Grosseto, ruspe sulle villette abusive: il Comune verso la prima demolizione
Il proprietario fa ricorso al Tar e annuncia: «Vengano, io non me ne andrò. In casa ho una figlia e un nipote minorenni»
GROSSETO. Il Comune ha deciso: domani (giovedì 7) alle 9,30 ruspe ai Laghi, vicino a Roselle, in teoria per abbattere una delle villette abusive costruite lì più di vent’anni fa: quella di Daniel Alasia, che tramite l’avvocato Michele Mensi ha fatto ricorso al Tar chiedendo anche la sospensiva.
Un lungo passo indietro.
In un giorno all’inizio degli anni Duemila, in una zona rurale ipervincolata, apparve una serie di villette dai colori sgargianti: giallo, rosa e viola. All’apparenza anche sontuose, contornate (a mo’ di parcheggio) da quelle che erano le precedenti abitazioni dei loro costruttori-proprietari: tante roulotte bianche. Il caso esplose nel 2002, con denunce e sigilli, sistematicamente violati. I processi a carico dei proprietari si accumularono gli uni sugli altri e insieme si sommarono agli iter per gli espropri e le eventuali demolizioni.
Era poi il 2007 quando Michele Scola, presidente di Italia Nostra, chiedeva spiegazioni al Comune, che due anni dopo ordinava ai propri operai di scaldare i motori. Ce ne volevano però altri otto, di anni, per arrivare a una prima svolta: blitz di carabinieri e guardia di finanza, e maxisequestro. Nel 2019 era poi la volta di Procura e Tribunale con la confisca di tutte le aree su cui insistevano (e ancora insistono) costruzioni abusive e contestuali misure di sicurezza per dodici persone appartenenti al medesimo contesto familiare.
All’“altroieri” del gennaio 2022, il sindaco aveva appena annunciato abbattimenti disposti nell’ambito della «lotta concreta all’abusivismo e tutela della legalità nell’interesse di tutti i cittadini». Vivarelli Colonna puntava i riflettori sulle baracche in legno e sulle tettoie a Istia d’Ombrone, e un nostro lettore richiamava la sua attenzione proprio sulle «villette abusive, con tanto di giardini ben curati» sulla strada dei Laghi, proprio tra Istia e Roselle, calcando la penna sulle differenze strutturali degli abusi.
Oggi, infine, il municipio torna alla carica.
In mano stringe ancora l’ordinanza amministrativa del 2022 e l’acquisizione dei beni al patrimonio pubblico del 2003. Alasia e Mensi hanno presentato ricorso al giudice fiorentino sostenendo che l’atto del 2022 sarebbe fondato su un presupposto fallace, e – in buona sostanza – anche quello del 2023 sarebbe da rifare ex novo. Nella manica anche l’asso dell’usucapione: del resto sono pure passati più di vent’anni dal “taglio del nastro” di quella villetta (e delle altre).
Vero è che esiste un altro atto, secondo punto d’appoggio sul quale il Comune può far leva: la sentenza – penale – del 2008 che intima la demolizione.
Cosa succederà domani? «Verranno, ma io non me ne andrò», preannuncia Alasia a nostro taccuino, e spiega: «Il terreno è mio e ci ho costruito io, non ho occupato niente a nessuno. In casa ho una figlia e un nipote minorenni, e un altro nipotino in arrivo. Io – ribadisce – non me ne vado, anche perché non ho altro posto dove andare».