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La tragedia in Sardegna

Militare morto, la vela e il mare erano le sue passioni: la Costa d’Argento piange Pietro Stipa

di Ivan Agostini

	La giovane vittima Pietro Stipa e a sinistra lo specchio di mare teatro della tragedia
La giovane vittima Pietro Stipa e a sinistra lo specchio di mare teatro della tragedia

Il giovane di 26 anni, originario di Porto Santo Stefano, era già un ufficiale della Marina

16 giugno 2024
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PORTO SANTO STEFANO. La vela e il mare erano le sue grandi passioni. Ed è proprio in quel mare che amava che ha trovato la morte. Lui era Pietro Stipa, 26 anni, originario di Porto Santo Stefano dove la famiglia ha la sua casa al Pozzarello. La sua famiglia si è sempre divisa fra l’Argentario e Orbetello.

Stipa era un giovane ufficiale del nucleo Sdai (Sminamento difesa antimezzi insidiosi) della Marina ed è morto poco dopo le 3 di notte di sabato nelle acque tra l’Isola Madre e quelle di Santo Stefano a La Maddalena, in Sardegna. Una zona di cui era conoscitore anche per il suo lavoro in Marina. Il ventiseienne era uscito col gommone per un giro in notturna. Era accompagnato da una ragazza.

Per cause in corso di accertamento il suo gommone si è schiantato contro gli scogli: il giovane ufficiale, dopo l’impatto, è stato sbalzato fuori ed ha battuto violentemente la testa contro le rocce perdendo i sensi. Secondo una prima ricostruzione sarebbe morto sul colpo e non per annegamento, come confermerebbe una grave ferita alla testa. L’allarme è stato dato da un uomo che si trovava nel porto e ha sentito un forte rumore. Sul posto la Capitaneria di porto che, dopo circa un’ora, ha trovato il corpo di Stipa sul fondale e lo ha recuperato.

Sotto choc la ragazza - rimasta illesa - che era con lui. La notizia della morte del giovane è arrivata in Maremma come una doccia fredda per tutti coloro che lo hanno conosciuto e con cui lui aveva condiviso l’amore per la vela. Sconcerto a Talamone dove c’è la scuola vela che Pietro aveva frequentato.

«Pietro è sempre stato un ragazzo molto vivace sin da piccolo - ricorda un ex compagno - era il piccolo della nostra squadra di vela di Talamone. Nessuno di noi si sarebbe aspettato che sarebbe entrato in Accademia navale a Livorno e invece aveva sorpreso tutti. Aveva trovato la sua strada. Poi l’ho perso di vista per gli impegni che ci hanno allontanato. Mi dispiace molto per questa tragedia che ha colpito lui e la sua famiglia».

I ragazzi che hanno fatto le regate con lui sugli Optimist sono tutti sconvolti. Faticano a parlare e a credere a quello che è accaduto: «Aveva iniziato l’attività di vela a Talamone nel 2007 fino al 2012 circa - ricordano i compagni velisti - partecipando ai corsi vela estiva, poi continuando con il percorso preagonistico fino ad arrivare all’agonismo. Aveva fatto anni di regate in Optimist. Dopo aver frequentato il liceo scientifico aveva deciso di entrare in Accademia diventando poi un ufficiale. Era un ragazzo d’oro, con la testa sulle spalle. Non riusciamo a capacitarci di come possa essere successa una cosa del genere a lui che è andato tantissimo in mare proprio nella zona dov’è successo l’incidente. Pietro era molto educato e sempre sorridente. Un ragazzo con molta disciplina che gli era stata insegnata dalla famiglia».

Marco Iazzetta è stato l’allenatore di Pietro proprio al circolo della Vela di Talamone: «Pietro era in Optimist con il circolo della Vela Talamone - ricorda l’allenatore - lo portavo in regata. Era uno dei promettenti velisti della zona. Il mare e la vela sono sempre stati il suo mondo. Era un ragazzo atletico, appassionato di sport e di mare come il padre. Una persona di cuore, al tempo che l’ho conosciuto io - aggiunge - un ragazzino molto educato e solare. Era un bellissimo gruppo di ragazzi. Sapere di questa tragedia è un grande colpo al cuore». Sconvolto anche un altro dei suoi allenatori sempre a Talamone,il velista Andrea Fornaro: «Questa che ho ricevuto - commenta - è una notizia tremenda. Ho allenato Pietro e alcune volte l’ho portato in barca con me. Un ragazzo d’oro e bellissimo. Era sempre sorridente e in barca era molto bravo. Un ragazzo meraviglioso. Col passare del tempo ne ho perso i contatti ma questa notizia è veramente drammatica».

Cordoglio è stato espresso dal consiglio direttivo, da tutto il circolo della Vela Talamone e dal suo presidente, l’ammiraglio Sergio Biraghi: «Siamo affettuosamente vicini per questo drammatico evento alla famiglia ricordando i primi passi sul mare compiuti con noi dal caro Pietro». Nel 2019, Stipa aveva partecipato alla "Las Anclas" Trophy - regata della classe "Snipe" .© RIPRODUZIONE RISERVATA

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