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Herbert Ballerina "catapultato" ai 4 Mori: «Torno a Livorno perché qui mi diverto»

Herbert Ballerina "catapultato" ai 4 Mori: «Torno a Livorno perché qui mi diverto»

Il 9 giugno la prima nazionale del nuovo spettacolo: «All’anagrafe sono Luigi Luciano, dagli scherzi con Maccio Capatonda al film con Zalone»

02 giugno 2024
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Livorno Luigi Luciano è uno dei comici italiani più famosi degli ultimi quindici anni, un volto che ispira istantanea simpatia e un physique du role che fa deflagrare subito la risata, anche facendo poco o niente. Magari stando fermo sul palco o davanti a una telecamera con quell’espressione naturalmente ironica: quella del compagno di banco che hai sempre voluto avere a scuola.

Il problema è che per uscire dal tunnel “Luigi Luciano chi? ” è necessario far riferimento all’altro suo nome – quello falso, neppure propriamente “d’arte” – con cui l’ha ribattezzato Maccio Capatonda nelle sue opere: Herbert Ballerina. Classe 1980, dal 2007, anno del debutto a “Mai dire martedì” con la Gialappa’s Band Herbert/Luigi non si è mai fermato ed è passato da un successo all’altro.

Adesso, il 9 giugno, sotto l’egida di Paolino Ruffini nella duplice veste di regista e produttore (con la sua casa di produzione “Vera Srl”) , Herbert Ballerina debutterà al teatro “4 Mori” di Livorno, in anteprima nazionale, con lo spettacolo “Come una catapulta”, da solo in scena per la prima volta.

Per iniziare, le possiamo chiedere chi è Luigi e chi è Herbert?

«Alla fine ho sempre fatto dei personaggi che sono dei surrogati di me stesso. Luigi è un ragazzo che arriva a Milano dopo aver fatto il Dams, che poi dopo i trailer di Maccio Capatonda (pseudonimo di Marcello Macchia ndr) diventa Herbert Ballerina per scimmiottare i nomi altisonanti degli attori dei film americani; nome che poi c’è rimasto appioppato addosso a tutti per l’eternità. Con questa considerazione ci apro anche lo spettacolo: “Con un nome così difficilmente riuscirò a fare un film d’essai”».

Cos’è rimasto di quel tempo?

«Eravamo i precursori dei ragazzi che fanno video per conto loro. Noi abbiamo sempre lavorato su commissione della tv, ma agli albori dei social, mentre nasceva Facebook e YouTube cercava una sua identità, la gente aveva preso a scambiarsi i nostri video, a condividerli, parlavano come noi, e oggi ci portiamo dietro questo “pregiudizio” – che io specifico sempre “positivo” e lo ripeto, pregiudizio positivo – di essere quelli là di quei video lì».

E dopo?

« E dopo “lo scherzo” si è fatto serio. Con Maccio abbiamo proseguito insieme per un po’, poi abbiamo preso strade diverse. Così è arrivato il film con Checco Zalone (“Che bella giornata”) , l’esperienza allo “Zoo di 105”, il film da protagonista (“Quel bravo ragazzo”) , tanta televisione e ora il debutto teatrale».

Cosa ci puoi dire di questo suo spettacolo che vedrà la luce proprio a Livorno?

« L’ho scritto con Riccardo Cassini (già autore per Fiorello, Brignano e Panariello – esordì nel 1993 col fenomeno letterario “Nutella Nutellæ”, ndr) che ho conosciuto lavorando con lui in televisione, a “Bar Stella” di Stefano De Martino e poi a “Stasera tutto è possibile”. Così, un giorno ho trovato il coraggio e gli ho chiesto se mi voleva aiutare. Ne è nato uno spettacolo con “tante parole” dove mi metto alla prova. È la prima volta che faccio una cosa dal vivo da solo. Non è stand-up. Racconto tutto quello che ho dentro, i miei mondi. Mi metto a nudo, insomma, ma in senso figurato».

“Come una catapulta” perché ha qualcosa di imprevedibile?

«Parto dalla mia storia, spiego “come sono arrivato dove sono arrivato” – il problema è che non si capisce mai se la cosa è vera o no. Perché io cerco di muovermi sempre in bilico tra reale e surreale. Per capirci, io e Fred Bongusto siamo compaesani. E io volevo diventare più famoso di lui a Campobasso».

A proposito di compaesani, le hanno mai detto che il pubblico livornese è “difficile”?

«(Ride, ndr) Ma come! Livorno deve essere contenta perché ho scelto lei per fare la prima nazionale! In realtà, mi sono già esibito da voi qualche anno fa con Paolo Ruffini e Nic Nocella, in Fortezza Nuova, mi sono divertito tantissimo e quindi volevo replicare!». l


 

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