Il Tirreno

Grosseto

La tragedia

Orbetello, madre e figlio trovati morti: venerdì Mario era ancora vivo

di Ivana Agostini
I sigilli apposti dai carabinieri sul cancello (foto Enzo Russo)
I sigilli apposti dai carabinieri sul cancello (foto Enzo Russo)

Le testimonianze di chi aveva visto, forse per l’ultima volta, il 71enne Il magistrato ha disposto l’autopsia. La vicinanza e il cordoglio della comunità e della Cia

09 ottobre 2024
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ORBETELLO. Venerdì Mario Tinto era ancora vivo e stava bene. Un vicino, passando per la strada provinciale delle Cantine, lo ha visto fuori casa e si è fermato a parlare con lui. Poche parole, un saluto amichevole, una domanda su come stesse sua madre Gina e pochi altri discorsi. Tutto era tranquillo come sempre. Nessuno avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe accaduto di lì a poche ore. L’ora della morte di Mario Tinto, 71 anni, trovato senza vita insieme alla madre Gina Favaretto, 96, nel giardino di casa nel pomeriggio di lunedì, la stabilirà l’autopsia disposta ieri dal magistrato Giovanni De Marco.

Mario è stato ritrovato riverso in una buca, le sue scarpe sfilate dai piedi. Secondo le prime ipotesi potrebbe essere stata proprio Gina a sfilargliele: lui era fuori a scavare una buca per fare una riparazione al tubo che porta l’acqua al pozzo. Forse ha avuto un malore ed è caduto. La madre, uscita di casa, vedendolo riverso a terra potrebbe aver tentato di tirarlo fuori prendendolo per i piedi. Il gesto disperato di una madre che, nonostante le poche forze dovute all’età avanzata, ha cercato di aiutare il figlio. Gina è stata trovata senza vita mentre andava nella direzione opposta rispetto a quella di Mario forse con l’intenzione di chiedere aiuto. Il suo cuore potrebbe non aver resistito al dolore e alla fatica per quello sforzo appena fatto. Tutto questo potrebbe essere accaduto nel pomeriggio di sabato.

Se sulla ricostruzione ci sono incertezze che dissiperà l’autopsia, quello che è certo è che i due sono stati trovati solo lunedì pomeriggio anche grazie all’abbaio sguaiato della cagnolina di Mario, una Jack Russel di 10 anni che era l’ombra del padrone. Dove andava lui, andava lei. Adesso si trova al canile ma c’è già chi si è mobilitato per trovarle una sistemazione. La cagnolina lunedì ha abbaiato talmente forte da incuriosire un uomo che lavorava lì vicino e che ha avvisato l’amico fraterno di Mario che poi è entrato nel piazzale di casa e ha trovato quello che non avrebbe mai immaginato. Gina vista l’età non usciva molto. Mario era un uomo dedito al suo lavoro. Frequentava il circolo Bocciofilo di Albinia dove forse sabato era andato. «Non siamo sicuri di averlo visto, c’è chi dice di sì e chi di no. Vai a sapere. Nessuno fa caso al giorno o al momento perché di certo non va a pensare che poi possa accadere una tragedia – dicono dal circolo – di certo non lo abbiamo visto domenica. Era un uomo per bene. Mai sopra le righe. Non lo abbiamo mai sentito alzare la voce con nessuno. Giocava a carte, amava andare a pesca ed era tifoso del Milan. Una persona socievole ma allo stesso tempo riservata».

Al circolo di Albinia, ieri chiuso per riposto settimanale, sono rimasti tutti sconvolti dalla notizia. C’è poi un altro circolo più vicino a casa di Mario, quello di San Donato. «Non riusciamo ad accettare – dicono dal circolo – di non esserci accorti di nulla. È veramente triste. Chissà quanto avrà faticato Gina per riuscire a tirarlo fuori». Poi dal circolo ci rivolgono una preghiera: «Trovate le parole migliori per ricordare due persone che facevano parte di una comunità piccola che ancora si scambia favori e prodotti come una grande famiglia. I Tinto sono una famiglia storica della nostra comunità e come tali siamo tutti legati a loro».

Li ricorda anche la Confederazione italiana agricoltura Grosseto: «Esprimiamo il nostro profondo cordoglio per la tragica scomparsa di Gina Favaretto e Mario Tinto, soci storici della Cia. Entrambi erano persone molto conosciute e apprezzate nella comunità. Mario, pur essendo una persona riservata, non si è mai tirato indietro quando ce n’era bisogno, dimostrando sempre disponibilità e dedizione al lavoro nei campi. La tragedia si è consumata mentre Mario stava svolgendo lavori nel giardino della loro casa. La sua morte, seguita da quella della madre, ha colpito profondamente tutti noi. In questo momento difficile, ci stringiamo al dolore dei familiari e di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerli. La loro passione per l’agricoltura e il forte legame con la comunità rimarranno un esempio per tutti».


 

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