Livorno, sul set di Cavalleria: «Così è nata l’idea di fare un FilmOpera»
Le riprese per una settimana in Fortezza Vecchia. La prima proiezione sarà al Goldoni il 13 ottobre
LIVORNO. Ciak si gira. La Fortezza Vecchia per una settimana diventa set del film “Dodici anni dopo”, basato su un’opera di Mario Menicagli. Domenica mattina il via alle riprese, in una mattinata soleggiata, agli ordini del regista romano Valerio Groppa. La prima scena immortalata dalla macchina da presa ha come protagonista Santuzza (interpretata da Noemi Umani) .
La storia
La storia, ed è facile intuirlo, è il seguito ideale di Cavalleria Rusticana; fu scritta dall’attore siciliano Giovanni Grasso nel 1917, e riscoperta in tempi recenti proprio da Menicagli. «Mi è stata presentata da Franco Zappalà – dice il maestro -, quando stavo dirigendo in uno dei suoi teatri in Sicilia. Mi disse: “ma te lo conosci il dramma “Dodici anni dopo”, è famoso nel mondo, anche in America”. Io non ne sapevo nulla. Mi dette il copione e mi chiese di provare a farci un’opera. Così è nato tutto».
Lo stile, i riferimenti sono molto simili al capolavoro mascagnano «non avrebbe senso da sola. E infatti quando l’abbiamo rappresentata, ha sempre seguito l’opera di Mascagni. Lo scrittore era un attore famosissimo della compagnia di Giovanni Verga, che fu estromesso proprio a Verga non piaceva il fatto che avesse pensato a questo lavoro».
Idea del film
L’idea del film invece arriva da Sillabe e Opera Laboratori: esattamente si parla di film-opera, un genere in voga negli anni Trenta e Quaranta. «Dava a tutti la possibilità di vedere le opere al cinema, ovunque. I più grandi attori, ci hanno lavorato, facendo finta di cantare. Poi, fisiologicamente si è un po’perso. Ma qualche esempio nei tempi più recenti esiste: Cavalleria Rusticana e Pagliacci di Zeffirelli, dove recitano i cantanti stessi, a partire da Placido Domingo». Le basi sono state registrate a parte, con orchestra e cantanti. La vicenda è ambientata dodici anni dopo la morte di Turiddu.
«Alfio, che ha scontato la galera per il delitto d’onore, il giorno di Pasqua ricompare in paese. Tutto è cambiato: Santuzza ha un figlio Turidduzzu, malvisto da tutti. A presidiare la casa c’è un tale zu Brasi, che fa da tutore ai due. C’è anche uno spasimante di Santuzza, non corrisposto, un certo Pietro, che abbiamo inserito noi».
La prima
La prima proiezione sarà al Goldoni, già fissata per il 13 ottobre. «È il mio esordio con un film opera – spiega Valerio Groppa -, e la cosa che cambia di più rispetto al “classico” è la direzione degli attori. Perché devono esprimere un livello di sguardi intensità, notevole e devono cantare. Dunque se il cinema si fa a togliere, nell’opera occorre la teatralità e devono spingere di più. Ho fatto prove, loro sono bravissimi, anche perché alcuni sono proprio i cantanti stessi e non hanno difficoltà».
Gli attori
Questo il cast (tra parentesi i cantanti non attori) : Santuzza – Noemi Umani, Zu Brasi-Luca Salemmi (MIn Kim) , Turidduzzu – Athos Bonucci (Yna Qiu) , Pietro – Nicola Pecci (Javier Jimenez) , Gna Lucia – Patrizia Amoretti (Mae Hayashi) , Filomena – Costanza Gallo, Alfio – Stavros Mantis, Lola – Laura Del Rio. Scenografa: Maria Cristina Chierici. Costumista Aurora Damanti. Produzione Esecutiva Ema Vinci. Coro e comparse sono livornesi.
Il regista
«Mi aspetto che Mario Menicagli sia contento – conclude il regista -, e di riuscire a trovare la misura di ripresa, con un taglio anche attuale. Mi piacerebbe stare nel crinale tra il cinema e teatro ed emozionarmi riguardando questo film».