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L’intervista

Turismo, Salvatore Madonna: «Il “modello Forte” funziona e vi spiego perché. Viareggio? Ci sono difficoltà, ma...»

di Barbara Antoni

	Salvatore Madonna proprietario e ceo del Gruppo Soft Living Places e una veduta della spiaggia di Forte dei Marmi
Salvatore Madonna proprietario e ceo del Gruppo Soft Living Places e una veduta della spiaggia di Forte dei Marmi

Il proprietario e ceo del Gruppo Soft Living Places : «Investimenti e strategie, i turisti del lusso sono pronti a spendere ma bisogna dare loro servizi»

12 ottobre 2024
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VIAREGGIO. I segreti sono due: investimenti e strategie. Più un monito: «non dormire sugli allori», «non aspettare i russi», per dirla con parole che gli imprenditori del turismo a cinque stelle della Versilia comprendono molto bene. Salvatore Madonna, proprietario e ceo del Gruppo Soft Living Places che comprende a Forte dei Marmi l’Hotel Byron con i ristoranti Magnolia (stellato) e Onda, a Viareggio l’Hotel Plaza de Russie col ristorante Lunasia (stellato), fa un’analisi del risultato raggiunto dal Byron nella stagione appena conclusa: più venti per cento di fatturato. Su questo hotel, a marzo scorso, il gruppo aveva annunciato investimenti cospicui, a cominciare da una nuova ala con diciotto suite: ne ha raccolto i frutti registrando, per la struttura, un andamento in controtendenza a una stagione che da più parti, in particolare nelle fasce medie, ha segnato battute d’arresto.

Signor Madonna, cosa serve per raggiungere un risultato come quello del Byron?

«È la sommatoria di più cose, ma il centro della questione è che devi decidere dove andare a prendere i mercati, non stare fermo a guardare aspettando la clientela russa. Io ho deciso di fare un investimento diverso, che ha come punto di riferimento il “modello Forte”. Ho preso in considerazione il mercato italiano, mi sono mosso su quello europeo e americano. Una scelta che ci ha portato ad avere una più facile gestione delle prenotazioni, nonostante guerre e altri eventi internazionali. La promozione che abbiamo intrapreso è stata mirata a collocarci su un mercato costante. In sostanza: bisogna cogliere certi trend e anticiparli».

Più operatori turistici anche della Versilia hanno notato un calo nella domanda tedesca, in Germania l’economia non è alle stelle.

«La nostra clientela è americana ed europea in generale. Non tutta l’Europa è uguale, ci sono paesi più in difficoltà. Quest’anno i paesi con cui abbiamo lavorato di più sono Inghilterra, Svizzera, Olanda. Gli Stati Uniti sono diventati come l’Italia, le due fette di mercato che ci hanno dato di più».

Nella stagione turistica appena trascorsa gli operatori avevano riposto grandi speranze, andate deluse per la ridotta capacità di spesa del turista “medio”. Il segmento del lusso invece non è rimasto scalfito dalla crisi, a quanto sembra».

«Lo è stato, ma in maniera diversa. Si avverte una diminuzione della capacità di spesa, ma non impatta tanto come sul mercato del turismo di media categoria. Da una parte c’è una flessione, dall’altra i turisti del lusso sono pronti a spendere ma bisogna dare loro servizi. Non dipende dal singolo operatore ma dal contesto».

Significa che è importante che gli operatori turisti dialoghino fra loro e con le amministrazioni del territorio?

«L’unione di pensiero su quale destinazione si vuole dare a un territorio è importante e basilare, ma sono altri elementi a fare la differenza».

Quali?

«Per la clientela del lusso, è essenziale il discorso dell’autenticità, l’omologazione non premia affatto. Mettere l’accento sull’unicità ti porta a essere diverso, ad accrescere quell’appeal che in particolare gli stranieri richiedono e ci riconoscono. Parlare con le istituzioni, rendere noto quello che facciamo, sicuramente vale, in maniera preponderante per la zona di Forte dei Marmi».

Il suo gruppo ha una struttura ricettiva a cinque stelle anche a Viareggio, il Plaza de Russie.

«Viareggio ha più difficoltà. Turisticamente, ha un pubblico diverso. Bisogna lavorare per posizionare l’importanza di Viareggio su un livello differente. Si può alzare il tiro aiutandoci con quello che c’è»

Viareggio è la capitale della nautica.

«Appunto. La nautica dovrebbe creare un indotto che invece non c’è. Bisogna cercare di mettere la nautica al centro, agevolare gli investimenti d dei cantieri, che costruiscono barche meravigliose in spazi ridotti».

Cosa proporrebbe?

«Ad esempio tour nei cantieri per i turisti. Ma soprattutto vorrei che i grandi cantieri non si sentissero costretti a spostarsi altrove, come è già accaduto. Ogni volta che uno di loro apre sedi in altri luoghi perdiamo parti fondamentali di un sistema che invece sarebbe la molla per rendere costante il turismo del lusso a Viareggio. Ma credo anche che questo, per il turismo, sia un momento in cui riflettere».

Su cosa, in particolare?

«Se in Italia nell’ultima stagione si è rilevato un calo della domanda turistica, è perché si è dato per scontato che quanto è accaduto nel 2022 e 2023 fosse la normalità. Invece era una situazione contingente, era il post covid. Il calo registrato nel 2024 ci dovrebbe insegnare: i livelli di prezzo sono stati alzati senza senso. Questo su e giù dei prezzi, con una forbice sempre più ampia, non ci mette in buona luce. L’onda lunga di questa situazione ci può penalizzare, può creare due mercati sempre più diversi. Gli aumenti così alti escludono quelle fette di mercato che invece potrebbero concorrere a rendere il turismo costante. È un indicatore di cui tenere conto».

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