Il Tirreno

Livorno

L’intervento

In costruzione in Sicilia i Tre Ponti del futuro

di Flavio Lombardi
Nella foto alcune parti dello scheletro in acciaio corten del nuovo ponte di Ardenza  Mare in costruzione al consorzio Santa Chiara di Agrigento
Nella foto alcune parti dello scheletro in acciaio corten del nuovo ponte di Ardenza Mare in costruzione al consorzio Santa Chiara di Agrigento

In un cantiere di Agrigento si lavora al maxi-scheletro d’acciaio, la struttura sarà trasportata su una chiatta fino ad Ardenza

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LIVORNO. Un viaggio ad Agrigento, nei cantieri del Consorzio Stabile Santa Chiara (del raggruppamento temporaneo di imprese guidato dal Consorzio Stabile Grandi Opere), per verificare che tutto proceda per il meglio, là dove operai specializzati in carpenteria sono alle fasi iniziali della costruzione dello scheletro dell’infrastruttura a una sola campata che andrà a sostituire i “Tre Ponti”.

La visita è stata fatta dagli ingegneri Francesco Pistone per il Genio Civile, Paolo Formichi, direttore dei lavori, e Andrea Cecconi progettista e direttore operativo.

Il cantiere nascosto

Si lavora dunque su due fronti per il nuovo collegamento che unirà la Rotonda al viale di Antignano. Mentre Livorno è in corso il cantiere per allestire la viabilità alternativa per il ponte Bailey provvisorio, in Sicilia si costruisce il futuro di una arteria fondamentale della nostra città.

I pezzi, in acciaio corten, cioè altamente resistente alla corrosione, vengono saldati in tronconi fino a completare mezza struttura in lunghezza: andranno a comporre due strisce di 55 metri per 11 che via mare arriveranno a Livorno per poi essere unite, dando corpo ad un ponte lungo 55 metri e largo 22 che sul posto sarà ulteriormente lavorato con l’asfaltatura e il passaggio definitivo di tutti i sottoservizi.

Il maxi trasporto via mare

L’operazione potrebbe riservare una ulteriore e affascinante sorpresa attualmente al vaglio dei progettisti e sulla quale non giungono conferme ufficiali vista la difficoltà dell’impresa: assemblarlo, prima di intraprendere il viaggio, già tutto in un unico pezzo: pronto per essere posato a destinazione. Una sfida che sarebbe degna delle trasmissioni di “Mega trasporti” che si possono vedere su Motor Trend, canale 59 del digitale terrestre e mai verificatasi in Italia.

Il piano A

Per il momento, in attesa di calcoli e al di là del fascino della sfida, si propende per l’ipotesi più “sicura”, quella dei due pezzi, da unire una volta arrivati in zona Rotonda.

Una ditta specializzata di Siracusa, che ha le chiatte giuste per i grandi trasferimenti marittimi, dovrebbe provvedere a trasportare le circa 440 tonnellate del “nostro” ponte facendo partire la spedizione dal porto di Augusta.

Il viaggio su chiatta

Con un millepiedi su ruote, i due pezzi del nuovo ponte saranno posati sul mezzo di trasporto dal pescaggio di un metro e venti centimetri che lascia prevedere, come già scrisse il Tirreno, un dragaggio alla foce del Rio Ardenza. Per arrivare a una profondità di 1,80 metri, permettendo alla chiatta, dopo cinque giorni di navigazione e trasportata da un rimorchiatore, di arrivare “di punta”, avvicinarsi quanto serve, e con due gru imbracare i manufatti, girarli di 180 gradi e incastrarli nelle spalle di alloggiamento nel frattempo realizzate. E infine, congiungere i due pezzi per creare il corpo unico.

Si andrà a finire fin sotto il Bailey, durante l’operazione, con la chiatta che imbarcherà acqua dai cassoni, creando zavorra, permettendo assoluta immobilità. Una operazione di alta ingegneria, fatta al millimetro, che dovrebbe durare dai due ai tre giorni.

Pali, palancole e bonifica

A fine agosto partirà la demolizione dei Tre Ponti, mentre si procederà a preparare il terreno ai palancolati che perimetreranno la realizzazione delle due spalle per accogliere il nuovo ponte e per lavorare all’asciutto. Inserite a battipalo, formeranno per circa sei metri sotto terra una parete verticale a paratia per resistere ai carichi laterali, mentre si pianteranno otto pali a sud e altrettanti a nord a una profondità di quaranta metri e di un diametro di un metro e mezzo.

Non dovrà mancare tuttavia nel frattempo, l’opera di bonifica bellica. Già espletata per fare le spalle del Bailey e che dovrà essere ripetuta lavorando a pochi metri di distanza più verso il mare.

I tempi

Le informazioni raccolte dagli ingegneri in Sicilia fanno ipotizzare che per gennaio-febbraio l’opera in carpenteria potrebbe essere terminata e pronta per fare rotta verso Livorno. Se fosse per inizio primavera 2025, potrebbe partire la posa dei sottoservizi e dell’asfaltatura e i sottoservizi. Ma è presto per sbilanciarsi.
 

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