Sanremo, chi è davvero Lucio Corsi, rivelazione del Festival? Vasco, Valentino Rossi e le "stanzine" per suonare
Gli amici raccontano il cantautore di Grosseto: «Gentile, ma determinato»
GROSSETO. Forse, a dover scegliere un momento tra tutti, c’è un viaggio. Non uno specifico, ma uno dei tanti fatti insieme. La macchina con i finestrini abbassati, in sottofondo le canzoni di Vasco. «Del vecchio Vasco», si affretta a specificare Giulio Bardi con una risata. Sì, risponde, «Lucio è un suo grande fan». E quei tragitti infiniti erano spesso accompagnati dalle sue canzoni. «In generale sono questi i momenti più belli che ho passato con Lucio, accompagnandolo a esibirsi in tante date, anche nei paesini più sperduti in mezzo alla campagna», racconta Giulio, che nella serata di martedì 11 febbraio era alla libreria Palomar, nel cuore di Grosseto, per vedere – e sostenere – il suo amico Lucio Corsi a Sanremo.
Quella volta in Mugello
Mica andavano solo alle tournée. Tra i vari viaggi ce ne è stato anche uno verso il Mugello. «Entrambi siamo appassionati di MotoGp. Lucio è un grande ammiratore di Valentino Rossi. Allora – spiega Bardi – avevamo deciso di andare a vedere una gara. Alla fine siamo stati costretti a dormire in macchina quella notte: abbiamo girato per tutta Firenze senza trovare una stanza libera. “Ah, come si sta bene a casa” è la frase che dicevamo sempre per scherzare, soprattutto Lucio, sempre in viaggio. Quando ci spostavamo era un modo per ridere». Ma in fondo, tutto sommato, un po’ di verità c’era anche. «Siamo entrambi molto attaccati a casa e il segreto è che è quello che pensiamo», ammette Giulio.
Da ragazzino
Lui ha conosciuto Lucio Corsi, ora sul palco di Sanremo, quando avevano 14 anni. «Non andavamo a scuola insieme – aggiunge – ma visto che suonavo anche io ci siamo incontrati per la musica. Alla fine a Grosseto tra chi suonava ci conoscevamo un po’ tutti. Abbiamo condiviso anche qualche gruppo, ma lui era su un altro livello». Da allora sono amici. «Quando l’ho conosciuto – racconta Giulio – mi ricordo di questo ragazzino piccolino, con i lineamenti dolci, educato e gentile nei modi ma con una personalità molto forte e determinata. Sapeva il fatto suo. E per noi è una fonte di ispirazione, ci ha dimostrato cosa significa credere in un percorso e portarlo avanti», dice Giulio mentre guarda verso il maxi schermo allestito appositamente alla Palomar. È lì con gli altri suoi amici. «Qualcuno è rimasto a casa, ma sicuramente lo sosteniamo tutti». E il Lucio Corsi che andava a scuola e suonava nelle stanzette affittate apposta è lo stesso che canta lì, sul palco di Sanremo. «È rimasto coerente, con dei principi saldi. È abbastanza testardo, una persona convinta di quello che fa», ammette Bradi.
L'altro amico
Annuisce Jacopo Nieri. Anche lui è un amico storico di Lucio. «Ci siamo conosciuti un po’ dopo, io avevo 19 anni, lui 16», dice. A quel tempo a Lucio piaceva molto il gruppo in cui Jacopo suonava, i Canterbury Thanes, e ci voleva entrare a tutti i costi. «Era più piccolo di loro ma era molto bravo e si era fatto già notare», conferma Giulio. Ora Jacopo è diventato un turnista, nel senso che suona con Lucio in tournée insieme ad altri membri di quella band giovanile grossetana. «Eravamo un gruppo di ragazzi, ci “mischiavamo” nei vari gruppi. Per Lucio – conclude Jacopo – si vedeva che la musica non era un vezzo, la capisce e la apprezza veramente. L’obiettivo per lui è cercare qualcosa che abbia valore, non sfondare.
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