Il Tirreno

Firenze

La condanna

Fucilato dai tedeschi nel ’44 a Marradi: risarcimento da 650mila euro

di Pietro Barghigiani

	Un incontro con i familiari delle vittime dell’ Eccidio di Fucecchio che hanno chiesto i risarcimenti (foto d’archivio)
Un incontro con i familiari delle vittime dell’ Eccidio di Fucecchio che hanno chiesto i risarcimenti (foto d’archivio)

Lo ha deciso il Tribunale per i 2 figli dell’uomo ucciso in un podere. È stata condannata la Germania ma i soldi verranno presi dal “Fondo ristori” del ministero dell’Economia

3 MINUTI DI LETTURA





FIRENZE. Per la quarta volta il Tribunale di Firenze condanna la Germania a risarcire gli eredi delle vittime della strage nazifascista compiuta nel luglio 1944 tra Crespino sul Lamone e nel podere La Castellina in località Fantino, una frazione del comune di Marradi.

E il conto, con l’ultimo verdetto, sale a circa 2, 2 milioni di euro che verranno presi dal “Fondo ristori” istituito al ministero dell’Economia e delle finanze nel 2022 «per i danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità per la lesione di diritti inviolabili della persona, compiuti sul territorio italiano o comunque in danno di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich nel periodo tra il 1° settembre 1939 e l’8 maggio 1945».

L’ultimo caso, patrocinato sempre dall’avvocato Diego Cremona (giudice Susanna Zanda) riguarda fratello e sorella, figli di Arturo Raspanti uno dei 44 martiri del massacro compiuto tra il 17 e il 18 luglio del’44. Il risarcimento disposto è di circa 650mila euro. Rigettata la richiesta avanzata dai nipoti.

Il padre dei due risarciti venne fucilato nel podere “La Castellina” la mattina del 18 luglio. Erano i giorni dell’odio contro gli italiani e i partigiani che si trasformò in eccidio dopo l’ennesima rappresaglia causata dalla morte di due tedeschi.

Evento tragico quello di Marradi «come purtroppo tanti altri durante la guerra che infuriò nel nostro Paese, sul piano personale dei danneggiati colpiti e su quello collettivo della comunità locale, da non svalutare o, peggio ancora, dimenticare con il decorso del tempo, e di cui questo ufficio si è già occupato altre volte» si legge nella sentenza.

Per il giudice «i fatti delittuosi, avvenuti durante questa strage, sono stati abbondantemente accertati e verificati documentalmente e storicamente, per le fonti basti citare gli Archivi Storici comunali e statali, e gli studi ed opere relative; non è stata pertanto necessaria una attività istruttoria costituenda per la pacifica sussistenza di tali drammatici e notori eventi».

Il reparto militare tedesco, in questo caso di polizia, responsabile dell’eccidio è stato storicamente individuato, compreso nel suo ufficiale al momento in comando: era il capitano della prima compagnia del terzo battaglione volontari di polizia “Italia”, una unità mista italotedesca la cui composizione «è appunto l’ennesima riprova della tragedia che colpì il nostro Paese ottanta anni fa» scrive il giudice che prosegue: «È, dunque, indubbia la responsabilità del Terzo Reich tedesco, quale istituzione statale da cui dipendevano le forze armate della Germania all’epoca dei fatti, pur se, come in questo caso, in esse erano inquadrati anche militari italiani; da ciò discende la già evidenziata continuità giuridica e statale con l’attuale Repubblica federale tedesca per i crimini commessi, come tali incontrovertibilmente e globalmente percepiti per la storicamente accertata tragicità dei fatti, concretizzatisi nella fucilazione a sangue freddo di civili non combattenti, non autori di azioni contro l’occupante, e rastrellati a caso solo perché presenti nella zona».

© RIPRODUZIONE RISERVATA


 

Calcio toscano

Il colpo

Il Livorno vola: il successo sul Follonica Gavorrano vale la fuga in vetta