Paura di viaggiare: gestiscila così. Le cause e i consigli della psicologa
I consigli di una grande psicologa-psicoterapeuta per gestire la paura di allontanarsi da casa, dalla propria comfort zone e salvare l’estate
Per molti la parola viaggio incute paura. In alcuni emerge il timore di allontanarsi da casa, dalle proprie sicurezze. Per molti il lockdown e le successive restrizioni negli spostamenti hanno in qualche modo congelato, procrastinato il timore di andare lontano, di prendere un aereo, di recarsi in un altro paese, magari oltreoceano. Detta anche odofobia, termine usato in ambito clinico per indicare quell’ansia e paura estrema di viaggiare, è correlata ai disturbi d'ansia generalizzata. Può essere invalidante, limitante e paralizzante, influendo su ogni dimensione della vita quotidiana.
L'analisi e i consigli di Francesca Birello, psicologa-psicoterapeuta.
Le cause diverse:
- Tra le principali cause della paura di viaggiare troviamo solitamente un’esperienza negativa passata di un viaggio, quella reazione fisica ed emotiva sperimentata durante l'evento che è rimasta nella nostra memoria e si manifesta oggi con la stessa potenza di fronte alla sola idea di poterla riprovare. Questo tipo di timore ha a che fare con “la paura della paura”: risperimentare quella sensazione e tendenzialmente la persona preferisce evitare il rischio di riprovare quelle spiacevoli sensazioni.
- Se non ci sono stati grandi traumi a causa di un viaggio passato, ma solo paure generalizzate, la radice del problema sta in una sorta di agorafobia, intesa nel senso più ampio del termine, ovvero la paura di rimanere bloccati in una determinata situazione e non poterne uscire. Si tratta di un’ansia latente, è possibile che una nostra vulnerabilità venga inconsapevolmente traslata sulla sfera del viaggio e che spesso deriva da elementi che sono da ricercare nella propria storia di vita.
- La paura di viaggiare è vissuta in modo diverso a seconda dell’individuo. C’è chi ha paura dei mezzi di trasporto, chi dell’idea di stare lontano da casa oppure di confrontarsi con un ambiente sconosciuto. La difficoltà è essere ovunque lontano dalla propria casa (che rappresenta un posto sicuro) dove è assente un’uscita semplice da raggiungere ed essere in un luogo in cui non è semplice avere un aiuto.
- Quando la persona si trova a doversi allontanare dalla sua zona confort diviene molto ansiosa ed angosciata, avverte un intenso desiderio di uscire da quella situazione per ritornare verso il porto sicuro. L’ansia che lo affligge di norma causa sia sintomi cognitivi, ovvero pensieri catastrofici (del tipo “potrei svenire, morire, avere un incidente, capiterà qualcosa di terribile...), sia sintomi somatici, come per esempio frequenza cardiaca accelerata, tremori, sudorazione, sensazione di secchezza della bocca, nausea, mal di testa, mal di pancia, fiato corto. In alcuni casi può manifestarsi anche un attacco di panico. Questi stati ansiogeni possono manifestarsi anche solo pensando di effettuare un viaggio, prendere un treno, visitare un museo...
- Secondo la comunità scientifica, una delle cause psicologiche potrebbe essere riconducibile all’aver vissuto un’esperienza infantile traumatica, come la perdita di una persona cara o ad un’aggressività subita molto forte.
I campanelli di allarme
Ogni paura è accomunata da sintomi cognitivi, emotivi, fisici e comportamentali tipicamente ansiosi che possiamo individuare e riconoscere, attraverso un’autoanalisi e presa di consapevolezza.
- Sintomi cognitivi: inquietudine, ansia, angoscia al pensiero di allontanarsi da casa, dalla propria città e da tutto ciò che si conosce e si ritiene sicuro. Preoccupazione eccessiva all’idea che possa accadere qualcosa mentre siamo fuori casa con pensieri catastrofici. Quando i pensieri ansiosi affollano la mente, scatta una risposta di allarme nel corpo che ci fa sentire paralizzati.
- Sintomi emotivi: che emozione provo all’idea di fare un viaggio ed allontanarmi da casa? Potrebbe esserci il terrore che possa accadere qualcosa di brutto durante il viaggio, oppure angoscia all’idea di abbandonare le proprie comodità e sicurezze. Ma anche la vergogna nel condividere il problema con gli altri e quindi timore del giudizio.
- Sintomi fisici: provate a notare come reagisce il corpo rispetto alla paura di viaggiare. Il corpo va in allarme quando si sale su un treno o su un aereo, ma anche al solo pensiero…e lo manifesta attraverso dei segnali, come disturbi intestinali, vertigini, tachicardia, sudorazione, difficoltà a respirare, tremori, irrigidimento, sensazione caldo/freddo fino a poter arrivare all’attacco di panico.
- Sintomi comportamentali: la tendenza di chi ha paura di viaggiare è quella di evitare quella situazione, ricercando sicurezza, o mettendo in atto comportamenti protettivi, questi sono pagliativi, che aiutano nel breve termine e non vanno a risolvere il problema, ma faranno sentire la persona ancora più impaurita e con sensazione di blocco e costrizione nel momento in cui si presenterà l’occasione di allontanarsi da casa, aumentando quel senso di angoscia.
Come gestire la paura?
- Comprendere la paura di viaggiare è il primo passo per aiutare una persona ad uscirne, è un disturbo in grado di minare la qualità della vita del soggetto che ne soffre e come tale va trattato. Per quanto evitare il viaggio potrebbe sembrare la soluzione più allettante nell’immediato, nel lungo termine peggiorerebbe solo angosce e insicurezze rendendole sempre più difficili da affrontare.
- Un aiuto professionale può fornire strumenti per imparare a gestire queste paure più irrazionali che bloccano la persona. L’approccio maggiormente efficace per lavorare sui sintomi è la psicoterapia cognitivo comportamentale: insegna alla persona a padroneggiare lo stato emotivo prima e durante l’esposizione allo stimolo fobico, modificando in modo sostanziale il legame associativo tra stimolo e ansia. Nella prima fase il terapeuta fa un intervento di psicoeducazione dell’ansia, insegna il controllo dell’iperventilazione e una serie di tecniche di rilassamento fisiologico su cui dovrà esercitarsi nello spazio tra una seduta e l’altra. Procede poi con l’esercitazione al pensiero funzionale, cioè la ridefinizione e la rivalutazione delle situazioni temute, orientata a contrastare le idee catastrofiche e preparativa alla seconda fase di esposizione. Una volta insegnate le abilità, il terapeuta si avvia alla seconda fase del trattamento che è anche la componente centrale del percorso di cura: l’esposizione graduale agli stimoli ansiogeni. L’esposizione graduale può avvenire sia in immaginativo che in vivo, affinché la persona impari a gestire le proprie emozioni ed i propri pensieri.
- L'ambito di intervento dell'EMDR (desensibilizzazione attraverso i movimenti oculari) è quello del ricordo traumatico, o dell'esperienza traumatica e le sue applicazioni vanno dalla riduzione dell'ansia alla terapia degli attacchi di panico e delle fobie. È un metodo psicoterapico strutturato che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici, che a esperienze più comuni ma emotivamente stressanti.
- Da un lato, può rivelarsi utile anche il trattamento farmacologico, che rappresenta però una soluzione a breve termine per controllare l’ansia episodica.
Consigli utili per viaggiare:
- Pianificare il viaggio con calma e in anticipo è uno dei modi migliori per combattere l’ansia da partenza, definendo l’itinerario: orari, mezzi di trasporto, nomi e indirizzi degli hotel, preventivi, ecc...
- Nei giorni prima della partenza fare attività fisica, come una passeggiata, yoga, stretching o simili prima di intraprendere il viaggio aiuta a stimolare endorfine e scaricare l’ansia da partenza;
- Preparare le cose da portare con il dovuto anticipo è un intervento che aiuta a combattere l’ansia della partenza. Una lista di cose da portare, comprare e poi depennare via via che si mettono in valigia sarà molto utile;
- Secondo gli esperti assumere bevande alcoliche o caffeina, medicinali o mangiare troppo pesante alla vigilia della partenza, potrebbero provocare attacchi di panico da viaggio o forte stress prima della partenza;
- Scegliere con cura la destinazione e pianificare un itinerario di viaggio su misura è una prassi obbligatoria per godersi le vacanze lontani da stress e ansia da viaggio. Cercare i punti d’interesse più adatti ai propri gusti e soggiornare in una struttura comoda e sicura è il punto di partenza per un viaggio all’insegna della serenità e del buon umore;
- Ascoltare musica rilassante, o scaricare app con esercizi di meditazione, può essere utile per rilassarsi durante voli o viaggi in treno;
- Gli esercizi di respirazione sono fondamentali per gestire la paura. Sedersi ben dritti sul sedile, chiudere gli occhi, e inspirare ed espirare profondamente utilizzando solo il naso. La fase di espirazione deve durare 2 o 3 secondi in più di quella di inspirazione. Il respiro è uno strumento potentissimo perché ti consente di regolare immediatamente dell'equilibrio tra sistema nervoso simpatico e sistema nervoso parasimpatico a favore del parasimpatico, regno del recupero.
- Arriva il momento di partire, lasciate perdere i ripensamenti dell’ultimo minuto: non riaprite valigie, zaini o borse, sicuramente avete fatto tutto con maggiore lucidità nei giorni precedenti, ma godetevi il viaggio!
- Contemplare e accettare gli imprevisti: durante un viaggio può capitare che accadono cose non prese in considerazione prima della partenza, imparare a sfruttare gli imprevisti per godersi lati inaspettati del viaggio è uno dei rimedi naturali per l'ansia tra più efficaci.