Il Tirreno

Livorno

Il lutto

Addio a Giorgio Paoletti, storico armiere del Fides Livorno

di Stefano Taglione

	Giorgio Paoletti
Giorgio Paoletti

I Pancaldi perdono il grande “Bombardino”, come veniva soprannominato. Il ricordo del nipote Lorenzo: «Solo a sentirlo parlare metteva allegria»

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LIVORNO. È stato l’armiere ufficiale del glorioso circolo Fides. E da lui sono passate generazioni di campioni, come i Montano. Livorno piange Giorgio Paoletti, morto in ospedale nella tarda serata di venerdì scorso a 82 anni. Era uno storico cliente dei Bagni Pancaldi e Acquaviva, dove praticamente tutti lo conoscevano. Schermidore di successo fin da giovane, e poi esperto di prim’ordine delle armi da gara dopo essere andato in pensione dalla Motofides, “Bombardino” era il soprannome con cui affettuosamente lo chiamavano i tanti amici che frequentava.

«Era una persona che quando la incontravi non poteva rimanerti indifferente – spiega il nipote Lorenzo – Sempre gentile e allegro nei suoi abiti dai colori sgargianti su un’abbronzatura da vero lupo di mare era un abilissimo pescatore e faceva passare il malumore a chi lo incontrava fra barzellette, battute, aneddoti e racconti dalla sceneggiatura fantasiosa, degni del grande Quentin Tarantino, che portavano sempre (dopo le risate) a riflettere e a un insegnamento di fondo. Grazie a questo era conosciuto anche col nomignolo affettuoso di “Bombardino” dagli amici dei Pancaldi.

«In vita sua – prosegue il nipote – ne ha viste e combinate di tutti i colori». Figlio di Alberto Paoletti, campione di scherma, e di Margherita Antonelli, ha vissuto la sua infanzia a cavallo della Seconda guerra mondiale quando tutto era più difficile «e per rimanere a galla – prosegue Lorenzo – in tanti dovevano ingegnarsi e fare i salti mortali. Giorgio in ogni racconto che lo riguarda ha sempre combinato qualcosa di divertente e speciale. Ha studiato poco sui libri, ma imparato tanto dalla vita, grazie alle sue intelligenza e curiosità. Da sempre si dilettava ad accomodare qualsiasi tipo di oggetto, dall’apparecchio elettronico, a biciclette, Vespe, motori e tutto quel che gli capitava sotto mano».

Nei primi anni Duemila, alla soglia dei suoi 60 anni, viene chiamato a preparare le armi per i campioni della scherma allenati dal fratello Paolo, diventando l’armiere ufficiale del circolo Fides. Un ritorno nel club in cui aveva militato in gioventù, essendo stato anche uno sciabolatore di livello. «La sua armeria era sempre piena di ragazzi a ridere e scherzare che lo acclamano col nome di “Cozzamara” – ricordano i familiari – ed è proprio in via Allende che tutta l’esperienza venne messa a frutto. Fioretti e sciabole messe a punto dall’armiere geniale conquistano vittorie in tutta Italia e nel mondo: decine e decine di campionati italiani, titoli europei, mondiali e un’Olimpiade».

Con parametri ineccepibili i fioretti di campioni e campioncini portavano tutti la sua firma. Perché come armiere era fra i migliori in circolazione in tutta Italia. «I ragazzini di un tempo, ora uomini e donne – racconta il nipote – si fermavano sempre con gran piacere a chiacchierarci. Si è goduto gli ultimi anni della vita con un po’ di riposo e vita di famiglia, con la moglie Nirvana e la figlia Francesca». Il funerale verrà celebrato il 13 novembre alle 11 alla camera mortuaria dell’ospedale, poi la cremazione al cimitero dei Lupi.

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