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Grosseto, schianto sulla Quattro corsie: rintracciato il conducente del tir che era scappato

Nella foto il furgone distrutto dopo l’incidente (foto Agenzia Bf)
Nella foto il furgone distrutto dopo l’incidente (foto Agenzia Bf)

Nello scontro tre operai edili finirono all’ospedale, lui proseguì nel suo viaggio. Nei suoi confronti è scattato un avviso di garanzia per il reato di lesioni colpose

25 giugno 2024
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GROSSETO. Era il pomeriggio di mercoledì 13 marzo quando, nel tratto della Quattro corsie compreso fra le uscite est e sud dell’Aurelia, un camion sorpassò un furgone di una notissima ditta di costruzioni della città e – per cause ancora in corso di accertamento – il secondo mezzo finì contro il guard rail interno compiendo infine un arco di 180 gradi prima di arrestare la propria corsa (dopo aver perso la ruota anteriore sinistra, rimasta incastrata nella barriera).

Il traffico si bloccò completamente. Ma il camion non si fermò. La polizia stradale, però, intervenuta sul posto per effettuare i rilievi, non ha mollato l’osso; e alla fine è riuscita a rintracciare il conducente. Il mezzo è stato individuato a Catania il mese scorso grazie alle descrizioni di alcuni testimoni (si parò di un tir di colore bianco, forse con un cassone chiuso), ai filmati delle telecamere e a una buona dose di lavoro di investigazione sul campo.

Il conducente avrebbe proseguito verso una strada interna e sarebbe poi passando da Firenze, dirigendosi infine verso Catania passando sull’A1. Tutti aspetti (la cinematica, come si dice in gergo tecnico) che dovranno essere accertati dalla perizia che il Tribunale ha affidato all’ingegner Andrea Guidetti, che nel suo lavoro può avvalersi anche dei dati raccolti dal sistema di ricostruzione in 3d Top Crash impiegato dagli agenti.

«La perizia è ancora in corso», conferma l’avvocato Luciano Giorgi, che assiste «sia la proprietà del furgone, titolare del diritto risarcitorio, sia uno dei tre feriti, che ha sporto querela per lesioni colpose».

Al conducente è stato quindi notificato un avviso di garanzia per il reato di lesioni colpose stradali. Nei suoi confronti, però, viene contestata anche l’omissione di soccorso. Potrebbe – infatti – non essersi reso conto dell’accaduto: nel qual caso l’allontanamento dal luogo dell’incidente non sarebbe una fuga in senso stretto.

Proprio la perizia, infatti, dovrà mettere nero su bianco se quel giorno il camion schiacciò il furgone o se la manovra di sorpasso costrinse a una brusca sterzata l’operaio edile che era alla guida, oppure a stabilire un’altra versione ancora.

A bordo del furgone c’erano padre e figlio, di origine albanese, e un collega di origine rumena; tutti e tre operai edili. Nell’impatto, uno dei tre venne scagliato fuori dall’abitacolo e cadde rovinosamente sull’asfalto, uno sbatté il volto contro l’airbag e il terzo venne proiettato contro il parabrezza. Il guidatore del furgone fu portato al Misericordia e se la cavò con una prognosi di 30 giorni grazie al corretto funzionamento dell’airbag. Padre e figlio, invece, furono portati al policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena.

La polizia stradale si era precipitata sul posto con tre pattuglie (Arcidosso, Grosseto e Massa Marittima).

Nel tentativo di rintracciare il camion non poté avvalersi delle telecamere perché nel tratto in questione non ce ne sono. Ipotizzando che il camion dovesse fare una consegna in zona decisero allora di “battere” le strutture della grande e media distribuzione organizzata dalla Maremma in direzione nord servite dall’Aurelia. L’obiettivo era di individuare quale tra queste poteva aver ricevuto una consegna da parte del tir bianco con la cella frigorifera.

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