Livorno, fra i bidet 130 chili di marijuana: ecco come è stato arrestato un camionista
L’autotrasportatore spagnolo, partito da Valencia, li nascondeva nel carico di sanitari. Era diretto in Campania: nel "telonato" anche rotoli di tessuti
LIVORNO. Lo hanno arrestato con 130 chili di marijuana sul Tir. Fermato dalla guardia di finanza fuori dal varco Valessini, infatti, fra i bidet, i water e la stoffa stipata nel rimorchio nascondeva 15 scatoloni di cartone con 114 buste trasparenti piene di droga. Un camionista spagnolo di 57 anni, Carlos Navalon Navalon, è finito alle Sughere con la pesante accusa di traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dall’ingente quantità.
Il controllo
Non è stato facile per le fiamme gialle del gruppo di Livorno e per i colleghi dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli individuare il carico, anche perché da quella nave erano scesi tanti altri mezzi pesanti e il conducente – originario dell’Olanda, ma iberico e residente a Valencia, dove per altro è imbarcato – era «esente da precedenti specifici», spiegano dal comando provinciale del corpo, diretto dal colonnello Cesare Antuofermo. Il cargo è l’Eco Valencia della compagnia Grimaldi, arrivato a Livorno alle 6,37 di mercoledì 6 marzo dopo aver toccato anche il porto di Barcellona e poi ripartito alle 17,23 verso Savona. Navalon Navalon è sceso da lì ed è stato fermato appena fuori dall’area doganale, al varco Valessini. I finanzieri, coadiuvati dai cani antidroga Gera e Krios, hanno controllato meticolosamente tutto il carico trasportato, diretto in Campania. Sotto il telonato sanitari (bidet e water) e pallet con rotoli di tessuto, fra cui stoffa. È solo alla fine che i militari, insieme ai funzionari delle Dogane, hanno trovato la droga: era nascosta in 114 buste trasparenti termosaldate dentro 15 scatoloni di cartone. Praticamente invisibile se finanzieri e doganieri non si fossero addentrati nella parte posteriore del Tir, dove fra i pallet c’erano questi scatoloni estranei al resto del carico regolare diretto in provincia di Napoli.
L’arresto
Il cinquantasettenne, naturalmente, non ha fornito alcuna spiegazione su quanto trasportato ed è stato immediatamente arrestato e portato alle Sughere. Rischia fino a dieci anni di reclusione, una pena prevista per chi importa droga in grande quantità per fini di lucro.
I numeri
Secondo gli inquirenti il carico, una volta immesso sul mercato, avrebbe fruttato circa 800mila euro. Questo, a sommi capi, il prezzo al dettaglio dei 130 chili di marijuana, che con ogni probabilità non era diretta a Livorno – come spesso accade per i maxi-sequestri in porto – ma altrove: in questo caso, è ragionevole ipotizzarlo data la destinazione del resto della merce, in Campania, in provincia di Napoli. «Lo stupefacente, dopo essere stato campionato e analizzato dal laboratorio chimico dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli di Livorno – concludono gli investigatori – su disposizione della procura verrà distrutto presso l’inceneritore e così strappato alle piazze di spaccio».