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Aggressione al pronto soccorso a Grosseto, l’infermiera scaraventata dal paziente contro la scrivania: in 5 per immobilizzarlo

di Matteo Scardigli

	Polizia e carabinieri al pronto soccorso per i rilievi
Polizia e carabinieri al pronto soccorso per i rilievi

Un ventunenne fiorentino ha seminato il panico nel reparto dell’ospedale Misericordia. Il ragazzo è stato denunciato

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GROSSETO. Apre gli occhi, si alza dal lettino e si scaglia contro l’infermiera che è nella stanza con lui: la solleva di peso e la scaraventata contro la scrivania dell’ambulatorio. Per bloccarlo a terra ci vogliono cinque persone. L’uomo è stato denunciato a piede libero.
È mattina quando l’ambulanza del 118 porta dal centro al pronto soccorso del Misericordia un 21enne fiorentino (in città per motivi ancora da chiarire), che pochi minuti prima stava dando in escandescenze: il personale, allertato dalle forze dell’ordine, ha dovuto sedarlo. Il giovane uomo si sveglia poi poco prima delle 15, e in un attimo è il panico: la donna grida, è ferita, i colleghi accorrono e si gettano addosso al suo aggressore; in loro aiuto accorre la guardia particolare giurata, mentre i pazienti in sala d’aspetto rimangono atterriti.

Il 21enne viene sedato, l’infermiera soccorsa. Sul posto carabinieri e polizia di Stato. Passano lunghi minuti di tensione prima che la situazione ritorni alla normalità. Agenti e militari procedono con acquisizioni e rilievi, che serviranno in sede di processo penale.

Si apprende dall’azienda sanitaria che il giovane uomo, già al suo arrivo, era stato sottoposto alle analisi di rito per accertare la presenza di sostanze stupefacenti in circolo. Secondo quanto prevede la procedura operativa standard era poi stato risvegliato (mediante l’utilizzo di appositi farmaci) ore dopo – appunto – per ulteriori accertamenti che non possono essere condotti su un paziente non cosciente.

Nel frattempo l’intero pronto soccorso si stringe accanto alla collega. Aiutata a rialzarsi da sotto al bancone, ancora sotto choc, la donna viene visitata: a causa dell’aggressione ha riportato diverse contusioni, un graffio al volto e un trauma cranico lieve. La prognosi è di sette giorni; il rientro a lavoro, nonostante lei sia una “veterana”, potrebbe richiedere tempi più lunghi.

Questa ennesimo episodio si somma al già altissimo monte delle aggressioni a personale sanitario. Gli ultimi dati, resi pubblici appena un paio di settimane fa, parlano di 538 casi (tipologie: fisiche, verbali e contro le proprietà) nell’intera Sud Est. In questo contesto l’Asl, a fine febbraio, aveva presentato il corso di “autodifesa” per i dipendenti: formazione per la gestione delle situazioni critiche e per il controllo di emozioni e gesti per “raffreddare” gli animi e limitare i rischi; tecniche di de-escalation, come si dice in gergo.

Questo episodio, però, rientra nella casistica dell’imprevedibilità; e genera subito un moto di solidarietà trasversale nei confronti dell’infermiera così come dell’intero personale di via Senese. Tra i primi a intervenire è Mauro Breggia, direttore del dipartimento di emergenza urgenza e del reparto di pronto soccorso e medicina d’urgenza: «Siamo in prima e ci restiamo. Negli ultimi mesi abbiamo ottenuto una presenza delle forze dell’ordine pressoché costante in orario diurno, auspichiamo un maggiore coinvolgimento da parte di tutti».

Gli fa eco il direttore generale Marco Torre: «Esprimo la solidarietà di tutta l’azienda alla collega vittima di questa aggressione. Attiveremo tutti gli strumenti in suo supporto e valuteremo ulteriori azioni volte al contrasto di questo fenomeno. Il nostro appello è quello di mettere in campo ogni azione possibile al fine di proteggere il personale e in particolare quello che è maggiormente esposto agli episodi. Dobbiamo tutelare le nostre operatrici e i nostri operatori e scongiurare di mettere ulteriormente a rischio la sostenibilità del servizio sanitario».

Si aggiunge Luca Grechi, vicepresidente di Opi Grosseto: «Ci troviamo a commentare questa, ennesima, aggressione ai danni di un professionista della sanità a ridosso del 12 marzo, Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza su operatori sanitari e socio-sanitari. Una ricorrenza che, da tempo, vorremmo impiegare per creare un’alleanza con la cittadinanza, perché il tema della violenza ai danni degli operatori non sia appannaggio solo degli addetti ai lavori, ma sia una questione di comunità. E dobbiamo essere consapevoli che, di frequente, le aggressioni sono da attribuire a pazienti con problematiche di tipo psichiatrico, spesso ad alta intensità: si tratta di una tipologia di pazienti per i quali il sistema riscontra sempre più problematiche della presa in carico».

Riassume, infine, il deputato maremmano Fabrizio Rossi (FdI), che poche settimane fa – proprio al nostro taccuino – aveva anticipato il ritorno del posto fisso di polizia nei presìdi sanitari; cominciando proprio dall’ospedale Misericordia: «Piena solidarietà e vicinanza all’infermiera del pronto soccorso dell’ospedale Misericordia, aggredita e colpita più volte, durante lo svolgimento del proprio lavoro, da un paziente da poco arrivato con un’ambulanza del 118 per essere visitato dal personale sanitario».

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