Dal porto di Livorno a Pisa fino a Lucca col treno urbano Li-Pi-Lu: «Struttura strategica»
Userà i binari oggi dismessi: lo studio di fattibilità dice sì
LIVORNO. Pensare di aspettare il treno alla stazione “Livorno Marittima”. Da qui si parte. Per la via ferrata. Magari qualcuno scende a Porta San Marco. Ebbene sì, quella “Leopolda” che grida vendetta, oggi nel degrado più totale. Oppure ci si ferma al Calambrone o a Tombolo. La destinazione per altri potrà essere Pisa San Rossore magari per un’escursione domenicale nella riserva o per lavoro. Ma si può arrivare anche a San Giuliano Terme, Ripafratta fino a Lucca Centrale.
Un sogno? Un proposito? Un’idea? Il treno urbano Li-Pi-Lu si racconta alla giunta comunale già in un primo studio di fattibilità commissionato l’anno scorso alla società Metropolitana Milanese e costato 110mila euro (finanziato interamente con contributi del Ministero). Il primo report dice sì. Dice che il sistema tranviario di area vasta Livorno-Pisa-Lucca e aree metropolitane si può fare. Sicuramente il progetto nella sua completezza è ambizioso. Milionario. Con tempi di realizzazione che a detta dell’assessora Giovanna Cepparello potrebbero abbracciare un quinquennio.
Un progetto che, in scia, porterebbe a nuova vita e centralità anche aree come San Marco. Un trasporto rapido che farebbe bene al turismo, all’ambiente, alla lotta contro l’inquinamento. Un libro dei desideri, dirà qualcuno. Ma un mattone di questa visione di area metropolitana Livorno, Pisa, Lucca è stato messo. E condiviso da Regione Toscana e da Ferrovie. Da Livorno si guarda a Lucca come area metropolitana.
«È un progetto sfidante – sottolinea l’assessora alla Mobilità – Lo studio di fattibilità dice che si può fare: lo avevamo inserito nel nostro Pums. La politica deve pensare alle buche nelle strade ma anche a infrastrutture strategiche per il trasporto rapido di massa».
Nel report si parla di usare i binari che già esistono, alcuni dismessi e altri sottoutilizzati. Previste 14 stazioni: la Stazione Marittima la partenza del treno urbano. Lucca l’arrivo. In una prima fase si pensa ad un treno orario, col nome Li-Pi-Lu dal porto con arrivo a Lucca e uno ogni mezz’ora che fa solo Livorno-Pisa e viceversa. «I lavori da fare non sono tanti, si tratta di riattivare binari dismessi o sottoutilizzati, il più complesso è la riqualificazione della stazione San Marco». Al porto, nella visione globale di questo progetto ambizioso che guarda alla Rer di Parigi, si arriverebbe anche dal cuore della Venezia, da un sottopasso da realizzare all’altezza di piazza del Luogo Pio.
«La prima fase di collegamento è prevista con Pisa Centrale, San Rossore e San Giusto che si connette con il Pisa Mover verso l’aeroporto; la fase successiva quella di San Giuliano fino a Lucca». Lo studio si basa sui “big data” forniti dalla Regione: dai cellulari delle persone che si muovono è stato calcolato che nell’area metropolitana Livorno, Pisa, Lucca con oltre 500mila abitanti, considerati anche i turisti, ogni giorno si spostano circa 100mila persone. «E l’82% di queste si muove in auto – sottolinea Cepparello – Un treno urbano sarebbe strategico per cambiare i territori, le abitudini, abbandonare le auto». Seguirà una seconda fase dello studio che farà luce sui costi. «È un’indagine molto seria fatta da una società leader del settore». Nel report si evidenziano le 2 attuali ferrovie che portano a Pisa, la più semplice che passa dal cosiddetto Collo d’oca e la linea tagliaferro. «Il prossimo step è passare dallo studio di fattibilità tecnico economica a un progetto vero, basato su un accordo con Regione, Ferrovie e gli altri Comuni».