluto rilancio complessivo. Oggi i cittadini livornesi vedono un altro pezzo della propria città che va al posto giusto». Qualcuno ancora non ha capito il suo messaggio?

«Guardi, il discorso è semplice: chiunque scelga sistematicamente di sciupare Livorno, scrivere sui muri, sulle panchine, per di più su palazzi storici fa del male alla città di Livorno. E questo lo dico indipendentemente da chi scrive».

Ha qualche idea concreta da mettere sul tavolo?

«Io sarei per capire se c’è uno strumento o un sistema per creare una campagna per le scritte sui muri. A noi piacciono i murales. Danno invece fastidio le scritte assurde e senza senso. Dobbiamo ragionare su questo filone».

Secondo lei chi scrive per deturpare o deturpando senza capirlo ha un problema di educazione, di senso civico?

«Sono appena tornato da Bournemouth, ho visitato questa cittadina inglese della Cornovaglia insieme a Southampton e Bristol e ho trovato, a parte Bristol che è una città universitaria, le stesse situazioni di decoro e rispetto del senso civico che abbiamo qui da noi. A volte anche peggio. Ho visto a pochi metri di distanza l’uno dall’altro un divano buttato all’angolo di una strada e una bellissima opera di i Banksy. Sono problematiche che uniscono la stragrande maggioranza delle città del mondo».

Quindi come fare?

«Forse sarebbe l’ora di pensare in un altro modo. No alle scritte fatte in modo disordinato e non decoroso, meglio pensare a punti sul territorio dedicati e allestire spazi dove si può permettere l’arte graffitara. Senza così imbrattare i muri dei palazzi più belli della città».

Ma uno dei motivi di certe scritte è proprio quella di sfidare il divieto.

«Può essere, intanto possiamo fare un tentativo».

Una cosa positiva però c’è stata: la condanna unanime sui social allo sfregio fatto a Palazzo de Larderel.

«È il segno che nel processo che abbiamo in atto che riguarda crescita e decoro, i cittadini vogliono partecipare. Non vale per il 100% dei livornesi, c’è una percentuale che se ne frega e fa cose assurde. Ma è indicativo e incoraggiante. Sempre meglio di quelli che hanno imparato il giochino di svegliarsi e andare a scovare gli angoli brutti della città e dire sui social: “Guardate qui com’è brutta”. La nostra Livorno non è brutta e non mi stancherò mai di ripeterlo».

Cosa direbbe a chi ha fatto quella scritta e chi imbratta?

«A chi ha fatto quella scritta, e in generale a tutti quelli che deturpano, direi di ragionare su come rendere la città più bella».

Circa un mese e mezzo fa ha presentato il security manager. Può aver un ruolo questa figura nella lotta al decoro?

«Il security manager può collaborare. Ma noi sul decoro abbiamo fatto di più: nominato un assessore e un dirigente ad hoc. È chiaro che è una delle nostre priorità». l
 

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