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Assalto al negozio di Castiglione: porta “strappata” per entrare. La dinamica, i precedenti e il ruolo delle telecamere

di Matteo Scardigli
Il luogo del raid
Il luogo del raid

A terra trovate delle tracce di pneumatici e anche uno sportello nero di sicurezza

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CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Bocche cucite al Conad e occhi che sfuggono l’argomento. L’elefante nella stanza, come dicono gli americani, è lì nel reparto bevande accanto agli scaffali con le casse dell’acqua; tre bancali verdi sotto una saracinesca piegata verso l’esterno. Basta andare dall’altro lato, fuori, per capire il motivo: una porta divelta e con il vetro incrinato a terra accanto a uno sportellino nero di sicurezza e a un lettore ottico strappato dal suo alloggiamento, a due passi da evidenti tracce di pneumatico sopra un metro retrattile rotto.

Immediato il paragone con i due colpi gemelli ai supermercati di via Scansanese a Grosseto e via XXV Aprile a Massa Marittima, uno dopo l’altro nella notte fra il 9 e il 10 dicembre; all’indomani del ponte dell’Immacolata. In entrambi i casi la dinamica fu praticamente identica: i malviventi avevano utilizzato un furgone per sfondare una vetrina, entrare nel punto vendita e uscire con la cassaforte, caricarla sul mezzo e sparire nella notte.

La dinamica

In questo caso, però, la dinamica non appare altrettanto chiara. I malviventi hanno colpito passando da una porta laterale, larga quel tanto che basta per far passare il muletto carico di bancali: nessuno sfondamento quanto piuttosto uno “strappo”; anche perché in quel punto, proprio a ridosso del campo brullo dove un tempo sorgeva la ex Paoletti, manca lo spazio fisico per usare un furgone come ariete (e avrebbe anche poco senso, dal punto di vista dei criminali, date le dimensioni della porta). In questo caso, poi, non è certo neanche cosa sia effettivamente avvenuto all’interno del supermercato: bocche cucite, appunto.

Le telecamere

Certo è che il punto vendita è sorvegliato dalle telecamere, interne ed esterne; e proprio accanto alla porta divelta ce ne sono due, una per lato. E proprio i filmati potrebbero fornire elementi preziosi alle forze dell’ordine tanto nella ricostruzione dell’esatta dinamica quanto nell’“unire i puntini”: nel capire se i raid di via Scansanese a Grosseto e via XXV Aprile a Massa Marittima, e – oggi – quello in via Castiglionese, possano far parte di un quadro più ampio.

I precedenti

Andando a ritroso nel tempo e avanti e indietro fra le cronache della costa toscana ecco a dicembre un’auto che sfonda il supermercato di via Karl Marx a Stagno (frazione di Collesalvetti, a Livorno) e porta via la cassaforte; e il blitz – nelle stesse ore – a quello di Massarosa (provincia di Lucca), stavolta con un furgone, e poi i colpi gemelli in Maremma. E ancora – a ottobre – una macchina utilizzata come ariete contro un market di Lucca, un ex Conad; e per finire il doppio maxi furto a Cecina e Donoratico (provincia di Livorno), sempre con lo stesso furgone riconosciuto dalle telecamere, nello stesso lasso di tempo.

Tutti simili nelle circostanze e negli orari, a notte fonda, fra le 2 e le 3, quasi sempre a ridosso di festività o giorni di particolare affluenza anche solo per il meteo a favore. E tutti “a tempo di record”, dentro e fuori in pochi minuti – secondo gli investigatori che hanno seguito gli altri casi – come se i malviventi avessero saputo ogni volta con precisione dove trovare il bottino; considerato il fatto che una cassaforte non è esattamente in bella vista né alla portata di chiunque, anzi.

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