È morto Mario Vargas Llosa, lo scrittore Premio Nobel aveva 89 anni. Il “celebre” pugno all’amico Garcia Marquez
Il decesso a Lima. La sua è stata una vita dedicata anche all'attività sociale e politica
Lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, vincitore del Premio Nobel per la letteratura 2010 e membro dell'Académie française, è morto domenica 13 aprile all'età di 89 anni a Lima, dove era tornato a vivere da qualche mese. «È con profonda tristezza che annunciamo che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace», ha scritto sui social il figlio maggiore Alvaro in un messaggio firmato anche dal fratello Gonzalo e dalla sorella Morgana.
Vargas Llosa era stato insignito del Premio Nobel per la letteratura per aver raccontato «la cartografia delle strutture del potere» e per aver descritto «l'immagine della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell'individuo». stato il primo scrittore di origine peruviana al quale è stato assegnato il più ambito riconoscimento letterario mondiale; un riconoscimento che ha suggellato una vita artista, ma anche politica, ricca, articolata e varia.
Vargas Llosa era uno di quegli scrittori che ritengono che il romanzo sia un genere importante, l'unico in grado di esprimere "in modo vasto, ambizioso e complesso" la totalità del mondo narrativo.
E con un pugno partito dalla mano destra finì un'amicizia epocale tra due dei più celebri scrittori sudamericani. In un cinema di Città del Messico, il 13 febbraio 1976, Mario Vargas Llosa, probabilmente senza premeditazione, sferrò un cazzotto al volto dell'allora inseparabile compagno, il colombiano Gabriel Garcia Marquez, a cui fece un occhio nero e procurò anche una contusione al naso. Per tre decenni le circostanze di quell'epica scazzottata sono rimaste imprecisate e su quell' episodio è aleggiato il mistero. Di quella lite si è sempre parlato in modo piuttosto vago, fino alla primavera del 2007, quando a rivelare con precisione quello che accadde in quella sala cinematografica fu la pubblicazione di due fotografie in bianco e nero, accompagnate da nuovi dettagli, che hanno offerto precisazioni su quello scatto d'ira che portò Vargas Llosa a ricorrere alle maniere forti. Il pugno fu sferrato per gelosia: lo ha raccontato il fotografo messicano Rodrigo Moya, testimone del pugno. Fu Moya, infatti, scattare le foto a Marquez il 14 febbraio 1976, cioè il giorno dopo il fattaccio. Fu lo stesso Garcia Marquez a presentarsi nello studio del fotografo a Città del Messico. E questo perchè l'autore di "Cent'anni di solitudine" riteneva necessario documentare con un'immagine la fine di quell'amicizia. Che si era conclusa non per motivi politici, come si era sempre sospettato, ma per motivi apparentemente più banali: per una donna, per gelosia.
Le foto della lite tra i due ex amici hanno visto la luce in occasione dell'ottantesimo compleanno di Gabriel Garcia Marquez e di fatto alla vigilia di un'annunciata riconciliazione tra i due grandi scrittori. Non c'e' stato bisogno di alcun atto pubblico di contrizione per gli illustri intellettuali sudamericani e neanche di una spiegazione puntigliosa sui reali motivi che li portarono a scontrarsi in quel cinema messicano nel 1976. Il loro riavvicinamento è stato segnato simbolicamente dalla pubblicazione di un'edizione speciale di ''Cent'anni di solitudine'', realizzata per festeggiare il quarantennale della sua apparizione (1967), che contiene una prefazione di Vargas Llosa. ''L'iniziativa editoriale ha avuto il consenso dei due scrittori'', dichiarò nel 2007 un portavoce dell'Accademia Reale di Spagna che patrocinò la pubblicazione. Per quel volume-omaggio, Vargas Llosa dette l'autorizzazione a pubblicare nell'edizione speciale del romanzo di Garcia Marquez il suo celebre saggio del 1971 dedicato all'opera dell'ex amico, dal titolo ''Storia di un deicidio''. Dopo la lite del 1976 lo scrittore peruviano aveva sempre rifiutato l'autorizzazione a ripubblicare quel testo elogiativo verso il collega colombiano.