Grosseto, medico morto nello schianto in bici. Lacrime e rabbia della figlia: «Colpa vostra»
Sotto choc il conducente, che si era subito fermato. Decesso certificato al Misericordia: la vittima era un medico. Gli abitanti della zona tornano a sollevare la questione sicurezza
GROSSETO. «È colpa vostra se mio padre è morto». La donna, figlia di Eugeniu Dabija, medico cardiologo di 65 anni, è a ridosso di un capannello di persone che si è formato sulla ciclabile (lato destro della carreggiata entrando in città) accanto a una Volkswagen bianca ammaccata all’anteriore sinistro. Si asciuga le lacrime versate un attimo prima quando, sorretta dagli agenti della polizia municipale, di fronte alle ruote deformate della bici del genitore, il suo dramma si è trasformato in tragedia; e ha capito che lì, tra quelle persone, c’è la persona che stava al volante.
Siamo sulla Senese, intorno alle 13,50. Un urto improvviso allerta alcuni residenti, che si precipitano in strada. «Ho visto un uomo a terra, riverso sul fianco sinistro, e un ragazzo uscire sotto choc dallo sportello del guidatore, gridando “aiuto”», racconta uno di loro, chiedendo l’anonimato. Per motivi di lavoro è formato sulle tecniche di primo soccorso, ma «quando mi sono avvicinato per aiutare il ferito ho visto il volto completamente sfigurato e ho capito che potevo fare ben poco».
A chiamare il 118 – vengono allertati ambulanza infermieristica della pubblica assistenza di Massa Marittima, ambulanza della Croce rossa e automedica di Grosseto, insieme a Pegaso 1 – sono in diversi, tra i quali lo stesso conducente: un grossetano di 33 anni. Passa una prima ambulanza con un paziente a bordo, poi una seconda (l’arteria conduce direttamente all’ospedale), ed è infine solo la terza a poter intervenire; il residente fa quel che può: «Ho “regolato il traffico” finché non sono arrivati i paramedici, che ho aiutato i paramedici reggendo loro un ombrello (il ferito era sotto il sole) e le flebo».
Sul posto la polizia di Stato e la Municipale, per raccogliere le versioni del 33enne e di chi era accorso subito dopo l’urto. Secondo la prima ricostruzione, l’uomo – un 65enne diretto verso il centro urbano – sarebbe uscito dalla ciclabile all’altezza della segnaletica orizzontale per immettersi nella carreggiata di destra, finendo per urtare l’auto sulla fiancata e colpire con violenza il parabrezza. La sua esatta identificazione richiede tempo (non ha con sé i documenti): Eugeniu Dabija, di origine moldava, residente in Maremma.
Nel frattempo viene avvisata la sostituta procuratrice Valeria Lazzarini, mentre sul posto arriva anche l’avvocata della famiglia del conducente. E torna la polemica sulla sicurezza del tratto di strada: «A quello che sembra il ragazzo andava piano e si è trovato l’uomo davanti, non avrebbe potuto evitare lo scontro. Ma qui gli automobilisti “corrono” e non si fermano. In passato abbiamo provato a chiedere interventi per migliorare le condizioni della strada, ma ci è sempre stato risposto che “ci dobbiamo pensare noi”», chiosano alcuni residenti.