Il Tirreno

Grosseto

Il racconto

Attaccata dalle vespe che la pungono 30 volte, il caso in Toscana: trasportata d’urgenza in ospedale

di Elisabetta Giorgi

	La giovane stava portando a spasso il cane quando è stata attaccata
La giovane stava portando a spasso il cane quando è stata attaccata

É accaduto a Grosseto, il racconto del padre della ventenne che ha vissuto in incubo mentre portava a spasso il cane: «Non riusciamo a capire come sia potuto succedere»

05 settembre 2024
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GROSSETO. Una 20enne è stata inseguita e martoriata da uno sciame di vespe mentre passeggiava in un campo con il suo cane al guinzaglio, a Grosseto. Ha iniziato a correre per sfuggire alla furia degli insetti e ha chiesto aiuto ai passanti, finendo in ospedale con oltre 30 punture in ogni parte del corpo. Braccia, viso, testa.

A vivere l’incubo è stata una studentessa universitaria di biologia, che grazie all’intervento tempestivo del 118 e alle cure somministrate in ospedale è riuscita a cavarsela bene, anche se dopo lo spavento sarà per lei difficile dimenticare il terrificante attacco. «Non tornerò più in quel parco», ha detto al padre che racconta la storia a Il Tirreno.

L’incubo

Una storia che evoca certi incubi immortalati sul grande schermo o in tivù. “Bees: lo sciame che uccide (The Savage Bees)”, film per la televisione degli anni Settanta diretto da Bruce Geller, è una storia fantascientifica con protagoniste le api assassine (non vespe, in quel caso) e racconta di un incidente navale al largo della Louisiana. La merce trasportata viene danneggiata e uno sciame di api killer fuoriesce seminando il terrore. Come nel magnetico film “Gli Uccelli” di Hitchcock, le api incombono lugubremente e puntano agli umani. Uccidono molti abitanti di New Orleans, mentre gli scienziati studiano un piano per difendere la popolazione e sterminare le assassine. Anche in “Tsunambee” uno sciame di api provenienti dal Brasile semina il caos negli Stati Uniti, tanto che la presidenza affida a uno scienziato il compito di porre fine alla minaccia, ma sarà complicatissimo.

La storia

A Grosseto succede tutto nella sera di martedì 3 settembre intorno alle 19, nella zona verde alle spalle di Villa Pizzetti. La giovane Matilde Pasquini abita con i genitori nella zona del Tiro a segno, e a quell’ora è a passeggio con il cane al guinzaglio - un golden retriever di 35 chili - nei campi dietro alla struttura sanitaria. Lo porta spesso in quel parco, frequentato da chi va in cerca di una boccata d’aria e dove «non ci sono mai stati problemi». A un certo punto succede l’imprevedibile: lei «si ritrova uno sciame di vespe addosso», una nuvola enorme di cui non sa la provenienza. Se la vede sbucare all’improvviso; difficile quantificare il numero di insetti, ma secondo la figlia – e anche secondo il padre – dev’essere stato «oltre un centinaio di insetti: una cifra impressionante. E quel che è peggio è che sono incattiviti». Iniziano a ronzare intorno alla ragazza, poi a pungerla. Una puntura dopo l’altra. In preda al panico lei inizia a correre via terrorizzata e le vespe le sono dietro. Anche il suo cane Harvey viene punto. Durante la fuga con la padrona abbaia «e per proteggere lei e se stesso tenta di prendere a morsi le vespe», le quali intanto continuano l’assalto. Una scena surreale. «Mia figlia corre verso via Pertini sempre con lo sciame al seguito. Fa una corsa di un centinaio di metri, finché non arriva alle prime case dove incontra un signore che sta buttando via la spazzatura. Gli chiede aiuto».

Viene aiutata

L’abitante di via Pertini lascia i secchioni e va ad aiutarla, cerca di calmarla. «Mia figlia – prosegue il padre di Matilde Pasquini – aveva le vespe dappertutto, anche nei capelli, nella schiena. Quell’uomo si mette a scacciarle, a “pulire” corpo e testa». Nel frattempo lei riesce a prendere il cellulare e a chiamare «me e mia moglie: eravamo a Marina di Grosseto al mare. Ci racconta spaventata di essere sotto attacco degli insetti, noi da Marina chiamiamo subito il 118 e ci precipitiamo in macchina da lei, in via Pertini. Arriviamo sul posto quasi insieme, noi e gli operatori del 118 che caricano Matilde in ambulanza e già dentro al mezzo le somministrano le prime flebo, mentre noi facciamo salire in macchina il nostro cane, a sua volta reduce dall’assalto dello sciame».

In ospedale

Quella sera la ragazza, dolorante e martoriata, viene portata e trattenuta al Pronto soccorso del Misericordia per accertamenti e analisi, le cure sono tempestive per evitare lo choc anafilattico. Alla fine, prosegue il babbo sbalordito, «i medici hanno contato nel corpo di mia figlia circa 30 punture di vespe, molte delle quali in testa». La 20enne è stata trattenuta in ospedale per alcune ore, fin quasi alle una di notte quando è stata dimessa, la situazione era ormai sotto controllo e ogni pericolo scongiurato. «È stato un incubo come nei peggiori film – prosegue il babbo – anche se mia figlia è una ragazza forte. Ora sta bene, è a casa e sta superando tutto, a parte il grande dolore e lo spavento. Più che altro ha temuto per le sorti di Harvey. E mi ha detto che non tornerà mai più in quel parco con lui. Per il resto, difficile darsi un perché».  

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