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L’allarme

Firenze, detenuto di 25 anni si suicida nel carcere di Sollicciano


	Il carcere di Sollicciano a Firenze
Il carcere di Sollicciano a Firenze

L’uomo, originario dell’Egitto, è stato trovato senza vita nella sua cella. Il 23 dicembre il decesso di un altro detenuto

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FIRENZE. Il nuovo anno inizia nella maniera peggiore nel carcere di Sollicciano: un giovane detenuto si è ucciso nel pomeriggio, verso le 19. Avrebbe compiuto 26 anni tra pochi giorni ed era originario dell’Egitto. In passato aveva già tentato di togliersi la vita . Poi oggi l’epilogo con il ritrovamento da parte di un agente penitenziario: nella sua cella del reparto accoglienza si è impiccato. Sarebbe uscito tra due anni.

Un altro decesso il 23 dicembre

Sono passati appena dieci giorni da quando un altro detenuto è stato trovato morto dal suo compagno di cella. Sul suo decesso sono in corso accertamenti, potrebbe aver fatto uso di farmaci. Si chiamava Mohamed, somalo, 28 anni e sarebbe uscito tra un anno. Anche lui, come molti, era tra quelli che di recente aveva presentato ricorso per le “condizioni inumane di detenzione” all'interno del penitenziario fiorentino. A luglio scorso c’era stato il suicidio di Fedi Ben Sassi, 20 anni, che aveva provocato una rivolta dentro il carcere. Con una sezione danneggiata e poi chiusa. E il trasferimento di decine di detenuti.

L’allarme del sindacato

«Il 2025 ricomincia all’insegna della conta dei decessi, così come si era concluso il 2024, annus horribilis in cui si sono raggiunti 89 suicidi fra i detenuti, 7 fra la polizia penitenziaria e 245 decessi totali fra i reclusi - dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria – peraltro, a oggi, a nulla sembrano siano servite le parole del Papa, pronunciate in occasione dell’apertura della Porta Santa nel carcere romano di Rebibbia, ma neppure quelle del Presidente della Repubblica, contenute nel suo messaggio di fine anno. Sono 16mila i detenuti oltre i posti disponibili e mancano 18mila unità agli organici del corpo di polizia penitenziaria». Pochi giorni fa anche Emilio Santoro dell’associazione Altro Diritto aveva denunciato in un’intervista il sovraffollamento: «Bisogna diminuire il numero delle persone che stanno in carcere, per due terzi sono abbandonati sociali di cui la metà sono stranieri, gli altri sono tossicodipendenti e senza fissa dimora».

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