Mattarella, dalle parole per Cecilia Sala a sanità e giovani: «La pace grida la sua urgenza»
Il presidente della Repubblica, tra i molti temi, ha citato inoltre la tragedia di Calenzano
ROMA. Sergio Mattarella, dalla Sala del Lucernaio del Quirinale, rivolge il suo tradizionale discorso di fine anno agli italiani. Non si tratta di auguri di "rito": quella del Capo dello Stato è piuttosto, in un momento difficile, una chiamata all'impegno rivolta a tutti. La panoramica dell'Inquilino del Colle parte inevitabilmente dalla situazione internazionale: "Le guerre in corso turbano tragicamente le coscienze" e le "barbarie non risparmiano neppure il Natale", sottolinea Mattarella ricordando, simbolicamente, la notizia della morte della bambina morta assiderata a Gaza la notte del 25 dicembre, i bombardamenti russi che hanno colpito le centrali energetiche ucraine, gli innocenti rapiti da Hamas. "Mai come adesso" allora, è la sottolineatura, "la pace grida la sua urgenza".
E' la pace che il Capo dello Stato invoca ormai da più di due anni, che non è sottomissione "alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi", ma quella del rispetto dei diritti e dello Stato di diritto. Mattarella si unisce sin da subito alla "angoscia di tutti" per la detenzione della giornalista italiana Cecilia Sala, arrestata in Iran lo scorso 19 dicembre. "Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia", dice chiaro, pur rimanendo prudente e non citando mai il regime di Teheran. "Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione", sottolinea il Capo dello Stato ricordando i tanti cronisti che rischiano la vita "per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove" e mettendo in luce "il servizio che rendono alla comunità". Nonostante angoscia e paure, però, Mattarella non dimentica "il richiamo alla speranza" fatto risuonare da Papa Francesco aprendo la Porta Santa e dando inizio al Giubileo. "Tocca a noi - è l'invito - saperla tradurre in realtà". Perché in un tempo segnato da guerre e squilibri "vi è bisogno di riorientare la convivenza, il modo di vivere insieme", per contrastare quella "allarmante forza centrifuga" che non fa che dividere, allontanare, "radicalizzare le contrapposizioni".
L'inquilino del Colle ricorda ancora una volta le "faglie" che attraversano le nostre società e "lacerano" le pubbliche opinioni. C'è "la ricchezza di pochissimi" che si contrappone alla "povertà di tanti" e ci sono i 2.443 miliardi di dollari spesi in armamenti, cifra record otto volte più grande di quella stanziata alla Cop 29 di Baku per contrastare il cambiamento climatico: "Una sconfortante sproporzione", sentenzia Mattarella. Anche il quadro italiano è fatto di "luci e ombre". La scienza e la ricerca vanno avanti, anche nella cura delle malattie, ma nello stesso tempo - registra il Capo dello Stato - "vi sono lunghe liste d’attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita. Numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari". Anche sul fronte occupazione, se è vero che "i dati sono incoraggianti", è anche vero che "resistono tuttavia aree di precarietà, di salari bassi, di lavoratori in cassa integrazione". Bene anche l'export e il turismo, a testimoniare la voglia di Italia nel mondo, che però stride con "il fenomeno dei giovani che vanno a lavorare all’estero perché non trovano alternative, spesso dopo essersi laureati". E ancora le disuguaglianze tra Nord e Sud e l'abbandono delle aree montane: bisogna "colmare queste distanze. Assicurare una effettiva pienezza di diritti è il nostro compito", insiste. Mattarella si concentra poi anche sui giovani, richiamando l'attenzione di tutti sulla violenza che cresce: "Bullismo, risse, uso di armi. Preoccupante diffondersi del consumo di alcool e di droghe, vecchie e nuove, anche tra i giovanissimi. Comportamenti purtroppo alimentati dal web che propone sovente modelli ispirati alla prepotenza, al successo facile, allo sballo", scandisce.
Il Capo dello Stato, però, continua a vedere nei ragazzi "la grande risorsa" del Paese e invita tutti, quindi, ad "ascoltare il loro disagio, dare risposte concrete alle loro esigenze, alle loro aspirazioni". Di fronte all'intrecciarsi di "straordinarie potenzialità e punti di debolezza", l'inquilino del Colle chiama allora all'impegno comune. La parola scelta dall'Enciclopedia Treccani per il 2024 è 'rispetto' e il presidente della Repubblica la fa sua per declinarla in tanti settori del vivere civile. Serve rispetto della vita e della sicurezza di chi lavora perché "non possono più bastare parole di sdegno: occorre agire, con responsabilità e severità". E in questo passaggio ha citato la tragedia di Calenzano.
Serve rispetto della dignità di ogni persona, anche di chi si trova in carcere. "L’alto numero di suicidi è indice di condizioni inammissibili. Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario", insiste Mattarella che poi sottolinea: "I detenuti devono potere respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine". Sono parole che stridono con quelle pronunciate dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove che aveva invitato a "non lasciare respirare chi è dietro quel vetro" presentando una nuova auto per il trasporto di detenuti al regime del 41 bis.
Il presidente della Repubblica ricorda poi alcune persone, esempio di valori e comportamenti virtuosi. Cita Sammy Basso e la sua "vita piena" e "il rumore" dei ragazzi che non si arrendono ai femminicidi. A partire da questi, come fosse un mosaico, Mattarella intende costruire una "speranza collettiva", che parta anche da quel "sentimento vivo e sempre attuale" che è "l'idea di Patria". Per Mattarella patrioti sono i medici dei pronto soccorso, gli insegnanti, gli imprenditori seri, i lavoratori, gli studenti, gli anziani, chi si impegna nel volontariato. Non solo, però. "È patriottismo quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità", sottolinea, invitando a "creare percorsi di integrazione e di reciproca comprensione perché anche da questo dipende il futuro delle nostre società".
In chiusura, poi, il Capo dello Stato ricorda che nel 2025 celebreremo gli ottanta anni della Liberazione. "È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione – spiega – Una ricorrenza importante. Reca con sé il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia". Sono questi i valori che "animano" la vita del nostro Paese. E se alle istituzioni spetta "una positiva mediazione verso il bene comune" perché "questo il compito alto che compete alla politica", ai cittadini tutti sta il diritto/dovere di partecipare, attraverso il voto, per rafforzare la democrazia. "Siamo chiamati a consolidare e sviluppare le ragioni poste dalla Costituzione alla base della comunità nazionale. È un’impresa che si trasmette da una generazione all’altra. Perché la speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi - è l'invito di Mattarella - Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte".