Il Tirreno

Grosseto

L’operazione

Fatture false per oltre 2,5 milioni di euro: nei guai una società con sedi in Toscana


	L'operazione delle Fiamme gialle (foto di repertorio)
L'operazione delle Fiamme gialle (foto di repertorio)

I finanzieri hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per 700mila euro, tra cui auto di grossa cilindrata

03 ottobre 2024
2 MINUTI DI LETTURA





GROSSETO. Maxi sequestro eseguito dal comando provinciale della Guardia di finanza di Grosseto. A finire sotto la lente è stata una società commerciale con punti vendita nelle zone di Siena, Grosseto, Porto Santo Stefano e l’alto Lazio che, secondo la ricostruzione delle Fiamme Gialle, ha occultato al fisco una cospicua parte dei propri ricavi, contabilizzando costi fittizi per oltre 2,5 milioni di euro.

L’operazione

A operare i finanzieri della tenenza di Porto Santo Stefano che, all’esito di indagini innescate da una precedente verifica fiscale, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente finalizzato alla confisca, per una somma complessiva di circa 700mila euro. Al termine dell’attività ispettiva, infatti, le Fiamme gialle avevano segnalato alla Procura di Civitavecchia le responsabilità penali a carico dei tre soci amministratori della società per aver, tra l’altro, registrato nella propria contabilità fatture per operazioni inesistenti relative a costi fittizi per oltre 2 milioni e mezzo di euro ed averne tenuto conto nella successiva dichiarazione annuale, andando «ad erodere fraudolentemente» il reddito imponibile e la relativa Iva, ricostruiscono ancora le Fiamme gialle maremmane.

Le indagini

L’autorità giudiziaria delegava, quindi, i militari della tenenza di Porto Santo Stefano a effettuare le opportune indagini. Le indagini sono state eseguite per la maggior parte nei confronti di imprese con sede formale nell’hinterland napoletano e in altre province campane; esse sono risultate aver utilizzato denominazioni e sedi fittizie, partite Iva di imprese fiscalmente inadempienti o ormai fallite o, in alcuni casi, addirittura del tutto inconsapevoli del proprio diretto coinvolgimento. Il tutto per emettere, in favore della società verificata, fatture false per euro 2.502.451, in modo da rendere difficoltoso ricostruire l’intera rete fraudolenta e le relative responsabilità personali.

Le pattuglie della tenenza di Porto Santo Stefano hanno proceduto ad assicurare allo Stato beni mobili, quali auto di grossa cilindrata e mezzi commerciali, e i saldi attivi dei conti correnti risultati nella disponibilità dei tre indagati oltre che della società.  

Primo piano
Lutto

È morto Gherardo Guidi, patron della Capannina

Sportello legale