Il Tirreno

Grosseto

Il caso

Grosseto, ragazza pedinata da due uomini: un commerciante la scorta a casa

di Elisabetta Giorgi
Piazza Dante la piazza principale del centro storico nei pressi della quale si è consumato l’inquietante episodio
Piazza Dante la piazza principale del centro storico nei pressi della quale si è consumato l’inquietante episodio

Caso inquietante in centro storico: una 20enne viene adocchiata da un gruppetto Il titolare di un locale: «Pessima situazione: la seguivano. Sono intervenuto subito»

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GROSSETO. Centro storico, poche sere fa. Una ragazza di 20 anni viene pedinata da due uomini che da un bel po’ di tempo la stavano fissando mentre lei era seduta fuori con un’amica. In suo aiuto scatta un commerciante del centro storico, che interviene e la scorta fino a casa. Alla fine i due uomini si dileguano, ma sono 10 minuti di puro spavento. «Questa ragazza – racconta il commerciante – era terrorizzata».

È stato lui a contattare Il Tirreno per raccontare il fatto. È un noto commerciante, il suo locale ha tavolini all’aperto.

Una giovane di circa 20 anni è seduta fuori con un’amica, consumano da bere, mangiano, conversano. Sono le 21,30. Poco distante ci sono sei uomini seduti su una panchina che fissano con insistenza le due ragazze.

Il titolare del locale se ne accorge. A un certo punto le ragazze si alzano, entrano nel locale, saldano il conto alla cassa ed escono. Una volta fuori, si salutano e si incamminano ognuna per la sua strada, in due direzioni diverse.

È in quel momento che 2 di questi 6 uomini di distaccano dagli altri. Si alzano dalla panchina proprio nel momento esatto in cui le amiche si salutano, e iniziano ad andar dietro a una delle due che si è incamminata verso casa, fuori dalle Mura. Il commerciante è sulla porta del locale e osserva la scena «inquietante», balzano agli occhi la coincidenza temporale e soprattutto il fatto che due uomini vadano proprio dietro una ragazza, che osservavano da tempo mentre lei al tavolino con l’amica.

Pare chiaro che stia iniziando un pedinamento. Senza pensarci due volte, il titolare esce dal locale per soccorrere la ragazza. Si incammina dietro ai due uomini che seguono la giovane. Fa il loro stesso tragitto. Uno dei due ha allungato il passo mettendosi alle spalle di lei, mentre l’amico sta un pochino più distante.

«Io ho a mia volta ho accelerato e mi sono frapposto tra la ragazza e l’uomo che le si era messo dietro alle spalle». Era buio. Lei, terrorizzata, prova a chiamare al cellulare i genitori che però sono a fare una passeggiata al parco Giotto e sono distanti per intervenire. Li rassicura però che al suo fianco c’è il titolare del locale che non la lascia un istante.

«L’ho presa a braccetto - racconta il commerciante al Tirreno - Abbiamo fatto il giro largo dell’isolato e l’ho accompagnata fino al portone, andandomene solo dopo che lei era aveva chiuso la porta alle sue spalle e assicurandomi che quei due uomini non ci avessero seguiti fin lì».

Cosa potesse succedere lui non lo sa perché non si è materializzata, ma di certo non pareva nulla di buono. «Ho avuto una sensazione netta che volessero farle qualcosa di brutto, anche perché a colpo d’occhio quei 6 uomini (e poi quei 2 che si erano distaccati) sembravano sotto effetto di sostanze. Io ho avuto una reazione spontanea, sono andato ad aiutarla ed ero preparato a dover affrontare qualsiasi situazione spiacevole. L’avrei difesa, poteva essere mia figlia. Credo di aver bloccato all’origine qualsiasi brutto gesto, pur senza sapere con certezza quale gesto potesse essere».

La ragazza durante il tragitto tremava. A fine percorso ha ringraziato il commerciante e il giorno dopo è passata nel locale a salutarlo e di nuovo a ringraziarlo.

Anche alla luce degli ultimi brutti fatti di cronaca l’impressione, per uno come lui che lavora da molti anni in centro storico, è che «la pericolosità sia cresciuta, il degrado aumentato. Gente violenta che si accoltella e si prende a bottigliate». Le zone più a rischio? «Ormai ce ne sono tante. Piazza del sale, via Bengasi, via Roma, via Fiume, ma anche molte altre».




 

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