Il Tirreno

La stretta

Zone rosse nelle piazze italiane per Capodanno, le misure di sicurezza chieste dal Viminale

Zone rosse nelle piazze italiane per Capodanno, le misure di sicurezza chieste dal Viminale

Strumento già applicato a Firenze. Misure di sicurezza e divieti per soggetti pericolosi: cosa dice la direttiva del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi

3 MINUTI DI LETTURA





 Dopo Firenze, Bologna e Milano, anche in altre città italiane potrebbero essere istituite delle "zone rosse" nelle quali vietare la presenza di soggetti pericolosi o con precedenti penali, già in vista dei festeggiamenti di Capodanno. L'indicazione arriva direttamente dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che ha inviato una direttiva ai prefetti per sottolineare "l’importanza di individuare, con apposite ordinanze, aree urbane dove vietare la presenza di soggetti pericolosi o con precedenti penali e poterne quindi disporre l’allontanamento".

I precedenti di Firenze e Bologna

Lo strumento è stato sperimentato a Firenze e Bologna, dove in 3 mesi sono state allontanate 105 persone su 14mila controllate, e oggi è scattato a Milano, dove le "zone rosse" sono state individuate nelle aree intorno alle stazioni ferroviarie di Milano Centrale, Porta Garibaldi e Rogoredo, le zone adiacenti a piazza Duomo e quelle della Darsena e dei Navigli, a forte vocazione turistica e di movida e dove si attende la maggiore concentrazione di persone nella notte di Capodanno.

Dove saranno applicate

Il ricorso alle cosiddette "zone rosse", ha spiegato il Viminale, è particolarmente utile "in contesti caratterizzati da fenomeni di criminalità diffusa e situazioni di degrado, come le stazioni ferroviarie e le aree limitrofe, nonché le 'piazze dello spaccio'" e potranno essere applicate "anche in altre aree urbane, come le zone della movida, caratterizzate da un’elevata concentrazione di persone e attività commerciali e dove si registrano spesso episodi di microcriminalità (furti, rapine), violenza (risse, aggressioni), vandalismo, abuso di alcol e degrado".

In vista del Capodanno, "l’applicazione delle zone rosse rappresenta inoltre un ulteriore efficace strumento per rafforzare i controlli nelle aree di maggiore affluenza, anche in occasione dei numerosi spettacoli e manifestazioni previste", sottolinea Piantedosi. Proseguono intanto in tutta Italia i controlli delle forze dell'ordine contro la fabbricazione e la vendita di fuochi d'artificio illegali o non sicuri.

La paura della “bomba Sinner”

Spauracchio del Capodanno 2025 è la cosiddetta "bomba Sinner", battezzata in onore del tennista italiano numero 1 al mondo secondo la discutibile usanza, nata decenni fa con la celebre "bomba Maradona", di dare ai botti di Capodanno i nomi di campioni dello sport. Sono ben 640 le "bombe Sinner" intercettate questa mattina dalla Polizia a Catania: i botti, contraddistinti da un involucro di colore arancione e aventi portata micidiale, sono stati trovati in possesso di due uomini che ne custodivano altre 110 in casa, in modo del tutto illegale e con un elevato rischio per l'incolumità dei residenti della zona.

I sequestri di botti

Nel porto di Gioia Tauro l'Agenzia delle Dogane e la Guardia di Finanza hanno intercettato e sequestrato una tonnellata di materiale esplodente. In Puglia i finanzieri hanno arrestato un 22enne che vendeva grossi quantitativi di esplosivo ordinati attraverso Instagram e Tiktok e consegnati di persona nel centro di Molfetta. Sequestri anche in Toscana, 363 kg di artifici pirotecnici conservati senza misure di sicurezza all'interno di un negozio ad Arezzo, e in Umbria, dove le Fiamme Gialle hanno scoperto 23mila fuochi d'artificio stoccati in un magazzino a Todi in totale assenza di misure di sicurezza. In provincia di Napoli, nell'ambito dell'operazione "Capodanno sicuro", nell'ultimo mese i finanzieri del Comando provinciale hanno individuato e sequestrato oltre 3 tonnellate di fuochi d'artificio di produzione artigianale tra bombe carta, cipolle e petardi, batterie pirotecniche da 100 e 200 colpi e attrezzature utilizzate per la fabbricazione di petardi. mca/pna

Primo piano
La condanna

Fucilato dai tedeschi nel ’44 a Marradi: risarcimento da 650mila euro

di Pietro Barghigiani