«Non potete arrestarmi»: chi è Valentina Fusco, leader toscana degli apolidi finita in manette
La manifestazione del gruppo che non riconosce le autorità è degenerata tra urla, spintoni e l’arrivo di un’ambulanza
GROSSETO. L’ennesimo “cortocircuito” al picchetto degli apolidi – ovvero le persone che non riconoscono l’appartenenza ad alcuno Stato – in piazza Palatucci finisce con una dichiarazione di arresto trasmessa in diretta social e Valentina Fusco, figura di riferimento della frangia manifestante del movimento apolide cittadino, portata di peso in questura.
In aula
È fissata per la mattina di giovedì 14 novembre l’udienza di convalida dell’arresto di fronte al giudice Sergio Compagnucci. La donna, ex titolare di una farmacia di Follonica, è indagata insieme ad altri otto del movimento per occultamento o distruzione di targhe, resistenza (passiva) a pubblico ufficiale e utilizzo di documenti contraffatti.
Cosa è successo
I fatti sono avvenuti martedì pomeriggio, ripresi da una mezza dozzina di telefonini impugnati dai manifestanti. Motivo del contendere era la presenza di alcuni mezzi di trasporto utilizzati dagli apolidi stessi per presidiare lo slargo davanti alla questura: un presidio istituito mesi fa proprio in piazza Palatucci, poi davanti al Tribunale, poi di nuovo sotto alla questura, quindi in piazza Fratelli Rosselli (piazza della Vasca) e, infine, di nuovo in piazza Palatucci. Personale della polizia di Stato in borghese e in divisa ha notificato ai manifestanti che si procedeva a un controllo dei veicoli che sarebbe poi stato seguito dalla rimozione di una delle auto; in virtù di un’autorità che i presenti hanno dichiarato a più riprese di non riconoscere. La comunicazione fra i due gruppi si è ben presto rivelata – prevedibilmente – quantomeno complessa; tanto che il picchetto ha anche chiamato il 112 (sempre non riconoscendo l’autorità dei carabinieri). La situazione si è complicata all’arrivo del carro attrezzi, quando un agente in borghese ha cercato di far allontanare Fusco dallo spazio di manovra del mezzo impegnato nella rimozione: Fusco è finita a terra accusando il poliziotto di averla spintonata. È quindi stata un’amica della donna a chiamare l’ambulanza, chiedendo un «soccorso in anonimato», ma siccome a bordo non c’era il medico la stessa Fusco non ha prestato «il consenso alle cure» e ha dichiarato «omissione di soccorso». Stesso copione qualche minuto più tardi. La donna è rimasta a terra accettando solo una coperta offerta da una manifestante. È balzata in piedi solo quando un poliziotto si è avvicinato a una delle auto, con il poliziotto che al contatto con lei ha fatto un verso di dolore; dopo di che si è appoggiata all’auto e si è nuovamente accasciata a terra.
L’arresto
È a questo punto che un pubblico ufficiale l’ha avvicinata per spiegarle che stava per essere arrestata; cosa alla quale Fusco si è opposta, tanto che per farla salire a bordo dell’auto di servizio è stato necessario sollevarla di peso a otto braccia. Il pubblico ministero Federico Falco ha quindi disposto nei confronti della donna la custodia cautelare all’interno della cella di sicurezza della questura. Per la direttissima di oggi, a Fusco è stata assegnata d’ufficio l’avvocata Barbara Guazzini; che però la donna potrebbe ricusare – come ha già fatto in passato con altri colleghi – sempre non riconoscendo l’autorità del Tribunale.