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Grosseto, la Rsa mai completata torna in vendita all’asta: 7,5 milioni per lo scheletro del maxicomplesso


	L’incompiuta di via Lago di Mezzano (foto d’archivio Agenzia Bf)
L’incompiuta di via Lago di Mezzano (foto d’archivio Agenzia Bf)

Negli anni blitz antidegrado e occupazioni abusive, a dicembre un rogo in appartamento

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GROSSETO. «Intera piena proprietà di porzione di fabbricato da completare destinato a residenza sanitaria e assistenziale per la terza età posta al piano interrato, terra, primo e secondo, con pertinenze esclusive e diritti sulle parti comuni, sita in via Lago di Mezzano posto in prossimità del contesto della via Senese». Così l’ufficio esecuzioni del tribunale descrive e riassume la procedura di ritorno in vendita all’asta di una delle più grandi incompiute della città: il maxi complesso divenuto ormai cittadella del degrado e dello spaccio.

Prezzo: 7,5 milioni di euro (offerta minima di 5,6 milioni con rialzo minimo di 375.000 euro). Cifre leggermente ribassate rispetto al primo esperimento di gara dello scorso maggio, quando il prezzo era stato fissato in 7,6 milioni di euro, l’offerta minima in 5,7 milioni e il rialzo minimo in 380mila euro. Il valore dell’immobile, infatti, ha risentito dell’usura ordinaria e straordinaria, ivi comprese le occupazioni abusive e un incendio in appartamento.

Qui, un tempo, era la proverbiale “tutta campagna”. L’intera area divenne poi della Misericordia, che l’aveva ricevuta in donazione dalla famiglia Pallini a condizione di realizzarvi una Rsa e la nuova sede della venerabile arciconfraternita. La Misericordia, però, si rese conto ben presto di non avere la somma necessaria per avviare l’opera. Nacque così la società “Opera della Misericordia” (in cui l’arcifonfraternita partecipa per un 5 per cento), e nel 2007 venne stipulato l’atto di permuta; la struttura portante fu eretta nel 2012.

L’edificio è costituito da un piano interrato con un parcheggio da 57 posti auto, area relax, auditorium, bar, cinema, palestra, piscina e sauna. A pianterreno atrio, cappella privata e portineria, tre locali per attività commerciali e bancomat, ludoteca e spazio comune per la ristorazione; di lato, 18 appartamenti. Al primo piano area comune con locali, servizi e uffici; e doppio ambulatorio, più altri 20 appartamenti. Al secondo piano, infine, area cucina comune, ampia terrazza e ristorante; più altri 18 appartamenti. Il progetto prevedeva anche un’area verde in parte privata, con parcheggi scoperti, piscina scoperta e un’area attrezzata da cedere al Comune.

L’intervento fu realizzato in regime di convenzione stipulata con il Comune nel 2007 e altre due convenzioni furono stipulate nel 2009 e nel 2011: in quest’ultima fu introdotta la possibilità di vendita frazionata delle sole unità abitative, fatto salvo di destinare l’utilizzo a persone e/o nuclei familiari con almeno un componente over 65 e/o invalido civile bisognoso di assistenza. In pratica, le famiglie avrebbero avuto la possibilità di mettere la persona cara a riposo in una delle abitazioni che poi avrebbero potuto comprare. Tutto abbandonato, complice il fallimento del costruttore: l’ultima pratica edilizia scadde a gennaio 2023.

L’esecuzione immobiliare fu aperta nel 2020: la giudice Cristina Nicolò nominò consulente tecnico d’ufficio (Ctu) l’ingegner Pierluigi Melchionna, che consegnò la relazione peritale all’inizio dello scorso luglio. Dalla relazione emersero tutte le iscrizioni ipotecarie sugli immobili; giudiziali e volontarie, per milioni di euro. Il Ctu descrisse il fabbricato come «in avanzato stato di realizzazione e in pessimo stato di conservazione». Nel frattempo, difatti, l’incompiuta venne ben presto occupata; “subaffittando”, anche. E numerosi sono stati i blitz (più o meno fruttuosi) delle varie forze dell’ordine per liberarla; mai quante le segnalazioni dei residenti dell’area circostante, dove criminalità e degrado si diffusero a macchia d’olio. Data stabilita per la vendita: 25 giugno.

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