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Follonica, la panineria non trova personale da un anno. Il titolare: «Nessuno vuole fare il doppio turno»

di Sara Venchiarutti
La paninoteca Da Poldo in via Marconi e a fianco il cartello con la ricerca del personale (foto Giorgio)
La paninoteca Da Poldo in via Marconi e a fianco il cartello con la ricerca del personale (foto Giorgio)

Il titolare: «Offro contratto collettivo nazionale a tempo indeterminato, si arriva anche a belle cifre»

14 settembre 2024
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FOLLONICA. Ci stanno provando da un anno, ma niente da fare. L’ultimo tentativo – anche via social – pochi giorni fa. Alla paninoteca e hamburgheria “Da Poldo Food&Love” hanno bisogno ormai da tempo di due persone che facciano i panini e stiano nel punto vendita. «Abbiamo la produzione dei panini con la cucina a vista con anche la friggitrice. Non facciamo servizio al tavolo perché abbiamo somministrazione limitata», spiega Stefano Guazzini, titolare del locale di Follonica a due passi dal centro, in via Marconi 18.

Ma nulla: in 365 giorni qualche curriculum è anche arrivato. «Li chiamiamo, fissiamo un appuntamento e poi o non vengono, o non accettano», riassume in due parole Guazzini.
Il contratto offerto
Il perché lui non se lo sa spiegare: «Mi dispiace – dice – perché offro un contratto a tempo indeterminato con uno stipendio da contratto collettivo nazionale, che arriva anche a belle cifre facendo il doppio turno». Eccolo, il primo problema: «Il doppio turno (dalle 12 alle 15 e dalle 19 alle 22-23) non lo vuole fare praticamente nessuno. Preferirebbero fare un turno solo – prosegue Guazzini – ma poi non vogliono ovviamente lo stipendio più basso. Ma questo aspetto si trasforma in un cane che si morde la coda». Altre resistenze sono nate dal dover lavorare anche durante i fine settimana. Ora però questa situazione – di fatto il personale è dimezzato «visto che ad ora siamo in due», dice Guazzini – sta diventando sempre più pesante. Soprattutto nel momento di massimo lavoro: l’estate. Essere sotto organico si è tradotto nel non poter fare i turni di riposo e dover chiudere prima l’attività, riducendo l’orario, pur di non perdere giorni di lavoro preziosissimi durante la stagione. «Abbiamo lavorato sempre, sette giorni su sette – conferma Guazzini – sia a pranzo sia a cena per quattro mesi. Il lavoro è andato molto bene, ma è stata dura perché non abbiamo mai potuto prendere un giorno libero». Perché questo significava chiudere il locale d’estate, core business di tutto l’anno, «e non c’era giorno in cui si lavorava poco: abbiamo lavorato continuamente con tanta stanchezza». E se chiudere non era possibile, comunque una soluzione andava trovata: «Abbiamo dovuto limitare gli orari: gli anni passati – spiega Guazzini – restavamo aperti anche fino all’una di notte, mentre quest’anno abbiamo sempre chiuso verso le 23. Purtroppo la scelta era tra riuscire a dormire o lavorare in continuazione. Non sarebbe stato sostenibile».
Più chiusure se non si trova nessuno
Ora la speranza è che qualcuno si presenti: «Sto prendendo la decisione che se non trovo nessuno – dice a malincuore Guazzini – dovrò chiudere dal lunedì a giovedì, e aprire solo nel il fine settimana durante il periodo invernale». E d’estate? «Faremo il possibile per andare avanti. Mi fa rabbia – conclude – dover chiudere un’attività non perché va male, anzi, ma perché non c’è personale.

Chi vuole può inviare il curriculum a revolutiondiguazzini@libero.it. Richiesta solo una buona conoscenza della lingua italiana.


 

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