Il Tirreno

Il commento

Italia, i limiti di una nazionale che una grande squadra non è

di Alessandro Bernini
Italia, i limiti di una nazionale che una grande squadra non è

Nessuna ambizione, nessuno slancio. E ci servirebbero due Darmian...

25 giugno 2024
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Al galà delle top 16 del calcio europeo ci siamo arrivati. E vabbè, è veramente l’obiettivo minimo. Ma diciamocelo: non è che siamo entrati dal cancellone accolti dagli applausi e dal tappetto rosso. Macché, ci siamo proprio imbucati.

L’urlo per il gol di Zaccagni è durato 30 secondi, l’euforia per il risultato è durata 30 minuti, le perplessità su questa squadra dureranno almeno altri 6 giorni. Fino al match insomma di sabato 29 giugno a Berlino contro la Svizzera. L’Italia ha trovato probabilmente l’unico modo per farci godere. Ovvero segnando un gol al 98’ che vale il passaggio del turno. Perché sotto il profilo del gioco e della personalità, c’è poco da godere. Ce la siamo giocata per l’obiettivo minimo: mantenere il pari sullo 0-0, ritrovare il pari sullo 0-1. Nessuna ambizione, nessuno slancio da grande squadra. Ma questo non è colpa di nessuno: non siamo una grande squadra perché non abbiamo grandi giocatori. Elementare Watson.

Anche Spalletti può incidere fino a un certo punto. Ad esempio il passaggio alla difesa a 3 ha un senso, anzi, è la più logica: l’Inter gioca a 3, la Juve gioca a 3, l’Atalanta gioca a 3 e dei 10 difensori nella rosa di Spalletti ben 7 nel campionato giocano a 3. Si fa fatica invece a capire come mai siano intoccabili Jorginho e soprattutto Di Lorenzo: il play dell’Arsenal ha poco senso in una squadra che gioca senza ritmo, mentre il terzino del Napoli sembra l’ombra di se stesso e per ora si fa notare solo per dei palloni persi sanguinosi.

Quanto agli attaccanti, senza offesa, ma la sensazione è che Spalletti possa anche scegliere tirando su le ghiandine come a tombola: numero pari gioca Retegui, numero dispari gioca Scamacca. E cambia poco. D’altronde questo passa oggi il convento visto che attaccanti italiani migliori in giro proprio non ce ne sono (non Immobile che sembra al capolinea, non Lucca ancora acerbo).

Ecco, in questo contesto le note migliori arrivano forse dalla difesa. Tre gol subiti in tre partite non sono una medaglia al collo, ma con Bastoni, Calafiori e Darmian forse abbiamo trovato la quadra. Il problema è che giocando a 3, ne servirebbero due di Darmian: uno centrale e uno a destra al posto di Di Lorenzo. Bel giocatore Darmian, professionista vero, amato da tutti. Ma quando giochi un Europeo e nella tua formazione ideale ti servirebbero due Darmian, beh, col massimo il rispetto, hai detto tutto.

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