Livorno, legionella negli stabilimenti: chiuse le docce in altri tre stabilimenti balneari
Si allarga il problema dopo i primi 4 casi. Ordinanze per Nettuno, Pancaldi e Paolieri
LIVORNO. Chiuse le docce calde in altri tre stabilimenti balneari. Dopo Roma, Onde del Tirreno, Lido e Cala Bianca, ecco lo stop anche per Nettuno, Pancaldi-Acquaviva e Paolieri. Quest’anno, insomma, la legionella ha lasciato pochi superstiti sul mare. E, laddove le analisi hanno dato esito positivo, le disposizioni sono le stesse per tutti: chiudere l’acqua calda, bonificare gli impianti, fare nuovi campionamenti e aspettare che l’esito sia negativo per poter riattivare il servizio doccia. Ma facciamo un passo indietro.
Il batterio
La legionella, lo ricordiamo, è un batterio che prolifera negli ambienti acquatici (specialmente tra i 20 e i 50 gradi) e provoca – nei casi più gravi – febbre alta. Si sviluppa prevalentemente dove ci sono contenitori con acqua stagnante ed entra nel corpo umano per via aerea. Cioè attraverso inalazione. Anche in considerazione di un generalizzato aumento dei casi, quest’anno l’Asl Toscana nord ovest ha disposto numerosi controlli all’interno di palestre e strutture ricettive del territorio. Effettuati prevalentemente tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, molti campionamenti hanno riguardato gli stabilimenti balneari di Livorno e Quercianella con analisi che, nella maggior parte dei casi, hanno dato esito positivo. Tracce di legionella oltre i limiti consentiti, cioè, sono stati trovati negli impianti di vari stabilimenti balneari.
La prima tranche
In un primo momento, dunque, il sindaco (tramite ordinanza, come richiede la procedura) ha disposto la chiusura delle docce calde dei Bagni Cala Bianca, Roma, Onde del Tirreno e Lido. «Abbiamo messo in atto tutte le operazioni di bonifica del caso – dice Andrea Picchi dei Roma –, le nuove analisi hanno dato esito negativo e, dunque, abbiamo riaperto le docce». Stessa cosa hanno fatto ai Bagni Cala Bianca di Quercianella mentre per quanto riguarda i Lido «abbiamo effettuato le nuove analisi – dice Riccardo Ganni – e siamo in attesa dei risultati». Perché solo quando l’esito sarà negativo lo stabilimento potrà riattivare per i suoi clienti il servizio sospeso.
Le nuove ordinanze
Nel frattempo stop alle docce calde anche ai Nettuno, ai Pancaldi- Acquaviva e ai Paolieri. Nel primo caso, «le docce calde sono chiuse – fanno sapere dalla direzione dei Nettuno – in attesa dell’esito delle ulteriori analisi», anche nel secondo caso c’è l’interdizione delle docce calde di competenza delle caldaie destra e sinistra, come conferma Giorgio Bonaventura, e per quanto riguarda i Paolieri ecco la sospensione delle docce calde di competenza della caldaia e del boiler. «Sì – conferma il gestore dello stabilimento di Quercianella, Sergio Bargagliotti – è successo anche a noi. E anche noi stiamo aspettando l’esito delle ultime analisi».
I “sopravvissuti”
È successo un po’ a tutti, a dire la verità. Considerando che per quanto riguarda Livorno città si sono “salvati” dalla legionella solo i Fiume («ci è arrivata la pec con l’esito negativo delle analisi», spiega Armando Neri) e i Tirreno («facciamo queste analisi tutti gli anni e abbiamo mandato i certificati comunicando che i valori erano nella norma», ha spiegato Gianfranco Giachetti).
«Casi in aumento»
Il fatto che facendo controlli esca fuori spesso la legionella significa «che c’è un progressivo incremento. Cosa che vale anche per i casi segnalati» ha spiegato al Tirreno la dottoressa Roberta Consigli, direttrice del dipartimento prevenzione, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro dell’Asl Toscana nord ovest. L’aumento dei casi «potrebbe essere legato a una maggiore mobilità e a un maggior utilizzo, da parte delle persone, delle strutture ricettive». Questo perché difficilmente (anche se non è impossibile che accada) la legionella viene rilevata nelle case, considerando che l’acqua dell’acquedotto è in continuo movimento e, dunque, non ci sono ristagni. Ma la dottoressa Consigli è certa: «Non è un fenomeno preoccupante». I Bagni, da parte loro, non possono che bonificare tutto e aspettare i tempi tecnici, prima di poter riaprire le docce.
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