Il Tirreno

Livorno

Si laurea portando i suoi cani davanti ai prof

di Lara Loreti
Si laurea portando i suoi cani davanti ai prof

È andata a discutere la tesi insieme ai suoi cagnolini Cirillo e Hoppy: una laurea a 8 zampe quella di Rosa Rispoli, insegnante livornese di religione alle elementari Micheli e Puccini. Si è laureata in teologia presentando uno studio dal titolo “Gli animali nel progetto divino: prospettive bibliche e antropologiche”

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LIVORNO. Quando la commissione universitaria le ha dato l'attestato, Cirillo e Hoppy hanno esultato come due bimbi felici per la loro mamma. Una laurea a otto zampe quella di Rosa Rispoli, un caso più unico che raro di studentessa che discute la tesi con i suoi cani. Già perché giovedì pomeriggio a Pisa, ad assistere Rosa, insegnante livornese di religione di 55 anni, oltre al relatore, c'erano due dei suoi adorati e affezionatissimi amici. Non cani comuni: Cirillo, 12 anni, è cieco e cammina a fatica: è arrivato a Livorno dalla Sardegna. Hoppy è reduce da una lesione gravissima: quando Rosa l'ha adottata, aveva la schiena spezzata tanto che l'avevano data per spacciata. Ma la cucciola, che oggi ha 3 anni, ha reagito. E ora riesce anche a camminare, anche se è rimasta in parte inferma.

Erano le 16 quando nell'istituto di scienze religiose Niccolò Stenone in piazza Santa Caterina a Pisa, in abito bianco, con Cirillo in braccio e Hoppy al guinzaglio, ha fatto ingresso Rosa. Come una sposa con le damigelle. E più emozionata che mai. «Loro mi hanno dato la forza, hanno vissuto passo dopo passo i miei sacrifici, si sono emozionati con me: abbiamo condiviso tutto», dice la neo dottoressa con le lacrime agli occhi. Sorride e pensa agli altri due suoi cuccioli, anche loro malati: sono Penny e Teodor, che invece l'hanno aspettata a casa, in zona stazione a Livorno. «Rincasata dopo la discussione, ho trovato il comitato di accoglienza: tutti felici per me. I miei quattro cani vanno molto d'accordo: sono un gruppo coeso e tra loro non si creano mai gelosie», dice.

Rosa Rispoli si è laureata in teologia con una tesi dal titolo “Animali nel progetto divino – Prospettive bibliche e antropologiche” con il relatore Leonardo Biancalani. Un tema non facile da affrontare, che ha creato non poche preoccupazioni alla maestra, che nella vita ha due grandi passioni: l'insegnamento ai bambini e gli animali. E' lei stessa a spiegare come è nato il suo lavoro universitario.

«Nella mia tesi di laurea ho cercato di conciliare queste due cose: da una parte il desiderio di specializzarmi per poter svolgere il mio lavoro in modo più qualificato possibile, così da condividere quello che ho imparato con i miei alunni. Insegno religione alle Micheli e alle Puccini, in piazza XI Maggio e in via Emilio Zola. Dall'altro, ho voluto approfondire lo studio del rapporto di Dio con gli animali. E non è stato facile. Il tema che ho affrontato è nuovo e avevo qualche preoccupazione su come sarebbe stato recepito dalla commissione: ci sono ad esempio degli animali che noi riteniamo sciocchi, come l'asino, ma che in realtà non lo sono agli occhi di Dio. Ma poi è andato tutto bene. E ogni tensione si è sciolta quando sono entrata in aula con Cirillo e Hoppy... La loro presenza è stata importante».

Perché ha deciso di portarli con sé alla discussione?

«Loro sono l'esempio vivente dell'amore di Dio per gli animali. Non sono cani normali: hanno una marcia in più. Amano la vita con tutto il cuore, hanno saputo reagire alle difficoltà e, invece di incattivirsi, sono diventati ancora più buoni. Nella laurea sono stati il mio valore aggiunto. Dolcissimi, eccezionali. I professori, le segretarie, tutti li hanno coccolati e accarezzati. Qualcuno li ha anche abbracciati. Basta guardarli per amarli».

Come si sono comportati nel corso della seduta di laurea?

«La mia relazione è durata 15 minuti, tempo in cui loro sono stati buonissimi: tutti e due seduti, non hanno mai abbaiato né si sono mossi. Io temevo che potessero in qualche modo creare problemi, fare pipì o infastidire qualcuno. Invece sono stati eccezionali, anche prima e dopo il momento della discussione vera e propria. Questa era l'unica condizione che il rettore aveva messo per poterli portare all'università, cioè che stessero buoni. E così è stato. Colgo l'occasione per ringraziare il rettore che mi ha dato questa opportunità».

Come hanno reagito i suoi alunni alla notizia?

«I miei bimbi, della prima alla quinta elementare, sono stati “stra” felici. Aspettano le foto per gioire con me. Le loro famiglie, e non solo, sono molto sensibili al tema dell'amore verso gli animali, soprattutto verso quelli malati, che non possono correre e giocare come gli altri, ma che non per questo vivono con minore intensità. La gente a Livorno, ma anche a Pisa, ammira quello che faccio per loro, e mi ferma per la strada per manifestarmi affetto e solidarietà».

Cosa si aspetta ora, che progetti ha?

«Voglio continuare in questa lotta nella difesa degli animali per combattere le violenze che alcuni di loro subiscono e per difendere quelli infermi perché tutti rientrano nel progetto divino. A settembre vorrei portare i cani a scuola a lezione con me per sensibilizzare i piccini all'argomento, e poi vorrei andare anche in televisione a parlare di loro per raccontare le loro storie, che sono esempi per tutti di coraggio e voglia di vivere».

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